'Chisto è ll’anno buono'. Già, ma per cosa?

Il tormentone estivo sulla bocca di tifosi, comici, ex calciatori, giornalisti e pure alcuni calciatori attuali, ma soprattutto del presidente De Laurentiis: il Napoli vuole lo scudetto.
27.08.2014 20:00 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
'Chisto è ll’anno buono'. Già, ma per cosa?
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Champions o non Champions, questo era il problema. Lo diciamo da mesi: ecco motivato il ritardo del Napoli sul calciomercato. Impensabile che si trattasse di una strategia. Il centrocampista era una necessità. Spesso il bisogno aguzza la mente, ma non per il Napoli. Si è cominciato con Mascherano. Diciamo la verità, Jefecito non agognava il Napoli. Ha usato gli azzurri per farsi rinnovare contratto e ingaggio dal Barça. Il Napoli ci ha perso solo tempo. Così, visto che il tempo è denaro ma non costa nulla, si è tornati su Gonalons (seguito per 18 mesi!). Ma nulla da fare anche qui. E poi Lucas Leiva (seguito ormai da un anno), poi Sandro (obiettivo che ogni tanto vien fuori), perfino Fellaini (il cui infortunio ha raffreddato Bigon) e poi Kramer (il buon esito del Mondiale gli ha fatto passare lo status di sconosciuto ed è saltata anche questa trattativa) e poi ancora Obiang (trattativa da ultima spiaggia) e quindi Camacho (che non piace a De Laurentiis) ed altri giocatori di cui non si sapeva nulla come Reinartz (che però è voluto rimanere a Leverkusen) e David Lopez Silva (dell’Espanyol, bravo ma con un curriculum non di primo piano). Risultato finale? E’ giunto De Guzman (trattativa andata a segno perché low cost) ad arricchire il centrocampo azzurro. Gli altri sono Jorginho, Inler (richiesto dal Monaco), Dzemaili (che arde per lasciare il Napoli), Gargano (che tutti vorrebbero riconfermato ma che al primo passaggio sbagliato tutti fischieranno) e Donadel (udite, udite!). E Radosevic? Non pervenuto!

In tutto questo, restano ancora aperte le posizioni di Britos (diventato terzino sinistro d’occasione perché Ghoulam non soddisfa appieno Benitez), Maggio e Mesto (che restano pur se in scadenza 2015), Zuniga (in predicato di cambiare ruolo), Pandev (Benitez non vede l’ora che vada via) e Zapata (diventato oggetto del desiderio di ben 7 squadre). Ebbene, questo Napoli col cartello “Lavori in corso” ha già affrontato il preliminare di andata di Champions ed affronterà quello di ritorno, a pochi giorni dall’inizio del campionato. Una stagione da 50 partite con la rosa ancora incompleta (come ogni anno).

E pensare che durante il ritiro di Dimaro e anche dopo, il presidente De Laurentiis gridava a squarciagola la parola “Scudetto”. A lui si sono accodati giocatori, giornalisti, tifosi, perfino VIP. “Chisto è ll’anno buono”, ad un certo punto campeggiava questo slogan cantilenato in ogni dove si tifi Napoli. “Chisto è ll’anno buono”! Già, ma per cosa? Il club doveva fare un calciomercato da protagonista. Invece non ha preso giocatori richiesti dal tecnico, bensì giocatori prelevati a prezzi ragionevoli. Ma nel calcio non si improvvisa niente. E si vede.

E i mugugni di Callejon (cacciato dall’allenamento per scarso rendimento)? E i mugugni di Higuain (che ha lasciato il Real proprio nell’anno in cui vinceva la decima Champions)? E i mugugni di Insigne (che sogna un adeguamento contrattuale)? E i mugugni di Benitez (al quale era stato detto che in due anni sarebbe stato costruito un Napoli vincente)? E i mugugni della piazza (a cui era stato promesso lo Scudetto)? Chi ascolta questi mugugni? Quando De Laurentiis ha preso il Napoli 10 anni fa, non avrebbe mai immaginato fosse così difficile vincere nel calcio senza investimenti mirati, suddivisi tra squadra e stadio. Già, una squadra che gioca in uno stadio ancora senza tabellone (c’è solo un mini screen che segna il tempo e il risultato), senza un’identità internazionale, fatiscente e non di proprietà del club.

Ma perché preoccuparsi? “Chisto è ll’anno buono”!