Hamsik, sei leggenda azzurra: 400 volte insieme, ma per qualcuno non bastano...

27.04.2016 08:40 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
Hamsik, sei leggenda azzurra: 400 volte insieme, ma per qualcuno non bastano...

Lo immaginava diverso, Marek Hamsik, il suo 3223esimo giorno napoletano. Sognava una vittoria all’Olimpico, una festa per il secondo posto ormai acquisito e perché no, un gol per festeggiare un traguardo personale storico: le 400 presenze in maglia azzurra, un traguardo battuto solo da Juliano (505) e Bruscolotti (511).  Un mare infinito di partite, un elenco di ricordi senza fine.

Il Napoli e Marek sono cresciuti insieme. Lo slovacco ha messo piede a Castel Volturno insieme a Lavezzi, quando la società di De Laurentiis si apprestava a vivere il suo ritorno in Serie A. E poi, non se n’è più andato: i muscoli, i tatuaggi e la consapevolezza della sua forza sono aumentati con quella della squadra, passata dall’essere una neopromossa a trasformarsi nell’unica antagonista della Juventus nel nostro calcio.

Tre titoli (due Coppe Italia, una Supercoppa), 97 gol ed una fascia di capitano a sancire il legame indissolubile con quella che è diventata la sua casa. Ha declinato ogni offerta Marek, e dire che non ne sono mancate. Dalla Juve al Milan, passando per le big d’Europa: lo slovacco aveva l’imbarazzo della scelta. Eppure, non ha mai avuto dubbi, mai si è nemmeno immaginato con un’altra maglia.

La terra partenopea è divenuta la sua patria calcistica, ed esservi un profeta, si sa, mica è facile: ancora oggi in tanti lo criticano, parlando di un “incompiuto”, come se Marek dovesse per forza essere un fenomeno. Essere un grandissimo calciatore fondamentale per l’economia del gioco azzurro, ed aver scelto di rendere quella maglia la sua seconda pelle, non basta: da lui si vuole sempre qualcosa in più, e nelle difficoltà è il primo ad essere bersagliato dalla critica. Si consoli, lo slovacco, pensando che è il destino di tutti i napoletani che portano la N sul petto. Un po’ come una cittadinanza onoraria de facto.

Non è un fenomeno inarrestabile, Hamsik, e probabilmente il suo carattere poco si sposa con la napoletanità. Il suo aspetto da duro trae in inganno: pacato, timido, mai una parola fuori posto. Marek è così, un ossimoro vivente rispetto all’esplosiva passione della città che lo circonda. Ma guai a mettere in discussione il suo amore per Partenope: non sarà bravo con le parole, ma i fatti parlano chiaro. Hamsik è una delle ultime bandiere del nostro calcio, Raiola provò a fargli cambiare idea e ancora oggi gli lancia frecciate per la sua incrollabile fede nel progetto azzurro. E lui resta tranquillo, “orgoglioso di quanto fatto”. Per qualcuno non è sufficiente, ma in fondo va bene così: la storia ha scritto un numero, 400, e chissà cos’altro gli riserverà. Sempre a cresta altissima.