Il fratello di Di Natale: "Che tridente con Cavani e Lavezzi...Avrebbe lasciato Udine solo per il Napoli"

"Domenica di sicuro si decide chi vince la classifica marcatori"
Fonte: Gazzetta dello Sport
Il fratello di Di Natale: "Che tridente con Cavani e Lavezzi...Avrebbe lasciato Udine solo per il Napoli"
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© foto di Federico Gaetano

Oggi Antonio Di Natale è il capocannoniere della serie A e domenica sera sfiderà il «suo» Napoli al San Paolo di Fuorigrotta. Quand’era piccolo, però, dalle sue parti lo chiamavano «Tonino Maradona». «Quel soprannome gliel’ho dato io», afferma Carmine, uno dei 5 fratelli di Totò. Al parco Partenope di Pomigliano, casa Di Natale la conoscono tutti. Papà Salvatore e mamma Giovanna, che non c’è più, hanno tirato su con tanti sacrifici Carmine, Paolo, Michele, Antonio e Anna. Poi, qualche anno fa, decisero pure di adottare il piccolo Angelo, che adesso ha 19 anni,ma il centravanti dell’Udinese continua affettuosamente a chiamare «Masaniello».

Tutti nel pallone - Una famiglia nel pallone, perché il calcio i Di Natale ce l’hanno nel sangue. «Il fratello di papà— racconta Carmine — giocava nel Palermo in serie B, mentre io ho militato nel Nola, in serie C». Dicono fosse bravo: «Con Totò—ricorda
— ci sfidavamo in lunghe serie di palleggi con una pallina da tennis. Lui ama questo sport come nessun altro. Pensate che ci siamo messi a giocare una partitella anche durante il suo ricevimento di matrimonio. Tonino fa gol pure con i mocassini, tecnicamente è bravissimo». Anche più di Cavani? «Credo proprio di sì — continua il fratello maggiore del bomber della squadra friulana —, ma a me sarebbe piaciuto vedere Antonio in un tridente con il Matador e Lavezzi. Di sicuro, domenica sera si deciderà chi vincerà la classifica marcatori». 

Come un ultrà - Carmine Di Natale fa il tifo per Totò ma anche…per il Milan. «Sì, però il desiderio di mio fratello era quello di giocare nel Napoli ed a me avrebbe fatto piacere se lo avesse esaudito». Così non è stato, ma Carmine nega che le ragioni siano di natura familiare: «Non è vero che la moglie non ha voluto venisse a Napoli e poi Totò pur di giocare in azzurro avrebbe litigato anche con la consorte. Le ragioni del suo mancato arrivo due anni fa alla corte di Donadoni sono altre, ma io non le conosco. Di certo, posso dire che non è andato alla Juventus perché soltanto per il Napoli avrebbe lasciato Udine e quindi, una volta che la possibilità di tornare a casa è sfumata, lui ha deciso di chiudere la sua carriera in Friuli». Così, per vederlo all’opera dal vivo i suoi familiari approfitteranno della partita di domenica: «Saremo circa 35 tra amici e parenti in tribuna al San Paolo». Uno stadio dove Totò ha già segnato, ma che non sempre l’ha accolto bene: «Lui da buon tifoso azzurro non ha mai esultato dopo un gol al Napoli e anche all’andata se non si è fermato con Grava a terra è solo perché è un professionista e deve fare gli interessi della sua squadra».

Traguardo - Carmine è convinto che alla fine Totò «arriverà a 30 gol. Ci è andato vicino lo scorso anno, ma stavolta mi sembra davvero la stagione giusta per tagliare questo ennesimo traguardo». Di Natale sarà arbitro dello scudetto: domenica sfiderà gli azzurri, all’ultima di campionato il Milan. Carmine, cuore rossonero, si augura che suo fratello non gli faccia un brutto scherzo il 22 maggio: «Lui farebbe di tutto per far vincere il tricolore al Napoli».

V.B