Da Zero a Dieci: L’appello disperato di Pepe, lo squallore del branco razzista, il socio milionario di ADL ed il consiglio ai tifosi dell'Hellas

23.11.2015 11:01 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: L’appello disperato di Pepe, lo squallore del branco razzista, il socio milionario di ADL ed il consiglio ai tifosi dell'Hellas
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Zero, troppo facile. E qui non è questione di dare i voti, di dividere i cattivi dai buoni e metterli dietro la lavagna. Qui c’è da guardarsi allo specchio al mattino ed interrogarsi. Con il mondo che trema, con l’Europa che finge di essere unita. Nascosti in mezzo al branco, protetti dallo squallore di un branco che mostra la sua parte peggiore. La marsigliese è solo una foto da condividere su un social per sentirsi migliore. Nell’anonimato, poi, diventa normale insultare un ragazzo di 24 anni, perché di questo parliamo. Dedichiamo a queste anime perse le parole di un sempre attuale Martin Luther King: “La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?”. Cosa risponde la vostra coscienza questa mattina, quando siete fuori dal branco?.

Uno il punto raccolto dalla Fiorentina nel derby toscano. Sicuramente un buon risultato per la squadra di Sousa in ottica Europa League. Così, almeno per qualche giorno, non dovremmo ingerire la solfa dei viola che sembrano il Barcellona (hanno detto anche questo), che giocano un calcio spettacolare e che possono lottare per il titolo con Ilicic - quello che si permette di giudicare la difesa del Napoli - in attacco. Quanto vi costa ammettere che questo Napoli gioca il calcio migliore del campionato?

Due spolverate di magia di Hamsik al Bentegodi. Marek a Verona indossa il grembiule da alchimista, si traveste da Solid Snake (protagonista della fortunata serie videoludica “Metal Gear”) e piazza due pacchetti confezione regalo di C4 sulla diga eretta da Mandorlini. Come Walter White, conosce a perfezione gli elementi che servono per dare al Napoli quello di cui ha bisogno. E non parliamo di sostanze stupefacenti. Senza ricami e senza lasciare spazio all’estetica. E’ l’essenzialità che ci concretizza in due piedi ed un cervello sempre accesso. L’elemento chimico preferito dei napoletani è il Ma ReK 17

Tre le vittorie in trasferta in campionato nelle ultime quattro lontano dal San Paolo. Sembra passata un’eternità da quando il Napoli aveva collezionato la sconfitta con il Sassuolo ed i pareggi di Empoli e Carpi nelle gare on the road. Era l’inizio di un campionato che adesso è un ricordo sbiadito, una foto con il maglioncino a rombi durante le feste natalizia dell’adolescenza che tieni chiusa nel cassetto come il mostro di Lochness, come il più grande sbaglio della tua vita. Anche quello, però, ti ha aiutato a crescere. Maglioni a rombi e 4-3-1-2 sono lezioni di vita che difficilmente dimenticheremo. 

Quattro presenze da titolare in campionato per Chiriches e certezze che aumentano di gettone in gettone. Non sarà il Cannavaro con la K di Germania 2006, ma non è nemmeno l’erede di Prunier (tra l’altro pare che l’Oms stia conducendo degli studi sul difensore francese, che sarebbe causa di orticaria e depressione postuma per alcuni tifosi del Napoli che lo hanno visto giocare dal vivo)che in molti si sforzavano a raccontare dopo la prima balbettante prestazione con il Sassuolo. Anzi. Non sarà un titolarissimo, ma ci si avvicina molto.  

Cinque minuti di ritardo per una rete bucata. Ma come? Il simbolo del nord sempre operativo, che nell’ottobre 2015 ha già pianificato il ponte dell’Immacolata del 2018 e programmato una giornata in montagna sfruttando l’anno bisestile per il 29 febbraio 2020, arriva così impreparato alla sfida salvezza? Fosse accaduto al San Paolo, immaginiamo l’ironia. Noi, no. Abbiamo il cuore buono. E poi, a punirvi, avete già troppe sofferenze. Tipo il Pandoro marchiato Valerio Scanu.

Sei gare per trovare l’ultima rete incassata da Reina, rimasto illibato come Steve Carrel in “40 anni vergine” contro Verona, Udinese, Genoa, Palermo e Chievo. Dopo aver provato di tutto, parole crociate, coordinatore dei raccatta palle del San Paolo, parcheggiatore abusivo, il buon Pepe pare aver trovato la sua nuova strada. Più che per le prodezze tra i pali, si fa notare per il suo attivismo sui social network. Il prossimo step è diventare un Fashion Blogger di fama internazionale: dalla prossima gara andrà in porta vestito come Lapo Elkann ad un party a Formentera. Che senso ha mettere guanti e divisa del Napoli se nemmeno arrivano dalle sue parti? L’appello disperato è già partito su Instagram: Follow me!

