Esigenza di classe

La ControCopertina - di Marcello Mastice
22.12.2008 13:23 di  Marcello Mastice   vedi letture
Esigenza di classe

Da ieri quella firma diviene sempre più preziosa. Necessaria ed imprescindibile, ancor prima che opportuna nei tempi morali e ragionevoli di un contratto in epoca di recessione globale. Certo, troppo facile cavalcare il motivo del crollo sull'assenza di Hamsik e sopratutto di Lavezzi, non fosse altro per l'elevato numero di passaggi sbagliati e di un solo tiro nello specchio che la dicono tutta sulla debacle dell'intera squadra. Ma, mentre il talento dello slovacco sembra mutuabile con muscoli, fiato e buona volontà, la dipendenza dall'argentino va oltre le logiche tattiche, oltre le secche alternative. Il 3-5-2 firmato Reja non ha mai mostrato chissà quali effetti speciali, è cosa nota. E, nello specifico, nessuna valida soluzione d'attacco che potesse almeno sembrare il frutto di manovre stabilite a tavolino, generata da un qualche schema macinato a memoria. E se nelle categorie inferiori gli azzurri sono stati tenuti troppo spesso a galla dal "metodo Sosa" applicato al fattore San Paolo in un contesto tecnico di notevole superiorità, ecco che le fortune del Napoli, oggi, sono inevitabilmente legate alla presenza del Pocho. Nessuna stramba teoria, nessuna alchimia tattica, ma semplici concetti di calcio: Lavezzi è l'elemento che fa la differenza, l'uomo capace di mascherare le difficoltà nel macinare gioco che si traduce nella famosa "superiorità numerica" nei fatidici 30 metri, liddove si costruiscono i gol ed i successi delle squadre. I suoi movimenti atipici, la velocità incontrollata, la capacità di attrarre a sè le attenzioni e le frustazioni dei difensori ne fanno la linfa dell'intero impianto di gioco, nonchè il detonatore essenziale per il resto dell'attacco. Un attimo prima invisibile e statico, un attimo dopo imprendibile ed imponderabile. Libertà creativa di una genialità indisciplinata ed anarchica, come è giusto che sia. Giusto come gli zeri che aumenteranno sul suo contratto, con buona pace di chi non riesce a digerire il concetto che spendere per i fuoriclasse ad un certo punto diviene un'esigenza vitale più che la concessione di un capriccio. E che le differenze economiche, se giustificate, possono anche non generare disuguaglianze e malumori. Specie quando il bisogno diviene conclamato e condiviso dagli stessi coinquilini di spogliatoio, consapevoli degli effetti nefasti nel momento della mancanza. Poichè se gira il fuoriclasse, in sostanza, per magia girano anche gli altri. Ed ecco che si vince. Proprio come accadeva tanti anni fa.