Vuoi acquistare un calciatore e sei del Napoli? Lo paghi il doppio!

Le valutazioni di mercato su un giocatore sono spesso determinate in base a criteri del tutto personali, piuttosto che dal valore reale del giocatore, dal suo curriculum o altri parametri.
14.07.2015 07:00 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Vuoi acquistare un calciatore e sei del Napoli? Lo paghi il doppio!
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© foto di Federico De Luca

Partiamo da un presupposto che ormai è arcinoto: il tallone di Achille di De Laurentiis è il calciomercato. Per carità, nella sua storia napoletana ha anche messo a segno colpi di mercato considerevoli, non ultimo quello del Pipita Higuain dal Real Madrid, e non quando questi era in chiusura di carriera, ma nel pieno fulgore della sua attività di cannoniere. I problemi però nascono a monte: ogni trattativa è una traversata atlantica. Le trattative giungono ai limiti dell’inverosimile, non soltanto per tentare il ribasso del prezzo, ma anche e soprattutto per la grana dei diritti di immagine (ultimamente riguardante Astori) e per contratti lunghissimi da leggere e da firmare. Infine, il Napoli non partecipa ad aste. Appena ci si fonda su un giocatore, subito intervengono pure Juventus ed Inter che magari non vogliono acquistare il giocatore, ma ne fanno alzare la quotazione per mettere in difficoltà il Napoli. Ma non sempre il mancato realizzo di un acquisto è colpa del presidente azzurro.

Il discorso si amplifica quando si fanno i conti con le quotazioni che ciascun presidente dà di un proprio calciatore. Qui non c’entrano più discorsi di mercato e cucciculum del calciatore. Ogni presidente considera un proprio giocatore un futuro campione e dunque il suo valore è più una prospettiva per il futuro che un reale valore del presente. Da qualche anno, poi, visto che il Napoli è ritenuto un club forre economicamente, i presidenti di altri club, di Serie A e non solo, hanno imparato a chiedere il massimo possibile per cedere un loro calciatore. Quando invece tali giocatori sono richiesti da altri club, il valore viene scontato, in quanto ad esempio Juventus e Inter offrono meno soldi ed alcuni elementi giovani della primavera, ma solo in prestito. Dunque, se acquistano Pinco Pallino per 10 milioni, riusciranno ad ottenerlo per 7 milioni più il prestito di uno o due giovani che poi torneranno alla casa madre dopo uno o al massimo due anni. Col Napoli questo discorso non vale. Se Pinco Pallino viene valutato 10 milioni, al Napoli vengono richiesti dai 12 in su. 

E l’ultima moda vuole che i calciatori vengano valutati dai 20 milioni in su (vedi Milan con Bertolacci)! Per tale motivo, il Napoli ha rinunciato a Darmian, finito invece allo United per 15 milioni + 3 di bonus. Dunque, condizioni del tutto differenti! De Laurentiis ha anche provato a prendere Maksimovic dal Toro, ma il presidente Cairo ha rifiutato ben 12 milioni + 3 di bonus. Ma allora quanto vale davvero questo giocatore che fino all’anno scorso ne valeva 3,5? E che dire di Vrsaljko? Il Sassuolo lo avrebbe ceduto al Napoli in cambio di 8 milioni più il prestito di Zapata (ma il colombiano andrà altrove), dunque il suo valore è schizzato a 10 milioni e, dopo l’intromissione della Juve, a 12 milioni (se non a 15) in pochi giorni. E Saponara? L’Empoli preferisce accettare 12 milioni dalla Juve (che lo lascia ancora un anno in Toscana) piuttosto che i 15 cash del Napoli! E Allan? Con 12 milioni più tre giocatori lo si può rilevare dalla bottega carissima dell’Udinese. Già, ma che curriculum ha il 24enne brasiliano per giustificare una simile contropartita da parte del Napoli? Qui De Laurentiis non ha colpe. Ecco perché negli ultimi anni ha acquistato all’estero. Fuori Italia questi giochini non esistono. Ma nel Belpaese, si sa, i piccoli club tendono a favorire i bianconeri e le due milanesi. Club come il Torino non si sentono in concorrenza con Juve, Milan e Inter, ma col Napoli sì (e non si capisce in base a quale criterio).

E pensare che tra poco dovrebbe entrare in vigore una norma in base a cui i club italiani dovranno avere in dotazione nei propri organici calciatori italiani (almeno 4), soprattutto per favorire le formazioni primavera ormai penalizzate dalla continua ondata di stranieri che ogni anno giungono qui da noi. Riusciranno le leggi a risolvere i problemi?