La storia siete voi: Gianluca Grava, più marine che soldatino

È uno dei pochi uomini al mondo in grado di poter dire di aver giocato e vinto in C, in B, in A, in Europa League ed in Champions con la stessa maglia
15.05.2013 21:00 di  Leonardo Ciccarelli  Twitter:    vedi letture
 La storia siete voi:  Gianluca Grava, più marine che soldatino

“Il Napoli non è una squadra di calcio, è lo stato d’animo di una città” diceva Andrè Villas-Boas prima dell’ottavo di finale in terra partenopea con gli occhi pieni di ammirazione ma questa frase, entrata nel cuore dei tifosi partenopei, può essere rapportata anche ad un calciatore che dopo 5 anni di onorato servizio andrà in licenza permanente: Gianulca Grava, il soldatino.
Grava nasce nel 1977 a Caserta ma è un napoletano verace nella mente e nei fatti perché la sua storia è quella di tutti i napoletani, la sua storia è lo stato d’animo della città perché Grava è un uomo che non si è mai arreso, che ha fatto di tutto per raggiungere i propri obiettivi e i traguardi che si era prefissato e non avendo il talento del fuoriclasse, venendo quindi a mancare il punto cardine per la carriera di alto livello ha deciso di mettersi al servizio della comunità. Non è il velocista da volata, è l’uomo squadra che con i suoi sacrifici riesce a raggiungere vette memorabili.
Gianluca comincia la sua carriera in casa, alla Casertana nei dilettanti e con i falchetti riesce a raggiungere il professionismo prima di passare alla Turris e poi alla Ternana, la sua prima grande avventura.
A Terni Grava arriva 22enne ma con già 5 campionati di buon livello alle spalle e quindi con un grande bagaglio di esperienza ed arriva in contemporanea a quello che sarà uno dei suoi più grandi compagni di viaggio: Fabrizio Miccoli. L’attuale capitano del Palermo lega tantissimo con il natio di San Nicola la Strada perché hanno la stessa concezione del calcio, fatto solo con sudore e sacrificio.
6 anni alla Ternana da protagonista, poi il divorzio, prima in prestito al Catanzaro e poi, da gennaio 2005 la scalata al successo: si aprono per lui le porte del San Paolo.
Napoli è per lui l’occasione da non perdere, il treno della vita che passa una sola volta. In Campania non c’è assolutamente nulla se non un presidente con tanta voglia di fare, un direttore con le idee chiarissime ed una squadra che nasce dalle proprie ceneri e che non ha neanche la denominazione classica. All’epoca era ancora Napoli Soccer.
Il primo anno è toccato dalla cocente delusione del playoff perso con l’Avellino, il secondo anno è una cavalcata annunciata che si culmina con la vittoria del campionato e con il suo primo goal in maglia azzurra, nel derby con la Juve Stabia. Idem l’anno successivo che comincia con la splendida vittoria sul Treviso, firmata da un goal sempre del Soldatino, e con la promozione a braccetto insieme al Genoa gemellato. È festa, è Serie A.
Grava ha 30 anni e finalmente può godersi il meritato traguardo, l’esordio.

La prima la salta, col Cagliari, la seconda giornata la gioca da titolare e con la fascia da capitano in una domenica indimenticabile: 5-0 sul campo dell’Udinese e la rivelazione del Pocho Lavezzi che fa inchinare per la prima volta l’Italia pallonara ai suoi piedi.
Gli anni passano e Grava non è più protagonista, prima Reja, poi Donadoni, cominciano a metterlo ai margini poi arriva un uomo da San Vincenzo e la carriera di Grava prende un impennata.
Mazzarri è un maniaco della difesa a tre e scopre in Grava doti che nessuno aveva mai notato: essendo Gianluca un terzino difensivo oppure un centrale con spiccate doti da marcatore rientra alla perfezione nella categoria di super marcatore che la difesa a 3 richiede e così diventa lo scudiero del Mago Walter: Mutu, Cassano, Eto’ò, Totti, Ronaldinho. Tutti che si inchinano dinnanzi alle doti da segugio di Grava che marca ad uomo come nessuno. Sei un allenatore ed hai bisogno di annullare un giocatore che crea problemi? Grava è la soluzione per te.
Il primo anno di Mazzarri elegge Grava ad uomo simbolo e lo eleva nel cuore dei tifosi fino a quando un infortunio non gli stronca il secondo anno. Lesione al legamento crociato anteriore e stagione finita a Gennaio.
Gravatar non si riprenderà mai più del tutto e le ultime due stagioni sono state da gregario ma ogni santissima volta che si è avuta la necessità di schierarlo lui si è sempre fatto trovare perfettamente in forma, perché lui è così: un soldato pronto all’azione.
Si toglie comunque la soddisfazione dell’esordio in Champions League, contro il Villareal, e la soddisfazione della vittoria in Coppa Italia. È uno dei pochi uomini al mondo in grado di poter dire di aver giocato e vinto in C, in B, in A, in Europa League ed in Champions con la stessa maglia.
Ci ha lasciati domenica, con centomila mani ad applaudire la sua uscita e lui a ricambiare con una canotta, azzurra, con la scritta “Ti amo” impressa a caldo e rivolta ai suoi sostenitori. Quella di Grava è probabilmente una delle storie più belle che il nuovo corso del Calcio Napoli potrà mai offrire ai suoi tifosi e noi non lo dimenticheremo perché chi ama non dimentica. Più che un soldatino sei un Marines, grazie di tutto Gianluca.