Classifiche assurde: le 10 persone che non vorresti mai incontrare prima di Napoli-Inter

Città in fermento per la grande sfida
30.11.2015 13:25 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Classifiche assurde: le 10 persone che non vorresti mai incontrare prima di Napoli-Inter
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© foto di Insidefoto/Image Sport

“Quanto manca?... Troppo!” Inutile prenderci in giro, inutile provare ad ingannare l’attesa facendo finta di pensare ad altro. Napoli-Inter è una delle gare più attese ed importanti degli ultimi trent’anni, può essere il primo mattone di un castello dei sogni che viene la pelle d’oca solo a pensarci. E’ iniziato quasi un grande ritiro spirituale tra i milioni di tifosi azzurri, con ognuno che manifesta paure e speranze a modo suo. Per le strade della città puoi incontrare personaggi di ogni tipo, ognuno riconducibile ad un filone o categoria. Per esorcizzare questi minuti che ci dividono dalla gara proviamo a raccontarvi le 10 persone che non vorreste mai incontrare nelle strade della città prima di Napoli-Inter.

Il pessimista. Evitato dagli amici manco fosse un appestato, continua a ripetere il ritornello secondo cui “L’Inter non prende mai gol, vince sempre 1-0 e Mancini ha più fortuna che lacca sul ciuffo. E poi noi siamo a 17 risultati utili consecutivi, il 17 porta male!”. E’ lo stesso che, in caso di vittoria, vagherà nudo tutto alla Mostra D’Oltremare come fosse un’opera d’arte contemporanea.

L’ansioso. Il soggetto in questione è tra i più pericolosi. E’ colpito da attacchi di panico ad intervalli regolari, ha iniziato la giornata fagocitando dodici cornetti alla crema perchè, dice, che per una gara importante come questa ha bisogno di zuccheri (come se dovesse giocarla lui). Clicca F5 su Tuttonapoli.net ad ogni battito di ciglia, desideroso di conoscere anche a che ora ha starnutito Higuain quando è uscito di casa in mattinata. 

L’Euforico. E’ tra i soggetti da evitare, più di un logorroico in un lungo viaggio in treno. Dopo aver consumato 101 caffè, per darsi la carica dei 101 appunto, alterna un respiro ad una bevanda energetica. Ha già fatto dodici chilometri di corsa, scalato il Vesuvio, raggiunto Capri a nuoto per provare a scaricare un po' d’adrenalina. La moglie, disperata, gli ha iniettato 100 cl di morfina per sedarlo come un cavallo, senza ottenere risultati.

L’esagitato. Come uno che prenota le vacanze a settembre per l’agosto successivo, si è già messo in viaggio direzione San Paolo all’alba del lunedì, giustificandosi così con gli amici: “Ci saranno oltre 50mila spettatori al San Paolo. Metti che trovo traffico, che faccio, mi perdo i primi minuti?”

Il tattico. L’esemplare va accuratamente evitato, se non volete rischiare di incorrere nel fratello rimbambito di Bacconi. Si annida tra i vicoli, come una serpe pronta ad inserirsi nelle discussioni che origlia, appena l’argomento vira sulla gara con l’inter. Ha studiato Sarri come un amante della filosofia Socrate, ha rivisto i dvd delle sfide dell’Inter dall’ultima al Frosinone a quella di Mourinho, perché ritiene che lo Special One abbia lasciato un’eredità duratura nel dna nerazzurro. Sarebbe pronto a spiegarvi che, secondo lui, questa sarebbe stata la partita giusta di Sosa, Denis, Calaiò o chiunque altro sia più alto di Gonzalo Higuain. E che quel tipo di attaccante ci manca. Ah, se avessimo avuto Zapata. Per inciso, è lo stesso che lo scorso anno infamava il colombiano nemmeno fosse Darko Pančev.

Il sognatore. Ad occhi semichiusi, vive le ore della vigilia in un limbo tra realtà ed immaginazione. Sogna un 6 a 0 con Sarri in smoking, tripletta di Albiol e Reina che prende il posto di Decibel Bellini per annunciare i vari marcatori. Un tocco di colore, per la fantasia che ogni giorno muore. Il calcio è, e deve essere, anche questo.

L’astenuto. E’ pronto a candidarsi alle prossime elezioni, quindi, come ormai fanno tutti i politici di successo, si astiene da ogni tipo di pensiero proprio. Ruba un po' di qua e un po' di là, pensieri mai suoi ed assolutamente banali. Assume postura da statua quando viene chiamato in discussioni che riguardano la gara, appoggia le mani al mento ed asserisce con la testa ad intervalli regolari di dodici secondi. Ovviamente, dopo la gara, potrà dire “L’avevo detto” qualsiasi sia il risultato. Ignavo.

Lo sciacallo. Sono in mezzo a noi, alcuni casi siamo noi, senza nemmeno accorgersene. Colorati a strisce verticali di tutta Italia, che vivono i successi del Napoli di Sarri come una vera e propria oppressione. Si annidano tra le strade della città in silenzio, consapevoli di quanto possa significare una vittoria del Napoli. Il male non muore mai.

Lo stakanovista. Sveglia e caffè, barba e bidet, poi senza tram. Niente Fantozzi e niente ufficio nella sua giornata. Si è dato, spudoratamente mentendo, malato al lavoro per seguire tutti gli aggiornamenti. Smartphone, radio, televisione, televideo a caccia delle ultimissime. Ha preso in ostaggio la moglie, per evitare che possa invitare gente a cena in vista della sfida. Non vuole in nessun modo essere disturbato e tornerà ad essere animale sociale solo dopo le 23. Fino ad allora, che vada a quel paese anche Aristotele. 

L’astrologo. “Eh, ma Higuain nelle notti di trequarti di luna non ha mai segnato”. “Insigne nei lunedì nei quali Marte incontra Giove è sempre stato sotto tono”. “Hamsik con il fulmine di Pegasus difficilmente riuscirà a portare alla vittoria la New Team”. Questo il prontuario dell’esperto delle stelle, che magari va un po' in confusione. Non ci azzeccano mai, eppure c’è ancora chi li chiama.