Sparnelli: "Io sto con ADL. Critiche preventive, attacchi alla persona, facile ironia: ecco chi vuole il male del Napoli"

Massimo Sparnelli, giornalista e ideatore del premio "Elsa Morante". E' stato membro dell'ufficio stampa del calcio Napoli. E' consigliere dell'Ussi Campania ed opinionista televisivo
19.06.2015 19:20 di  Massimo Sparnelli   vedi letture
Sparnelli: "Io sto con ADL. Critiche preventive, attacchi alla persona, facile ironia: ecco chi vuole il male del Napoli"

Io sto con il presidente. Contro le critiche preventive, gli attacchi alla persona, la facile ironia. Tutti pronti ad attaccarlo per una trattativa che si prolunga, per i diritti di immagine richiesti ad atleti e allenatori. Con tanto di sberleffi su Facebook, Twitter, lo sfogatoio virtuale che è segnale di insoddisfazione ma anche occasione impagabile per scendere dal carro azzurro. Salvo poi risalirci, se le cose dovessero filare nella prossima stagione. Si legge, si discute, si critica. Ma la Scugnizzeria promessa anni fa, che fine ha fatto? E il centro sportivo potenziato? Tutti con De Laurentiis nel mirino, dimenticando le difficoltà, l'approssimazione, la quasi impossibilità di fare progetti e portarli a termine a Napoli. Un percorso a ostacoli insormontabile, lacci, lacciuoli, burocrazia in stato d'assedio permanente. Ma la colpa, secondo tutti, tra tifosi, addetti ai lavori che fanno i tifosi dimenticando la loro professione, è sempre e solo del numero uno azzurro.

Che ha compiuto errori durante la sua gestione di oltre dieci anni, soprattutto nell'ultima stagione. Lui, come Rafa Benitez, come l'ex ds Riccardo Bigon, ancor di più dei calciatori, i veri attori del pessimo campionato terminato al quinto posto. De Laurentiis, dopo aver inseguito Emery si è lanciato sulla provincia italiana, da Sarri a Giuntoli. Puntuali, feroci, le critiche. Senza concedere un minimo di tempo alla programmazione, al calciomercato azzurro che comincia ufficialmente il 1 luglio come per le altre di Serie A. Ma dal Napoli deve arrivare tutto e subito, Coppe, scudetti, trofei. Siamo forse il Real Madrid? No, non lo siamo mai stati. Dodici trofei nella storia, quattro Coppe Italia, due scudetti solo con il calciatore più forte della storia. Dopo, il buio? Chi, dopo il fallimento (dove erano altri imprenditori quando De Laurentiis acquistava il titolo del club, ripartendo dalla Serie C, ora Lega Pro) poteva solo ipotizzare che il Napoli partecipasse due volte in cinque anni alla Champions League? E che sbarcassero qui campioni, ultimo Gonzalo Higuain? Non sarebbe il caso, dopo l'ultima stagione con presunti campioni che poco hanno dato alla maglia, dare una chances a ragazzi magari più affamati? E non merita altre chances lo stesso De Laurentiis? Meditate, gente, meditate