Da 0 a 10: la sconvolgente risposta di Garcia, la spiegazione al tweet di ADL, il clamoroso atto d'accusa di Osimhen e l’Agostinellite di Rudi

Il Napoli si ferma ancora: Osimhen colpisce un palo e sbaglia un rigore. Kvara cresce con Anguissa, ma le scelte di Garcia restano incomprensibil
25.09.2023 20:03 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: la sconvolgente risposta di Garcia, la spiegazione al tweet di ADL, il clamoroso atto d'accusa di Osimhen e l’Agostinellite di Rudi
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Zero gol segnati e zero gol subiti. Ci sono già tante notizie in questa considerazione lapalissiana, che merita però intestazione più riflessiva. Il Napoli non becca gol, ed in sei gare ufficiali era accaduto solo col Sassuolo, ma non segna e non era mai accaduto nelle precedenti cinque gare. È stata una squadra più corta, riflessiva, equilibrata, che non s’è persa nelle folate in stile Bud Spuncer che io dò un cazzotto a te e tu lo dai a me e vediamo chi resta in piedi. Ha seminato equilibrio, pure troppo, ma quella è un’altra storia.

Uno il cambio che fa uscire di testa Osimhen, che sbaglia, perchè in questo momento non serviva. Piazzare Eolo a soffiare su un fuoco che già arde ha un solo risultato: alzarne ancor di più la fiamma. L’idiosincrasia di Victor alle sostituzioni non è certo roba nuova sotto al sole, ma in questo caso c’è dell’altro, molto altro. C’è una critica non al cambio in quanto tale, ma alla filosofia che sta dietro al cambio, alla genesi cultura di quella scelta di Garcia. Non è un senatore si infuria ad una seduta, è uno che critica le scelte del partito. 

Due punte, due punte, due punte! Il gesto rabbioso di Osimhen (una sorta di disobbedienza civile) è un atto d’accusa, che inchioda Garcia a quel timore già palesato con i cambi finali a Genova. Questa ‘Agostinellitedi Rudi, che s’è fissato con la storia che “Se non si può vincere, meglio pareggiare’ ha un difetto di fondo: per vincere, ci devi provare in ogni modo, fino all’ultimo secondo. E se il tuo 9 si mette a sbraitare, perchè non si spiega perchè non provare l’assalto finale con la doppia punta, vuol dire solo una cosa: che questa tua paura la squadra l’ha assorbita. E non la condivide affatto.

Tre da titolare su cinque per Raspadori. È un trend da analizzare, che si sta ormai consolidando: Garcia vuole Jack in campo, anche da esterno. Una forzatura che cambia il modo di attaccare del Napoli, l’armonica rappresentazione del calcio di Spalletti che viene minata in alcuni concetti. Jack vuole la porta, ne è attratto da sempre: è il suo più grande pregio. Cucirgli addosso questa parte che non è sua, lo porta ad accettare un copione che tende poi a non rispettare. Si accentra e non attacca quasi mai la profondità, divaga sul tema perchè la natura, alla fine, si impone sempre sulle cocciute scelte degli uomini. “Credo che da te non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx”.

Quattro minuti dopo la fine, De Laurentiis torna a palesarsi sui social dopo non aver mai scritto nulla intuite le precedenti gare della nuova era. “Bravi tutti, ripartiamo da Bologna”. Motivazione abbastanza palese: tappare una falla, tamponare una piccola emorragia dopo il mezzo passo falso e la reazione plateale di Osimhen. ADL si coccola Garcia, ma più che altro difende la sua scelta: Rudi è un suo grande azzardo. Il patron estende via web la sua longa manus, che cinge circolarmente tutti, in attesa di una reazione. “C’è chi ti abbraccia così forte che sembra voglia romperti. E invece di romperti, ti aggiusta”. Speriamo nel secondo effetto.

