Che succede, Napoli? E’ un problema tecnico, tattico, di spogliatoio o di altra natura?

Nella 2° giornata di Serie A 2014-2015 il Napoli stecca la prima in casa contro il Chievo. Negli ultimi tre anni il Napoli aveva sempre vinto le prime due partite di campionato.
15.09.2014 21:00 di Vincenzo Perrella   vedi letture
Che succede, Napoli? E’ un problema tecnico, tattico, di spogliatoio o di altra natura?
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Nella prima giornata, in Chievo-Juve, Maxi Lopez si era presentato quasi solo davanti a Buffon e gli aveva sparato il pallone addosso. Alla seconda giornata, a Napoli, l’argentino non ha sbagliato davanti a Rafael. Tutto ciò è molto significativo. Le squadre non perdonano alla difesa azzurra nemmeno mezzo passo falso. Ma la spiegazione non è tutta lì.

Il Napoli ha i medesimi problemi della passata stagione, forse addirittura peggiorati. Ormai le squadre avversarie hanno imparato i suoi difetti e puntualmente glieli ritorcono contro. Benitez, dal canto suo, non cambia registro. Il suo 4-2-3-1 non si tocca. Del resto, tutti gli allenatori che allenano il Napoli, non cambiano mai o lo fanno raramente, il proprio credo tattico, anche a costo di non vincere le partite. Non è detto che cambiando tattica si vinca, ma quantomeno si adegua la squadra alle esigenze della partita. Il tecnico azzurro ha chiesto maggiore unione intorno alla squadra, contestando alla stampa (specialmente quella del nord) un’eccessiva tendenza alla critica. Ma quali sono le colpe della stampa se contro il Chievo la squadra ha giocato senza mordente? E quali sono le colpe dei tifosi, invitati a non fischiare la squadra durante la partita (ed infatti lo hanno fatto nel dopo gara)? Essi avevano capito in anticipo che quest’anno non sarebbe stata una annata gloriosa, sottoscrivendo un numero di abbonamenti ridicolo per un club così ambizioso.

Ma quali sono le ragioni della disfatta col Chievo? 33 tiri totali non si vedevano in Serie A da un decennio. Di essi, meno di un terzo sono stati sferrati verso la porta clivense, ma il bravo Bardi è diventato Neuer per un giorno ed ha parato di tutto, pure un rigore all’infallibile (dal dischetto) Higuain. Ma non c’entra la sfortuna. E nemmeno il calciomercato. Non occorrevano fuoriclasse per battere i veneti. Il Napoli di questo inizio stagione è una squadra meno cattiva dell’anno scorso, meno reattiva, troppo nervosa. I mugugni estivi di alcuni suoi assi si stanno ritorcendo tutti sul campo. Anche tatticamente non fa le cose che dovrebbe fare. Ad esempio, sui cross degli esterni Maggio e Zuniga, c’è troppa poca gente in zona gol. Se la difesa avversaria ha 4 difensori bloccati, la squadra attaccante deve almeno pareggiare il numero di uomini in area di rigore. Ciò non avviene, cosicché anche le respinte sbagliate dei portieri non vengono mai ribadite in gol da nessuno.

Insomma, le premesse non sono incoraggianti. La vittoria col Barcellona in una amichevole agostana aveva illuminato gli entusiasmi, inducendo a pronunciare la parola scudetto. Poi dopo cosa è successo? Il Napoli è stato estromesso dalla Champions, ha vinto la prima di campionato all’ultimo sospiro ed ha perso la seconda in casa col modesto Chievo (che ogni anno trova i punti salvezza col Napoli. Quale altra grande della nostra Serie A perde in casa coi “Mussi volanti”?). In questa seconda giornata, la Juve ha vinto ancora, idem la Roma, le milanesi sono in forma. Altro che scudetto, anche la corsa al terzo posto per il Napoli è ora complicata.     

E giovedì sera, nel Gruppo I di Europa League, comincia l’avventura europea anche per gli azzurri. La tanto bistrattata (dal club) seconda coppa europea per club diventa a questo punto la prima occasione di riscatto di una squadra che dopo nemmeno un mese dall’inizio della stagione ufficiale già si interroga su quale sarà il suo futuro.