Roma spara, Napoli non risponde. Fango sulla città anche quando è parte lesa

Ospitiamo l'intervento dello scrittore e avvocato Gianni Puca
04.05.2014 15:30 di  Redazione Tutto Napoli  Twitter:    vedi letture
Roma spara, Napoli non risponde. Fango sulla città anche quando è parte lesa
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Quella che doveva essere una festa dello sport è stata lo specchio della situazione attuale italiana: una chiara dimostrazione di impotenza dello Stato, l’assoluta incapacità dei media di descrivere fatti con obiettività e il predominio assoluto delle minoranze negative sulle maggioranze positive, che si parli di romani, napoletani o fiorentini.

La cosa che fa più rabbia è leggere giornali stranieri che scrivano che il figlio di un camorrista abbia deciso che si dovesse giocare un evento importante come una finale di coppa di lega. Di questa cosa si dovrebbero contendere i meriti i media italiani e le forze dell'ordine. Perché gli uni o gli altri hanno fatto una cosa grave. Le due verità sono assolutamente incompatibili. Se è vero che le Autorità abbiano chiesto il “permesso” di giocare ad un capo ultrà è gravissimo. Se non è vero, è gravissimo che sia stato detto e scritto. Chi ha sbagliato, ne dovrebbe pagare le conseguenze, così come avverrebbe in qualsiasi Paese in cui è chiaro il concetto di civiltà.

Non si capisce perché si continui a schizzare fango su una città anche quando Napoli è parte lesa.

“Roma spara, Napoli risponde”, “La coppa della vergogna”, ma anche titoli più raccapriccinati sono comparsi su certune testate giornalistiche italiote. Deduzioni che fanno rabbrividire da parte di chi dovrebbe solo raccontare fatti. 

Quel che ho visto è che, a seguito dei fatti, gli unici certi, che hanno visto un ragazzo di trent’anni napoletano sparato da un delinquente residente a Roma (chiamarlo romano o romanista mi sembra fuori luogo, così come chiamare napoletano o tifoso del Napoli chiunque approfitta di eventi per dar sfogo alla propria barbarie), il pubblico partenopeo è rimasto in silenzio e composto. Il pubblico napoletano ha risposto con applausi ironici ai cori fiorentini, che inneggiavano come al solito il Vesuvio ad occuparsi dell’igiene personale dei partenopei. Ho visto il pubblico napoletano che ha fischiato e chiamato “scemi” i napolidi che lanciavano fumogeni in campo. A tal proposito, la prima domanda che ci si dovrebbe porre è: “Ma come ci sono entrati quei fumogeni nello stadio?” Sì, perché prima di essere lanciati in campo, sono passati per il filtro delle forze dell’ordine.  

Non ho voglia di commentare la partita, né tanto meno di esultare. Anche se sono un tifoso sfegatato, la coppa di ieri la butterei nella spazzatura. Ho voglia solo di dare dimissioni irrevocabili da cittadino italiano.

Se davvero il permesso per giocare è stato dato dal sig.Carogna, i riflettori non andrebbero accesi su di lui, o comunque non solo su di lui, ma sulla debolezza delle forze dell'ordine e dello stato italiano, che ieri era rappresentato dai suoi massimi esponenti in tribuna. Se i signori Carogna, Giovanni 3%, Pippo ‘a lota, Totore ‘a scigna ed altri lords abbiano davvero il potere di fare patti in diretta con lo Stato, questo andava comunicato in diretta non dai cronisti RAI, con versioni che mutavano continuamente, ma dallo stesso Renzi, dal presidente Grasso e dal Prefetto. In tal modo, il pubblico, quello buono, avrebbe deciso, di sua sponte, di assistere o meno alla partita, a prescindere dalla sospensione o meno. Magari abbandonando non solo lo stadio, ma la nazione.  

Quello che ho dedotto personalmente, dai fatti che potevo vedere, depurati dai commenti non attendibili che li accompagnavano è che ieri la civiltà del 99% dei tifosi napoletani ha evitato una tragedia che sembrava annunciata. L'1% che si è reso protagonista di certi fatti deplorevoli non vanno omologati come tifosi napoletani, ma come delinquenti e deficienti apolidi, ai quali bisognerebbe precludere l'accesso allo stadio e a qualsiasi manifestazione pubblica, così come al roano che sospende i derby e spara per strada tifosi di fede diversa. Questi non vanno messi in carcere, ma allo zoo..

Prendiamo esempio dai due bambini che cantavano insieme l'inno nazionale, indossando sciarpe di colore diverso. Questo è il calcio che ci piace vedere.

Comunque dispiace anche che si faccia falsa informazione. Ieri all'Olimpico la telecronaca per gli abbonati RAI l'ha fatta il sosia acustico di Cerqueti. Quello originale stava ancora al San Paolo ad aspettare l'impresa titanica della Roma...

 

Gianni Puca