Tre opzioni per il ritorno di Higuain: fischi, applausi oppure…

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C’eravamo tanto amati. Oddio, probabilmente questo amore è sempre stato unilaterale, perché dall’altra parte, oltre ad una facciata fatta di canti sotto la curva ed esultanze a ripetizione, c’era di base quell’aridità di un terreno in cui mai la scintilla del desiderio è pienamente germogliata. Il conto alla rovescia per il ritorno al San Paolo di Gonzalo Higuain accompagna questi giorni senza calcio, tra parole e pareri che per loro natura sono destinati a dividere. Ad aprire il dibattito proprio lui, quello che nell’estate del 2015 aveva impiegato cinque minuti per convincere l’argentino a mettere da parte i pensieri di addio. “Ci sono stati momenti di rabbia, ma era derivante da gelosia, da un pubblico che s'è sentito un po' tradito. Ma Higuain a Napoli ha fatto la storia e i tifosi napoletani glielo riconosceranno”.

Un parere, quello del tecnico, rispettabile ed influenzato chiaramente dal ricordo ancora vivo di una stagione esaltante appena alle spalle. Un parere destinato a dividere la tifoseria, che inevitabilmente si spaccherà su questo tema. Cosa farà il San Paolo domenica sera? Subisserà di fischi il Pipita? Qualche applauso timido ci sarà? La rabbia potrà in qualche modo essere vinta dal ricordo? Difficile interpretare singolarmente le emozioni dei tifosi, soprattutto quelli del Napoli che con la propria squadra hanno un rapporto così intenso, più che viscerale.

La terza opzione. Tra i fischi (probabili) e gli applausi (rari) c’è chi opterà per una terza opzione: l’indifferenza. Strada suggerita da molti in questi giorni, che preferirebbero ripagare il Pipita con la stessa moneta di un addio senza saluti, come un ladro nella notte. Bisognerebbe trovare la forza di scindere i ricordi sul terreno di gioco dai comportamenti lontano dal campo, ma lo sforzo non è certo facile da compiere. Domenica sera la risposta arriverà dal San Paolo, che farà la sua scelta. Così come Gonzalo ha fatto la sua in estate…