TRIPLICE FISCHIO - Il San Paolo omaggia il suo eroe e riabbraccia la Champions

14.05.2016 23:02 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
TRIPLICE FISCHIO - Il San Paolo omaggia il suo eroe e riabbraccia la Champions
TuttoNapoli.net
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

IL PROTAGONISTA – Un giorno, magari tra cent’anni, un bambino chiederà a suo nonno: “Chi era Higuain?”. La risposta è tutta qui, in questa notte infinita che brilla di leggenda. Gonzalo Higuain entra nella storia prepotentemente, senza chieder permesso a nessuno. Tre gol per salutare Nordahl e diventare il bomber più prolifico nella storia del nostro campionato. Il protagonista è Gonzalo Higuain e ad eleggerlo è lo stadio San Paolo, che esulta di più per il suo gol numero 34 in campionato che per la rete di Hamsik, quella che vale il secondo posto, ovvero fase a gironi della prossima Champions League. È contagioso l’amore per il Pipita, che insegue il suo record spinto dall’amore della sua gente, del suo popolo che a lui è grato per quello che ha saputo regalargli quest’anno. Dopo il 34 ecco il 35 ed infine il 36, stupendo, da non credere. Pallone a casa e poi in cielo rivolgendosi a tutti i settori dello stadio: sei nella storia, Gonzalo.

IL MOMENTO CHIAVE - Al minuto 12, ovvero quando l’iniziale teorica passeggiata diventa gara vera, autentica, con tanto di ansia e adrenalina tipica delle domeniche più belle. Gori si fa cacciare per “eccesso di nervosismo” ed il Frosinone - che prima d’allora non rinunciava ad attaccare a costo di rimediare l’imbarcata - decide inconsciamente di difendere e basta, chiudendo ogni varco e aggrappandosi a qualsiasi centimetro pur di mantenere la propria porta inviolata. Non basta Zappino e qualche deviazione fortunosa ad evitare ad Hamsik di far gol e al Napoli, dunque, di sbloccare la partita e sbloccarsi, soprattutto mentalmente. Anche dopo la rete dello slovacco inizia un’altra partita.

POTEVA FAR MEGLIO – Nessuno, va bene così. Ottantadue punti in classifica è il massimo e non si poteva far di più, non con questa rosa, non con questa Juve, non in questo campionato. Lecito vivere di rimpianti ma a mente fredda, distanti dalla rabbia per il sogno svanito, ci si rende conto che oltre era impossibile andare. Ed allora va bene così, va bene “accontentarsi” del secondo posto, del record di punti, del record di vittorie, della più bella stagione della propria storia da quando la Serie A è a venti squadre. A nessuno piace festeggiare un secondo posto quando l’alternativa era lo scudetto, ma dopo aver abbandonato l’idea magica sarebbe delittuoso non godere lo stesso del traguardo raggiunto con sudore, fatica, anima, cuore, orgoglioso e tanto, tanto impegno.