Bilanci sempre in attivo, ma fatturati ancora bassi. Il Napoli può e deve crescere

I 10 anni di De Laurentiis presidente, coronati dai risultati della squadra e da un bilancio invidiabile in Europa. Facendo un excursus, vediamo qual è la situazione globale.
11.09.2014 09:50 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Bilanci sempre in attivo, ma fatturati ancora bassi. Il Napoli può e deve crescere
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In questi giorni sono emersi, su giornali specializzati in finanza, alcuni dati sulla situazione economica dei 20 club di Serie A. Sintetizzandoli, potremmo dire: il Napoli partecipa allo stesso campionato con squadre che non avrebbero i requisiti per esserne iscritti. Se è vero che il Napoli è quasi ultimo nell’ideale classifica delle grandi del calcio italiano per il fatturato, è altresì vero che vanta una situazione debitoria prossima allo 0. Le altre che possono vantare questo status sono Udinese e Lazio, anche se quest’ultima ha usufruito di un decreto spalma debiti che le ha consentito di salvarsi da una situazione catastrofica. Non è certo l’unica, ma è quella che ha saputo avvalersene meglio.  

Per quanto riguarda gli investimenti sul calciomercato, sembra che le leggi sul fair play finanziario non stiano funzionando a dovere. Basti guardare Manchester City e Paris Saint-Germain, sanzionate e penalizzate, ma ugualmente in animo di spendere una barca di soldi per rinforzarsi. La Uefa ha già avvisato la Roma di darsi una regolata, rischiando lo stop nelle manifestazioni europee (finora ci sono cascati solo il Malaga e qualche club dell’est europeo. Poca roba, a livello mediatico), non accettando ricapitalizzazioni del magnate Pallotta. Per sua fortuna, la Roma ha ottenuto plusvalenze clamorose dalle cessioni di Lamela, Marquinhos e Benatia, così da poter parzialmente rientrare delle cifre spese sul calciomercato. Un altro aiuto gliel’ha dato il Napoli che, dal canto suo, uscendo dalla Champions League, ha regalato a Juve e alla stessa Roma la propria parte economica derivante dai diritti di partecipazione alla massima competizione per club. Soprattutto la Roma, sta ancora ringraziando il Napoli!    

Il club azzurro è come una novizia in clausura, casta e pura, non avvezza ad imitare quello che fanno gli altri. Una scelta lodevole ma improduttiva. Un lusso ogni tanto non fa male. E dunque, un segno meno in bilancio, pur non essendo garanzia di vittorie, consentirebbe di mettersi alla pari con altri club che di continuo spernacchiano sulle leggi e su chi vorrebbe farle rispettare. 

In questi giorni, poi, si è parlato di un magnate asiatico che ha cominciato a ronzare attorno al club. Vi sono smentite di facciata, ma la realtà potrebbe essere diversa. Il Napoli fa gola, ma il suo problema è che il club presenta fatturati irrisori (120-150 milioni annui) rispetto al suo bacino d’utenza (più di 6 milioni di tifosi in tutto il mondo). Inoltre, non ha nemmeno uno stadio di sua proprietà (e non è neppure al 100% a norma Uefa).

In tutto ciò, il Napoli va in campo e fa il suo. Deve cancellare l’uscita dalla Champions, dando battaglia su ogni fronte (campionato, Europa League, Supercoppa italiana e Coppa Italia). Dopo i 3 punti di Genova, il suo futuro si chiama Chievo Verona, uno dei tabù storici dell’era De Laurentiis. Se la crescita del club dipende dai risultati del campo, allora la crescita del club dipende anche dalla vittoria contro il Chievo Verona.