Undici minuti per rovinare una notte di sogni e costruzione

16.02.2017 07:45 di  Dario De Martino  Twitter:    vedi letture
Undici minuti per rovinare una notte di sogni e costruzione
TuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Comunque vada sarà una notte da sogno". L'avevano detto in tanti alla vigilia. Dopo 30 anni il Napoli tornava al Bernabeu. Ci tornava con una squadra che propone un calcio tra i più belli d'Europa ed un popolo innamorato, decine di migliaia a Madrid, a sostenerla. Non è andata proprio come si sognava. Ci si aspettava di più sul campo. La squadra è parsa troppo timida: le gambe son tremate a quasi tutti. Ma, lo si diceva all'inizio, era un sogno già essere lì. Perdere 3-1 al Bernabeu è tutt'altro che disonorevole, soprattutto per una squadra fatta di giovani alle prime esperienze in Champions League.

Era una notte da sogno. Era una notte di costruzione. Perchè è giocando queste partite che si diventa una grande squadra. Prendiamo il Paris Saint Germain, che martedì ha calato un incredibile poker contro il Barça. Per arrivare a questo risultato, ha dovuto giocarne tante e tante di partite di questo livello. Anni di investimenti imponenti dei ricchissimi proprietari per non andare oltre i quarti di finale. Perchè per giocare certe partite, ci vuole esperienza. Esperienza dei giocatori in campo, esperienza della società, esperienza dell'ambiente. Un altro mattoncino verso un club che crescePer questo, Real Madrid-Napoli era una notte di costruzione. Per questo, nonostante la sconfitta, Real Madrid-Napoli era una notte da sogno.

Ma non si parlerà della crescita del Napoli, dell'importanza di giocare questa partita, dei difetti da correggere, delle ingenuità degli azzurri, della perla di Insigne. Non si parlerà del sogno di questa notte. In undici minuti le polemiche hanno travolto tutto questo. Undici minuti, il tempo di un'intervista: quella di Aurelio De Laurentiis a Mediaset Premium.

"E' mancata la cazzimma" ha esordito. Vero, giusto. "Al San Paolo il Real andrà in confusione nella nostra bolgia". Questo è lo spirito. "Stasera i ragazzi proprio non ci stavano. Potevamo perdere anche 5-0". E magari esagera.
Poi si lascia andare ad un incomprensibile attacco a Sarri. Prima premette: "Non voglio però entrare nel merito delle scelte, spettano ad altri. Posso non condividerle ma le tengo per me, non le dico nemmeno a chi è competente per questo". Poi, invece, dice tutto in pubblico.
Dice che Mertens non doveva fare più il centravanti: "Evidentemente si pretende troppo da chi è stato spostato in un ruolo non suo, forse se non avessimo avuto l’incidente di Milik stasera avremmo visto un’altra gara". Dice che bisogna inserire prima Pavoletti, magari per utilizzarlo a Madrid: "Si vuole evitare la sperimentazione, che in realtà è utile in una rosa così lunga. Non come ai tempi di Mazzarri. A me non interessa vincere sempre in campionato, perché alcune sconfitte mi permettono di capire gli acquisti ed i moduli. Perché altrimenti arriverò alla fine del campionato con gente che non ha giocato.Io ho investito dei soldi su alcuni calciatori e non saprò se ho fatto bene perché non giocano". Dice che al Bernabeu bisognava cambiare tattica: "Se noi pensiamo che giocando con la linea alta possiamo battere tutti esageriamo, forse in certe gare bisogna adottare una tattica diversa".

Parole che, se proprio dovevano essere dette, potevano essere pronunciate in privato. Come d'altronde ha detto chiaramente Sarri ("Avrei preferito le dicesse a me") che si è trovato nel dopo-partita a dover giocare un'altra partita con i giornalisti costretti a domandargli dell'attacco che il suo patron gli ha rivolto. 

E così il Napoli ha perso una grande occasione. Il giorno dopo Real-Napoli doveva essere quello in cui parlare della partita, della crescita della squadra, dei difetti da curare, della notte magica vissuta. Invece sarà un giorno di polemiche sul rapporto tra Sarri e De Laurentiis, sul futuro del tecnico e su tanti discorsi che proprio stonano con la magia di questi giorni.  Una notte da sogno distrutta da undici minuti che non trovano una spiegazione.