Sette le meraviglie del mondo, come le reti di Insigne in campionato. Quella di Verona può essere paragonata al Faro di Alessandria D’Egitto: è la luce che indica la strada in un pomeriggio in cui iniziava ad addensarsi il dubbio di non farcela. “Dall’alto” del suo metro e sessantatrè, Lorenzo indica la via, in un viaggio introspettivo dell’eroe mortificato dagli insulti e poi esaltato da un silenzio e festeggiato con i baci che sono apostrofi tutte azzurre di un t’amo che è già materia per la sceneggiatura di un film. Eh già Lorenzo, calciatore che scrive storie da mettere in pellicola. “Che bell’idea fare l'attore, ti prendi la storia che vuoi, i personaggi che vuoi, qualche volta fai finire la tua storia come vuoi. Ti fai amare, ti puoi far baciare e lasciare, puoi nascere e morire mille volte, ridere e piangere e poi torni a casa”. Quelle lacrime versate a Verona lo scorso anno. Quella casa che ti aspetterà sempre. La tua casa. Napoli. 

Otto a Florentino Perez, nuovo socio di Aurelio De Laurentiis nelle fortune di Aurelio De Laurentiis. Anche se inconsapevolmente. Immaginatela adesso la storia, se il buon Florentino non avesse deciso di cacciare Carlo Ancelotti (solo questo meriterebbe analisi psichiatrica). Pensate a come si sarebbe evoluta la storia. Pensate ad un Rafa Benitez che, senza grandi panchine libere e prospettive, avrebbe alla fine accettato il rinnovo in azzurro. Ora fate un respiro profondo. Liberatevi da questo pensiero negativo. Focalizzate il Napoli di Maurizio Sarri. Il più bello che molti di voi/noi abbiano mai visto. Oltre i risultati. Vedere questa squadra è godimento puro, per il dominio che riesce ad esprimere. Per la supremazia che impone con una “spacconeria” degna del più feroce Tyler Durden. Livello di godimento: Lino Banfi quando il Catania segna il 2 a 1 sul campo della Juventus e scopre di aver fatto 13 ne “Il Bar dello Sport”. 

Nove, zero ed una comparsa di The Walking Dead: questo lo schema dell'Hellas. Trattasi di vagante quello schiacciato tra Albiole Chiriches. al quale Riccardo Bigon ha fatto firmare in estate un Quinquennale da 1 milione l’anno. Oltre i demeriti del povero Pazzini, abbandonato e sconsolato, resta poco da aggiungere sull’anti-calcio proposto da Mandorlini. Obbrobrio vero, che avrebbe fatto arrossire anche la Reggina di Walter Mazzarri. La filosofia del “Palla lunga e poi speriamo nell’invasione aliena, o nel contemporaneo svenimento di otto calciatori del Napoli” non paga per il tecnico, infilato proprio da un Terrone Orgoglioso come Insigne. Destino infame per quel Mandorlini che saltava e Cantava “Ti Amo terrone” con gli ultras dell’Hellas. Adesso canta meno. Senza infierire, ricordiamo a lui ed a tutti i tifosi dell’Hellas che fino al 2018 il campionato di serie B sarà esclusiva di Sky Sport. Mi raccomando, non fatevi trovare impreparati!.

Dieci reti in campionato. E’ il sale che penetra in una ferita già aperta. E’ l’allegoria della Pazienza che da un quadro si tuffa su un campo da calcio. Gonzalo attende il momento buono per affondare il suo artiglio, senza lasciarsi annebbiare la vista dall’atavica fame del gol che invade il suo stomaco. Controlla i battiti della preda, studia i suoi movimenti, irride le sue paure ogni qualvolta la sua ombra col numero 9 si staglia negli ultimi sedici metri. E’ una partita a scacchi giocata dal Pipita, che fonde talento e gusto dell’attesa nella trasferta del Bentegodi. Lui si muove, la difesa si arrocca. La stanchezza fa perdere la lucidità agli scaligeri. Gonzalo resta glaciale. Basta una mossa sbagliata ed arriva lo scacco matto. Anche Verona è conquistata. “Non è una mossa, anche la migliore, che tu devi ricercare, ma un piano realizzabile”. Il piano di Higuain adesso è abbastanza chiaro. Inizia con la S e finisce con cudetto. Ma non si può dire.