Milik, tre qualità in comune con Higuain: il Napoli non poteva scegliere un sostituto migliore

Arkadiusz Milik non avrà problemi a raccogliere l'eredità lasciata dal Pipita
17.08.2016 09:20 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
Milik, tre qualità in comune con Higuain: il Napoli non poteva scegliere un sostituto migliore

Dopo essersi concluso nel peggiore dei modi possibili il tormentone Higuain, è iniziato immediatamente quello legato al nome del suo sostituto. Con Icardi, la trattativa, forse ancora non del tutto chiusa, è stata lunga ed estenuante, troppo contorta fin dall'inizio ma funzionale a distrarre la piazza dal tradimento del Pipita. Poi è arrivata la suggestione Cavani, la possibilità Kalinic, ma il Napoli non ha mai dimenticato di avere in rosa due degni eredi dell'argentino: Manolo Gabbiadini, probabilmente non facilmente collocabile nello scacchiere tattico di Sarri ma un calciatore importante che farebbe più che comodo a qualsiasi squadra del nostro campionato, e Arkadiusz Milik, l'acquisto più costoso di questa campagna acquisti, che ora andremo a scoprire assieme. 

Innanzitutto dobbiamo partire da una constatazione: tra tutti gli attaccanti realisticamente appetibiili, in giro non c'era niente di meglio del polacco, anche a cifre superiori. Sono tre le cose che devono aver convinto il tecnico toscano a puntare su di lui, tre qualità che lo accomunano a Gonzalo Higuain. Come il centravanti argentino, tecnico ma penalizzato da un baricentro troppo alto, rapido in campo aperto ma rallentato dalla sua corsa pesante e macchinosa, poco dinamico nel breve eppure devastante nei cambi di direzione, il polacco non ha l'accelerazione per guidare da solo un contropiede, l'abilità nello stretto per sfondare difese ben posizionate, non è dotato del palleggio da regista, né della prestanza fisica di un'ariete, ma di una maturità che bilancia perfettamente la consapevolezza dei suoi mezzi e quella dei suoi limiti. Milik non ha caratteristiche da alieno ma riesce a fare tutto piuttosto bene, grazie a delle movenze pulite ed eleganti, ad un fisico distinto che lo rende dinamico in ogni situazione di gioco, oltre che un saltatore pericoloso.  

Un'intelligenza tattica invidiabile, evidenziata da un'innata propensione ad attaccare la profondità e l'area di rigore con i tempi giusti, da una spontanea ed azzeccata scelta del movimento più consono, come tagliare sul primo palo, allargarsi sul secondo o sulla fascia, venire incontro ai compagni sulla linea della trequarti per fornire uno scarico comodo o giocare di sponda. Proprio come Higuain dunque il polacco non rappresenta un attaccante statico, predilige sistemi di gioco che gli permettono di non restare troppo isolato e gli concedono una buona libertà di movimento. La possibilità di giocare alle spalle di Lewandowski in Nazionale, agendo da seconda punta o quasi da trequartista (ruolo che ha ricoperto ad inizio carriera), lo sgancia infatti dalla marcatura asfissiante dei difensori avversari. Ma il polacco è essenzialmente un'ottima prima punta, il 4-3-3 dell'Ajax di De Boer aveva molti punti in comune con il modulo del Napoli, per questo Milik non dovrebbe avere problemi ad ambientarsi, e le prime apparizioni in amichevole sembrano confermare questa impressione. Non avrà la stessa efficacia nel gioco spalle alla porta del Pipita (qualità nella quale il neo juventino è forse primo al mondo), Milik preferisce difatti giocare fronte alla porta, puntare l'avversario per poi fare la scelta migliore.

L'ex lanciere inoltre difficilmente forza le giocate, preferisce optare per la soluzione più semplice, utile ed efficace. L'unica arma della quale sembra fidarsi ciecamente è la stessa dell'argentino, ovvero le conclusioni. Il suo mancino, definito dalla bandiera olandese Dennis Bergkamp "una bacchetta magica", riesce ad essere allo stesso tempo potente e preciso, tanto da consentirgli di trovare facilmente gli angoli della porta. Se però il piede debole di Higuain riusciva a rappresentare una costante minaccia per le difese avversarie, il destro del polacco lascia un po' a desiderare e rappresenta al momento il suo vero punto debole. Al contrario, mentre l'argentino era perennamente contraddistinto da una perenne insoddisfazione di sé, da una garra esasperata che lo portava ad essere spesso imbronciato, nervoso, quasi ossessionato dal gol, Milik sembra essere più sereno e determinato, conscio di essersi costruito la carriera a piccoli passi, rimandando salti troppo repentini, consapevole ora del fatto che sia arrivato il momento di tentare il definitivo balzo nel grande calcio, per questo difficilmente lo sbaglierà. Non sono indizi di una mancanza di personalità ma semplicemente di un approccio alle gare diverso, più rilassato e costruttivo, non ha la presunzione di essere costantemente nel vivo del gioco, ma allo stesso tempo sa di essere indispensabile in ogni situazione, soprattutto in fase di non possesso

Insomma Arek è Arek, non è Higuain, ma se siete preoccupati su chi debba essere il sostituto del bomber argentino, beh sappiate che il Napoli non avrebbe potuto optare per una scelta migliore.