Due gare per scoprire la vera identità del Napoli. In settimana evitato l'errore del dopo Marassi

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Due gare per svelarsi. Per allentare la pressione e ripartire senza freni. Quattro giorni per scoprire qual è il reale valore di questa squadra. Giovedì a Bratislava, contro lo Slovan, in Europa League. Domenica sera al San Paolo, contro il Torino, in campionato. 180’ per capire se i segnali di ripresa intravisti a Sassuolo possono essere la base dalla quale riprendere il cammino verso l’obiettivo Champions League.

Al Mapei Stadium il Napoli ha vinto, tornando a non subire reti. Non ha convinto del tutto, ma per quello ci sarà tempo. La squadra, però, è apparsa più corta e compatta rispetto alle precedenti uscite. Merito della coppia di mediani scelta da Benitez (David Lopez-Gargano), oppure della presenza di Britos, centrale adattato a sinistra per garantire maggior solidità in difesa. In questo avvio di stagione, il tecnico spagnolo ha fatto ruotare gli interpreti del suo 4-2-3-1. Mai gli stessi a centrocampo e sulle fasce. Esperimenti volti ad assicurare equilibrio e continuità alla squadra. Ancora latita il reparto offensivo. Callejon sta tornando quello dello scorso anno, Higuain è già al top ma ancora troppo distante dalla porta, Hamsik è alla ricerca perenne della miglior posizione e Insigne continua a non incidere. A differenza di Genova, poi, il Napoli non è incappato nell’errore di ritenersi privo di difetti. La rete di De Guzman al Marassi illuse la squadra e i tifosi, che vinse una gara giocata tutt'altro che bene. In settimana Benitez ha lavorato tenendo alta la concentrazione, affinché una vittoria non disorienti i giudizi, influenzandone poi le conclusioni. Vincere è il viatico per ritrovare sorrisi e morale, non l’unica medicina per risolvere problemi che affliggono questa squadra da diversi mesi.