L’idea di compattezza e i sorrisi che hanno preso il posto dei musi lunghi: così il Napoli può provare ad intimorire il Diavolo

02.10.2015 20:10 di Silver Mele Twitter:    vedi letture
L’idea di compattezza e i sorrisi che hanno preso il posto dei musi lunghi: così il Napoli può provare ad intimorire il Diavolo

Fece scena muta lo scorso anno il Napoli di Benitez a San Siro, suscitando la rabbiosa reazione di De Laurentiis. Il presidente annunciò in un rovente dopopartita alla squadra il ritiro a Castelvolturno, prima di cambiare idea dopo il confronto con il tecnico spagnolo, sostenitore della linea british. Quello visto contro il Milan rimane forse il Napoli più brutto della gestione di Rafa, diversissimo dall'undici che un anno prima si era imposto con le reti di Britos e Higuain, e la grande parata di Reina su rigore di Balotelli. Storicamente la tappa in casa del Diavolo nasconde per gli azzurri molteplici insidie.Maradona e compagni la spuntarono una sola volta, il 13 aprile del 1986: ci pensarono Diego e prima ancora Bruno Giordano a render vana la marcatura del rossonero Di Bartolomei. E le difficoltà dell'epoca d'oro la dicono lunga sulla storia del match.

Il botta e risposta Flamini-Pandev indirizzò l'ultimo Milan-Napoli di Mazzarri nel 2013 mentre i precedenti giocati nel mese di ottobre raccontano di un pareggio ed una sola vittoria azzurra (pirotecnica nel 5-3 del '56 con doppiette di Schiaffino, Pesaola e Vinicio), e di tre sconfitte piuttosto nette. Intanto a distanza di pochi mesi dalla finale vanamente inseguita il Napoli conquista Varsavia e ipoteca il passaggio del turno in Europa League. Ci riesce con una prova molto diligente, conseguenza dell’organizzazione estrema che Sarri sta inseguendo nelle sedute intensissime di Castelvolturno. Offre la bellissima idea di gruppo il nuovo Napoli: dalla Juve battuta in campionato al Legia dominato nel catino della Pepsi Arena. L’ampio spazio concesso agli aspiranti titolari in Polonia non cambia la sostanza delle cose: non butta mai il pallone il Napoli, anzi alimenta la manovra avvolgente con la partecipazione di tutti e stana l’avversario per poi colpirlo con le fiammate micidiali dei suoi attaccanti. Crescono condizione fisica e fiducia nel lavoro, aumentano i sorrisi di quei calciatori conquistati dal rapporto franco con l’allenatore arrivato dalla provincia. Callejon e Higuain ad esempio si divertono e, dopo Reina, hanno sottoscritto il progetto: nelle rincorse folli dello spagnolo o nei numeri da campione del Pipita c’è la voglia di provarci che è proprio di tutti. Il cuore della squadra insomma batte forte. Sarà bello scoprirlo fino in fondo questo Napoli, accettandone con equilibrio le tappe alterne della crescita. Nessuno fa proclami ma arrivare così alla sfida col Milan stuzzica persino i pensieri più arditi.