Non è il momento dei partiti o dei capri espiatori: dalle difficoltà si esce tutti insieme. Gargano, il "paradosso" dell'esempio da seguire...

Silver Mele, giornalista di Canale 8, corrispondente di Sportitalia e inviato di Radio Marte.
25.09.2014 21:20 di  Silver Mele  Twitter:    vedi letture
Non è il momento dei partiti o dei capri espiatori: dalle difficoltà  si esce tutti insieme. Gargano, il "paradosso" dell'esempio da seguire...

Fu più o meno così lo scorso anno contro l'Udinese: un episodio, quello della rimonta subita, si disse, da cancellare con la concentrazione e con un carico di cattiveria agonistica. Era allora inusuale o quasi concedere il San Paolo agli avversari di turno. La crisi che irrompe ufficialmente sul cielo di Napoli dopo i pirotecnici disastri col Palermo non lascia invece scampo a nessuno. Eppure la logica del ragionamento, a braccetto con i colori sfocati e i silenzi inediti di Fuorigrotta,  non inducono a sorprendenti rivelazioni. Dopo sette partite il Napoli dei proclami affrettati, del mercato incompleto, delle interpretazioni molli naufraga nell'indifferenza e nell'apatia. Mai in precedenza nel decennio di gestione, De Laurentiis e la piazza erano stati tanto lontani. Il presidente resta in silenzio e vola in America, la gente diserta lo stadio, la squadra gioca due partite in una: quella con la depressione e quella altrettanto difficile con i propri limiti. Colpiscono quasi quanto la disponibilità a concedersi agli avversari le istantanee dei protagonisti mancati: impassibili, rassegnati, neanche più generosi perchè l'assalto finale alla porta rosanero rimane ben custodito nel limbo delle buone intenzioni. Gli esperti di tattica hanno già abbondantemente tracciato il quadro delle difficoltà: squadra divisa nettamente in due parti, difesa raccapricciante e mai coperta a dovere dalla mediana che arranca. Ma è nella testa che rimangono i guai maggiori.

I ritardi del progetto (leggibili tutti nelle formazioni schierate contro l'Athletic Bilbao) e la Champions persa troppo presto hanno affievolito lo spirito combattivo. Non c'è reazione nei super pagati uomini simbolo, lontanissimi da quell'entusiasmo con il quale avevano accettato Napoli lo scorso anno. Si sono scossi Callejon ed Hamsik, è piaciuto eccome Zapata, ma è Gargano il simbolo finanche paradossale del Napoli di Benitez che così bruscamente ha interrotto la sua crescita. Giochi pure alla play station con l'Inter il Mota ma la dedizione con la quale si batte in mezzo al campo è da esempio per tutti. Lui che a Dimaro si è trovato per puro caso, di passaggio, in attesa che il mercato in uscita gli rendesse nota la nuova destinazione. Già questo dovrebbe indurre il Napoli ad una sana autocritica. Ad ogni modo le difficoltà, frutto di responsabilità da condividere e magari da ammettere, si superano con il cuore. E' una deriva pericolosissima quella intrapresa dall'azienda Napoli e dalla squadra: se dopo appena quattro giornate di campionato i battiti azzurri sono tanto flebili, cosa potrà succedere quando gli obbiettivi altisonanti sbandierati saranno definitivamente tramontati?