Due quasi Campioni del Mondo si inchinano a Sportiello: quando il destino non contempla la meritocrazia...

30.10.2014 20:30 di Fabio Tarantino Twitter:    vedi letture
Due quasi Campioni del Mondo si inchinano a Sportiello: quando il destino non contempla la meritocrazia...
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il Napoli smarrisce a Bergamo due punti ma non le proprie certezze, che anzi si moltiplicano. Altre invece si confermano. Ad esempio la condizione fisica. Oppure lo spirito di gruppo. O magari la fame che contraddistinse la scorsa stagione. Cosa si può imputare ad una squadra che ha il controllo della sfera per l’intera partita? Ad una squadra che calcia in porta quindici volte, che arriva al tiro con una facilità estrema, che costruisce occasioni da gol sfruttando tutte le peculiarità del suo reparto offensivo, che attacca sugli esterni e per vie centrali, che si rende pericolosa con il suo bomber ma anche con gli altri interpreti, che giova del contributo dei titolari ma anche dei subentranti.

Il calcio, a volte, è questione di istinti. E di centimetri. Il destino non contempla la meritocrazia. Se meriti di vincere non sempre trionfi, se giochi male non è detto perda. Ma se sbagli, al novanta per cento, paghi. E così capita che Denis, alla prima occasione buona, la butti dentro fregandosene delle statistiche e dei numeri. Oppure che Sportiello, dopo Palacio, dica di no dagli undici metri anche ad Higuain, due che  - in parte - hanno sulla coscienza la finale Mondiale persa contro la Germania. Uno in Brasile a contendersi la palma di Campione del Mondo, l’altro in ritiro a rimboccarsi le maniche. Così distanti, così vicini. Separati da undici metri. Fatali e magici, a seconda della prospettiva. Non sarà certo un rigore a decretare l’esito di una stagione, ma di una serata sì.