TRIPLICE FISCHIO - Gonzalo verso la storia, la festa di Marek in un San Paolo a mezzo servizio

02.05.2016 23:07 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
TRIPLICE FISCHIO - Gonzalo verso la storia, la festa di Marek in un San Paolo a mezzo servizio
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© foto di Federico De Luca

IL PROTAGONISTA - Dov'eravamo rimasti? Trenta. Ed ora trentadue. Nordhal nel mirino e in testa il secondo posto, l'obiettivo a portata di mano se c'è lui, Gonzalo Higuain, il fuoriclasse che illumina, segna, esulta e si diverte coi compagni di squadra, che per novanta minuti diventano anche migliori amici ai quali aggrappassi nei momenti speciali. Hamsik e Callejon, gli assist man di giornata, lo cercano ad occhi chiusi e lo pescano con precisione chirurgica. Lui, il Pipita, li ringrazia a modo proprio, beffando due volte Sportiello e poi correndo ad abbracciarli perché da soli si fa sempre una fatica tremenda ad incidere.

IL MOMENTO CHIAVE - La riapre Albiol al minuto 85, la riapre la beffarda doppia deviazione che costringe il Napoli a soffrire fino alla fine dopo una gara dominata senza mai subire. L'Atalanta torna in partita quando tutto sembrava ormai scritto e ci resta fino al triplice fischio, in vita grazie alle prodezze del suo portiere, Sportiello, e ai centimetri che, più d'una volta, hanno impedito a Mertens e compagni di blindare il risultato. Ma lo spavento dura poco e rende ancor più dolce la vittoria finale, preziosa e decisiva nell'economia di un obiettivo a molti impensabile ad inizio stagione.

POTEVA FAR MEGLIO - Ne ha fatti divertire ed esultare molti di più dei quindicimila e passa presenti stasera. Quattrocento volte Marek Hamsik nel deserto del San Paolo, nel silenzio di uno stadio che sa essere magico e triste nell'arco della stessa stagione. Un giorno all'improvviso m'innamorai di te, l'altro me ne dimenticai come si fa d'estate, durante la più classica delle amichevoli. È in ballo il secondo posto eppure a molti pare non interessare. Ne sono pochissimi e ci si domanda perché, trovando poche risposte, qualche alibi e tanti dubbi sulla consistenza di una tifoseria splendida solo quando decide di esserlo. Oggi, evidentemente, non era quel giorno.