Maradona dichiarato innocente da due giudici, ma il Fisco fa appello: tutte le tappe della vicenda

Appello del fisco italiano contro Maradona, dichiarato innocente da ben due giudici: a maggio il ricorso, nonostante il riconoscimento dell'insussistenza del fatto
23.05.2016 00:15 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: Comunicato stampa Avv. Pisani
Maradona dichiarato innocente da due giudici, ma il Fisco fa appello: tutte le tappe della vicenda

Continua senza sosta la vera e propria caccia all’uomo dei fisco italiano ai danni del più grande campione di tutti i tempi, Diego Armando Maradona, riconosciuto totalmente innocente da qualsiasi accusa di evasione fiscale in ben due articolate sentenze della Commissione Tributaria, oltre che dalla Giustizia penale.
Si discuterà infatti a maggio dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale il ricorso presentato da Equitalia ed Agenzia delle Entrate contro gli incontrovertibili provvedimenti della Tributaria Provinciale (giudice relatore Fausto Izzo), che un anno fa avevano catefgoricamente escluso qualsiasi addebito nei confronti del campione, annullando l’avviso di mora da 40 milioni di euro ed i relativi pignoramenti - che da 25 anni avvelenano la vita del campione - riconoscendo che per lui, come dimostrato dalla difesa, le tasse erano state interamente pagate dalla Società Calcio Napoli in quanto sostituto d’imposta, come prevede la legge e come era stato già a suo tempo ampiamente riconosciuto dalla Procura partenopea.

Ripercorriamo insieme all’avvocato del campione, Angelo Pisani, le tappe più recenti di una vicenda che amareggia milioni di tifosidel prodigio vivente chiamato Diego Armando Maradona.

26 maggio 2014 - All’udienza che si tiene a Napoli ed alla quale partecipa Diego Armando Maradona in persona, affiancato dal suo difensore Angelo Pisani, la Commissione Tributaria presieduta da Maurizio Stanziola (con i giudici tributari Giancarlo Di Ruggiero e Marcello Sinisi) sospende dopo 25 anni di “caccia all’uomo” le procedure di pignoramento attivate da Equitalia ed Agenzia delle Entrate ai danni del Pibe. Ancora un punto a favore del celebre goleador dopo la sentenza positiva del Tar, che poche settimane prima aveva condannato Equitalia ad esibire la cartella esattoriale su cui poggia la pretesa milionaria, mai regolarmente notificata al Pibe de Oro. La Corte presieduta dal giudice Stanziola, nel disporre la sospensione cautelare dei pignoramenti presso terzi, accoglie la richiesta avanzata dai difensori sulla base delle nuove prove documentali e di una perizia tecnica giurata redatta da un pool di esperti. Dall’articolato documento si evince non solo che nessuna violazione fiscale era mai esistita e che nulla era imputabile a Maradona, ma soprattutto che l’inesistente debito risultava già pagato dalla società Calcio Napoli, datore di lavoro del Pibe de oro e co-obbligato per legge in quanto sostituto d’imposta. Come, del resto, aveva già provato nel 1992 l’inchiesta penale della Procura di Napoli, che aveva prosciolto Maradona da qualsiasi addebito di carattere fiscale.

16 marzo 2015 - Nuova vittoria del Pibe dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che riconosce indebita la pretesa del fisco ed annulla la richiesta milionaria di interessi ed aggi pretesi da Equitalia e Agenzia delle Entrate. Accogliendo le tesi difensive del collegio capitanato dall'avvocato Angelo Pisani, con i colleghi Angelo Scala, Massimiliano Toriello e Enrico Carlomagno, la dodicesima sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli (presidente Luigi Capuozzo, giudice relatore Fausto Izzo e giudice Paolo Scognamiglio), dichiara che il presunto debito dell’asso argentino col fisco italiano - circa 40 milioni di euro! – in realtà non era mai esistito. Per i giudici tributari sono ingiuste e non rispondono ad alcuna logica le pretese creditorie dell’Agenzia delle Entrate a carico di Diego Armando Maradona, perché prive di motivazione ed insussistenti. Tali pretese creditorie infatti, viene spiegato nel dispositivo, erano state già incassate dall’Erario perché versate dal co-obbligato sostituto di imposta, la Società Calcio Napoli, «e risultavano comunque illegittime per euro 25.756.704,51, stante l’assenza delle modalità di calcolo degli interessi di mora e delle spettanze dell’esattore».
Maradona dunque non ha alcun debito col fisco italiano perché – specificano i giudici tributari - l’obbligazione tributaria, per sua natura unitaria e solidale, è stata estinta dal sostituto Calcio Napoli per effetto del condono ex art 16, comma 10 della Legge 289/2002, la quale prevede che «la definizione di cui al comma 1 effettuata da parte di uno dei coobbligati esplica efficacia a favore degli altri, inclusi quelli per i quali la lite non sia più pendente, fatte salve le disposizioni del comma 5».
Quanto al secondo punto, per la Corte l’avviso di mora notificato al Pibe il 17 ottobre 2013 risultava «assolutamente non intellegibile nella parte in cui indica la modalità del calcolo degli interessi e delle spettanze dell’esattore». E ciò in aperta violazione dell’articolo 7 dello Statuto del Contribuente, «laddove – sottolinea il giudice relatore Fausto Izzo – è previsto un obbligo di motivazione specifica che renda l’atto chiaro e tale da consentire alla parte di ricostruire le ragioni della pretesa e la sua legittimità».
In particolare il giudice chiarisce che l’avviso di mora impugnato non indicava neppure «la specifica normativa (anche secondaria) sulla cui base sono state calcolate dette spettanze, per cui risulta inibita la possibilità di valutare la legalità dell’atto sul punto». Ne consegue che «l’atto deve essere annullato – si legge nel PQM – per vizi propri, limitatamente alla determinazione degli interessi di mora e le spettanze dell’esattore – pari ad euro 25.756.704,51, comprendendovi anche quelli coperti dal giudicato, essendo le somme indicate in modo onnicomprensivo, senza possibilità di distinguere le annualità».

Aprile 2016 – Nonostante le drastiche motivazioni addotte dai giudici della Commissione Tributaria Provinciale, il fisco italiano non si arrende. Si oppone a quel rigoroso provvedimento e chiede che la questione venga nuovamente riaperta dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale, che se ne occuperà a maggio prossimo.

«La nostra autentica battaglia in difesa di Maradona – commenta Pisani – è diventata il simbolo della lotta che quotidianamente milioni di italiani combattono contro il moloch burocrazia, anche quando, come molto spesso accade, dopo anni di autentico calvario vengono riconosciute le ragioni del cittadino, ma è troppo tardi. Diciamo sempre ai nostri assistiti che pagare le giuste tasse è un dovere di tutti, ma ancor più doveroso è che lo Stato si mostri leale e trasparente nei confronti dei cittadini. E questo, purtroppo, molto spesso non avviene».
Il legale conclude: «Siamo comunque fiduciosi che anche la Tributaria Regionale non potrà che confermare e sancire quanto già rigorosamente accertato dai giudici della Ctp, così ristabilendo giustizia e verità per Maradona ed offrendo agli italiani l’esempio di uno Stato che possiede tutti gli anticorpi per riparare ad eventuali errori e restare dalla parte dei cittadini onesti».