Ottimismo ed entusiasmo: ecco le medicine per rilanciare il Napoli. I tifosi hanno iniziato, ora tocca ai giocatori

Dario Sarnataro, giornalista di Radio Marte e firma del quotidiano Il Mattino. Autore del libro "1001 storie e curiosità sul grande Napoli che dovresti conoscere”.
20.09.2014 19:15 di Dario Sarnataro   vedi letture
Ottimismo ed entusiasmo: ecco le medicine per rilanciare il Napoli. I tifosi hanno iniziato, ora tocca ai giocatori

Tre premesse sono d'obbligo. 1) La delusione per l'esclusione dalla Champions è ancora cocente 2) Il mercato è stato assolutamente deludente 3) La sconfitta con il Chievo è stata figlia (anche) di una prestazione senza nerbo, anima e convinzione. Detto questo, è il momento di ritrovare ottimismo, fiducia ed entusiasmo. La vittoria con lo Sparta Praga può essere il primo momento per rialzare la testa, può diventare l'occasione per sterzare, per dare una svolta alla stagione. Ed è evidente che questo cambiamento devono realizzarlo innanzitutto i giocatori, Benitez e la società. Tuttavia l'atmosfera è fin troppo cupa e negativa. Intorno al Napoli è come se ci fosse una nube che confonde le opinioni, rende grigi gli umori e nefasti i pensieri futuri. Ed invece no. Il calcio, come la vita, vive di entusiasmo, di passione, di linfa positiva. Il Milan sta facendo bene anche (o soprattutto) perchè ha ritrovato un'identità rossonera, un filo comune tra squadra, allenatore e tifosi. Lo stesso dicasi per la Roma che avrà pure i motivi per essere felice (tra mercato e risultati) ma che ha lo spirito giusto per affrontare il campionato. Uno spirito che il Napoli non ha, speriamo che non ha “ancora”. Ed invece deve ritrovarlo. La responsabilità dell'atmosfera cupa non è certo dei tifosi, sia chiaro, ma questa non è un'affermazione demagogica. E' un dato di fatto. Il Napoli non ha fatto nulla quest'estate per regalare fiducia e ottimismo alla sua gente. Ha addirittura paventato una lotta sicura per lo scudetto e l'acquisto di giocatori importanti. Tuttavia a chi (e a che cosa) serve essere, a questo punto, pessimisti e disfattisti? A nessuno.

Il mercato è chiuso, la stagione è iniziata, quello che è stato fatto non è più recuperabile. Diversamente essere sempre e comunque, per partito preso, sul piede di guerra porta solo negatività e autodistruzione. La critica è doverosa ed importante per scuotere, svegliare e vigilare, ma l'atmosfera positiva deve essere recuperata. Per il bene di tutti, del Napoli innanzitutto. In tal senso i 15mila tifosi che hanno assistito a Napoli-Sparta Praga sono stati eccezionali. Nessun fischio e nessun mormorìo, neanche dopo lo svantaggio. Solo cori di incitamento e applausi, anche a fine primo tempo. Questo vuol dire che i tifosi hanno capito (al solito) il momento e hanno iniziato a fare la loro parte per riportare serenità e fiducia. Ora tocca alla società, a Benitez e alla squadra emularli. In campo, a Udine, vorremmo rivedere il Napoli che 12 mesi fa (con gli stessi pregi e, ahinoi, con gli stessi difetti) giocava con maggiore allegria, con il puro divertimento di produrre calcio, con unione di intenti che era chiara (nella compattezza tattica e negli atteggiamento). I vari Callejon, Albiol e Higuain inizino di nuovo a sorridere anche in campo, anche dopo un'azione sfumata. Hamsik si scrolli di dosso questa pressione che avverte. Non è lo stesso calciatore di 18 mesi fa ma tornerà ad esserlo se lui lo vorrà, se ritroverà serenità e leggerezza (e forse anche una posizione tattica diversa). Questo Napoli aveva bisogno di due pedine per essere chiaramente più forte dell'anno scorso: un grande difensore e un grande centrocampista. Non sono venuti, che peccato, che errore! Ma crucciarsi ora, con una stagione in pieno svolgimento, non serve a niente. Giocare con passione, con ardore, con un'anima, invece, può ridurre o annullare gap che in questo momento ci sembrano abissali. Meditate, azzurri, meditate.