Che i rimpianti del tifoso non ammazzino anzitempo la speranza di violare il San Mames. Società, squadra, pubblico: ecco quanto ancora manca alla maturità…

Silver Mele, giornalista di Canale 8, corrispondente di Sportitalia e inviato di Radio Marte.
21.08.2014 19:00 di  Silver Mele  Twitter:    vedi letture
Che i rimpianti del tifoso non ammazzino anzitempo la speranza di violare il San Mames. Società, squadra, pubblico: ecco quanto ancora manca alla maturità…

E' un'eredità di pensieri e interrogativi quella che lascia il pari con l'Athletic Bilbao. Dai due volti, proprio come il Napoli bifronte che ha prima subito l'organizzazione basca per poi accarezzare il sogno di una vittoria in rimonta che avrebbe dato altro senso alla trasferta del San Mames. Vedere e rivedere la prepotenza con la quale è deflagrata nella porta ospite la qualità assoluta di Higuain rafforza il rammarico del tifoso: perchè non completarla per tempo una squadra che può vantare un potenziale offensivo tra i più importanti del panorama nazionale? La sensazione percepita in tribuna è forse stata la stessa che inconsciamente ha frenato il passo del cantiere Napoli, nell'approccio alla partita che a nessuno è parso di un gruppo che vive e gioca insieme da un anno. Il cantiere, così come appare oggi, è meno competitivo rispetto alla scorsa stagione, o quantomeno rafforza le storiche perplessità. Visto poi che il cuore della squadra non può essere messo in discussione, accade anche che il paradosso della prima serata per la Champions finisca per mettere in vetrina il Mota Gargano: emblema di dedizione alla causa, passato per caso da Dimaro e lanciato nella mischia da Benitez al posto di Inler per la sfida più importante. Sconfessato dunque il tandem centrale potenzialmente titolare, a dimostrazione di come lo spagnolo attendesse altro da un mercato che intanto consegna all'azzurro De Guzman, evidentemente in ritardo. Inoltrandoci negli scomodi sentieri dei se e dei ma viene fuori che i numeri di Rafael forse diverranno nel tempo quelli di Reina, che la difesa, arricchita dal talento grezzo di Koulibaly, avrebbe meritato i galloni di qualche campione esperto, che la mediana verrà certamente completata dopo la partenza di Dzemaili e i dolorosi no di Mascherano, Gonalons, Kramer.

Sicuramente dopo il play off. Chi ama la concretezza (ahimè il malumore del San Paolo, che non risparmia neppure l'ultimo dei napoletani, sa troppo di autolesionistico e immaturo, da una parte e dall'altra) crede ancora fortemente che in terra basca tutto possa succedere. Il talento sopraffino del Pipita, che meriterebbe un Napoli costruito subito per vincere, la foga e la gamba da cui sono nati gli ultimi furibondi venti minuti di Fuorigrotta, la speranza che mai più Callejon e Michu incespichino goffamente a palla quasi in rete e le piroette di Mertens autorizzano a provarci per infrangere il tabù. Quello che per le italiane parla di inviolabilità del San Mames. Dovesse andar bene, tutti in casa Napoli, sarebbero autorizzati a tirare un sospiro di sollievo per aver sfidato la sorte a mosaico ancora incompleto. E provare a porvi rimedio, senza mai dimenticare il dettame sacro del rispetto dei bilanci. Al resto penserà Rafa, stratega sopraffino e audace: siamo certi che non gli dispiacerebbe poterla giocare alla pari con i più forti, in Italia prima ancora che in Europa. Per poi valutarla serenamente l'ipotesi di un prolungamento napoletano...