Quando vuole, il Napoli vince e gioca bene. E allora un dubbio sorge…

Nella 30esima giornata di Serie A 2014-15, il Napoli torna alla vittoria in campionato dopo quasi due mesi: 3-0 alla Fiorentina. Ritornano al gol gli attaccanti; anche Higuain. Anzi, no!
13.04.2015 17:30 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Quando vuole, il Napoli vince e gioca bene. E allora un dubbio sorge…
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

23 febbraio 2015: Napoli-Sassuolo 2-0; 12 aprile 2015: Napoli-Fiorentina 3-0. In mezzo a queste partite, 5 gare condite da 2 pareggi e 3 KO. Dunque 2 soli punti che hanno consentito alla Roma di non essere raggiunta al secondo posto (cosa invece accaduta con la Lazio) ed alla squadra di Pioli di spiccare il volo verso la seconda piazza del torneo. Oltretutto, Fiorentina e Samp hanno sovrastato il Napoli stesso. Ma solo per una giornata. E’ bastato il 3-0 azzurro coi viola e l’1-1 dei blucerchiati a Milano a riportare il Napoli al quarto posto con 50 punti, frutto di 14 vittorie, 8 pareggi e 8 sconfitte, 50 gol fatti e 37 subiti. Si noti che la Lazio ha perso lo stesso numero di partite del Napoli, ma ne ha vinte 4 in più! Ecco spiegati gli 8 punti di distacco dai biancocelesti (tra l’altro battuti in casa loro dal Napoli!). 

Attenzione, la vittoria contro la Fiorentina non deve nasconere tutto quanto accaduto in questo periodo al Napoli. E’ poco dire che il ritiro imposto da De Laurentis sia bastato a restituire rabbia e concentrazione alla squadra (e a Benitez). Diciamoci la verità, quanto gli allenatori e i calciatori giungono a Napoli, essi sono determinati ed ambiziosi davanti ai taccuini e ai microfoni. Magari affrontano le prime partite con una voglia ragguardevole. Ma poi? Sembra che pian piano perdano consistenza. Il perché è inspiegable, ma non mancano le ipotesi. Quando allenatori e calciatori firmano per club come la Juventus, la “conditio sine qua non” che viene imposta loro è vincere. Non è scritta sul contratto, ma è come se lo fosse. Invece, quando si firma per il Napoli, la prima condizione dettata dal presidente è quella di crescere, senza fretta, per poi arrivare lentamente alla vittoria. Ma se quest’ultima non arriva, non ci si deprima. L’importante è giungere in Champions. E gli allenatori e i calciatori accettano questi dettami, creandosi scudi e scusanti quando non si centra mai il bersaglio grosso dello scudetto. Non vi sono prove di tutto ciò, eppure accade. La grande prestazione coi viola (dopo deludenti 5 gare) dimostra che se vuole, il Napoli può esplodere di grinta e grande abnegazione. E in questo modo, non si può che vincere.  

Ogni anno, quando ci si rende conto che molti degli obietivi sono sfumati, si deve ricorrere ai soliti compromessi di spogliatoio, uniti a promesse del presidente di premi aggiuntivi per il raggiumento di obiettivi che invece dovrebbero essere ricercati a prescindere. Perché ciò? 

La stagione del Napoli dipende molto dall’Europa League. Ma la fiducia aumenta, visto che contro la Forentina sono ritornati al gol tre importanti esponenti dell’attacco azzurro: Mertens (dall’8 febbraio non segnava), Hamsik (dall’8 marzo non segnava) e Callejon (dal 6 gennaio non segnava). In verità avrebbe segnato anche Higuain, ma l’arbitro Di Bello, in versione assistente d’area, non ha visto la palla rimbalzare oltre la linea della porta di Neto, regalando alla Fiorentina la possiblità di andare al riposo solo sullo 0-1. Coi viola si è rivisto anche Insigne, autore dell’assist vincente di Callejon. Un buon viatico, in vista di un finale di stagione tutto da vivere.