Il segreto è trovare equilibrio tra tensione ed entusiasmo: col Torino serve un Napoli concentrato ma sereno

Dario Sarnataro, giornalista di Radio Marte e firma del quotidiano Il Mattino. Autore del libro "1001 storie e curiosità sul grande Napoli che dovresti conoscere”.
04.10.2014 17:45 di  Dario Sarnataro   vedi letture
Il segreto è trovare equilibrio tra tensione ed entusiasmo: col Torino serve un Napoli concentrato ma sereno

L'ermetismo di Rafa Benitez è la novità assoluta di questi ultimi giorni. Il calcio “no stress” professato dallo spagnolo ha lasciato spazio ad un approccio più teso, sicuramente meno british e più italiano. Occorreva farlo perchè questo Napoli deluso dal mercato, dall'esclusione della Champions e dalle prime difficoltà, si era troppo adagiato, palesando quasi una mancanza di anima e di identità. In un processo strano il Napoli ha (aveva?) subito un'involuzione in soli 12 mesi. Dalla squadra “demazzarizzata” da Rafa, che aveva bisogno di un allenatore esperto e bravo come Benitez per recepire altri codici (altre metodologie, altri approcci) dopo quelli “a martello” di Walter, si è (era) passati ad una squadra sin troppo “accademica”, quasi senza mordente, sicuramente senza rabbia e spirito di reazione dopo gli schiaffi nelle gare con Chievo, Udinese e Palermo. E come se il calcio-allegria e no stress che aveva mostrato un Napoli più tecnico, autorevole in certi match importanti (si pensi alle trasferte di San Siro o alle gare di Champions) dello scorso anno avesse fatto posto ad un Napoli depresso e impigliato nelle proprie ambizioni da grande diventate impossibili con i primi duri riscontri con la realtà. Le vittorie utili (ma non belle da vedere) con Sassuolo e Slovan hanno riportato un pizzico di serenità ma la tensione deve restare alta per tenere i giocatori sulla corda, motivarli e per far ricorso all'orgoglio e all'unità di intenti. Ecco perchè l'ermetismo di Benitez che quasi svela l'intenzione o il sentimento di volersi sentire “accerchiati” (tipica reazione calcistica) anche oltre la realtà, o anche eccessivamente colpiti dalla critica, ha prodotto un Napoli più unito (tatticamente e non), più operaio, più determinato. Per uscire definitivamente dalla crisi (e puntare più in alto) bisogna però ritrovare l'allegria, l'entusiasmo nel giocare il tipo di calcio che vuole Benitez e, quindi, la sicurezza nei propri mezzi.

Le cartine al tornasole sono gli atteggiamenti di Higuain e Hamsik, diversi eppure simili. La rabbia, il nervosismo, la stizza dell'argentino vanno bene per scuotere ma non sono l'ideale per vincere e giocare al massimo delle proprie potenzialità. In un certo senso Higuain ha già ritrovato il sorriso e forse non a caso il Pipita ha messo la firma nelle due vittorie in quattro giorni. Serve anche il sorriso di Hamsik, altro giocatore chiave. La speranza è che il gol segnato a casa possa restituirglielo. Marek, al di là di questioni tattiche (per me evidenti) e fisiche, ha giocato in questo inizio di campionato con il freno a mano tirato, con una cupezza d'animo e un sommesso sconforto che non gli fanno bene. E' chiaro che lui debba sentirsi importante, al centro del progetto, e questi status non se li può assegnare da solo. Però con il gol, con il sorriso, con il piacere e il dovere di prendersi responsabilità in campo (di sviluppo dell'azione, di conclusione a rete, di dribbling o del passaggio difficile) vedremo il vero Hamsik, grandissimo calciatore e splendido professionista. Ecco, se insieme alla concentrazione massima, alla tensione agonistica si abbinano anche la sicurezza, la scioltezza di giocare con serenità e la voglia di provare soluzioni ardite il Napoli può battere il Torino e ritrovare se stesso.