Cinque cambi e un grande caos tattico, umano e dialettico. Lindstrom che con mezzo allenamento viene lanciato in campo con la Lazio, poi fa la fine di Mina e si ritira dalle scene e pare. “Faccio l’accento danese’: si potrebbe parafrasare Fantozzi e chiedere un riscatto per il buon Jesper. “Deve imparare gli schemi” dice Rudi, che però contro i biancocelesti l’aveva preferito ad Elmas, che gli schemi li conosceva eccome. Poi aggiunge: “Non ho messo le due punte perchè ero contento della creatività del centrocampo” col Napoli che non tirava in porta da venti minuti. 

Sei a Kvaratskhelia, che fa quel che può ma s’è perso i terzini come Ligabue le parole in Radiofreccia. Al 77 manca il sostegno dei laterali bassi, con Olivera e Mario Rui tenuti a freno da indicazioni di scuderia, come faceva Mandrake con Bernadette in Febbre da Cavallo prima di liberarsi dalle catene. Jean Louis Rossini era pure lui francese, come Garcia. Il georgiano è in ripresa, ma bisogna dargli più appoggio altrimenti è costretto a tentare sempre l’iniziativa personale. Ridategli le sovrapposizioni. 

Sette a Natan, che pur non avendo ancora “sciacquato i panni in Arno” riesce a giocare una gara di grande impatto. Il brasiliano “che non parla neanche bene l’italiano, ma si vede che si fa capire bene quando vuole” è preciso negli appoggi, aggressivo nei contrasti, lucido nel gestire un hype che nemmeno per la puntata finale di Lost. Natan non solo non si perde, ma svela caratteristiche che possono essere molto utili per alzare il bacino del Napoli e permettere un pressing più alto ed efficace. Più atteso di Volpi e Poggi nelle collezioni di figurine, l’abbiamo visto. Natan c’è e ora c'ho le prove.

Otto punti in classifica, già sette lasciati per strada che segnano la distanza dall’Inter. Da un castello ad una casa un pochino ‘sgarrupata’, in cui qualche volte ti senti ‘sgarrupato’ pure tu. Era difficile da prevedere, figurarsi da metabolizzare, un Napoli che con lo scudetto sul petto si ritrova a 7 punti dalla vetta in appena 5 turni. Garcia è fortunato, incontra tutti tifosi che lo adorano e parla di una ‘minoranza urlante’ che è contro di lui come se le rimostranze delle minoranze (che poi in questo caso minoranze non sono caro Rudi) non meritassero attenzioni. Quel che Rudi finge di non capire è altro: qui sono i numeri che certificano un problema importante, un canyon che già ad oggi rischia di far abdicare il Napoli, senza nemmeno lottare. 

Nove a qualche considerazione sparsa che lascia ottimisti: il Napoli è una squadra forte, anzi fortissima. Ritrovando il miglior Anguissa (segnali importanti a Bologna), valorizzando l’esplosività di Natan, rimettendo Osimhen e Kvara al centro del villaggio può fare un filetto importante di vittorie. Bisogna, però, limare tanti dettagli, fare le cose con la cura del buon padre di famiglia. Lo scorso anno il gruppo è stato eccezionale (grazie a Spalletti) a gestire l’entusiasmo, quest’anno bisogna fare i conti con un altro demone: la pressione di chi si trova a dover difendere il titolo.

Dieci alla domanda per eccellenza ed una risposta di Garcia che lascia interdetti. “Sente di avere la fiducia del gruppo” chiedono al tecnico, che glissa: “Questa è una domanda che dovete fare ai calciatori”. Ma come? La domanda si riferiva ad una sua sensazione, perchè rispondere rigettando la palla nell’altro campo? Se chiedi ad uno che s’è sposato da due mesi: “Pensi che tua moglie ti ami?” ti risponderà di ‘Sì’. Su questa risposta balla tutta la stagione del Napoli: che si faccia chiarezza sul tema. Che si guardino tutti negli occhi, che non s’anneghi nei silenzi. La sinergia deve essere totale, l’unione d’intenti ferrea. Non esiste strada differente per vincere, se non il sentirsi parte di un meraviglioso tutto. “Io non voglio indifferenza. Voglio più coscienza”.

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