Napoli, Fiorentina e lo stesso destino: nobili decadute e poi rinate, ora sognano in grande

Sfida dal sapore rétro, tra due presidenti amici e soci in affari. Chi sarà l'ammazzasogni dell'altro?
12.10.2015 17:00 di Pierpaolo Matrone Twitter:    vedi letture
Napoli, Fiorentina e lo stesso destino: nobili decadute e poi rinate, ora sognano in grande
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Era la fine degli anni '60. Marthin Luther King veniva assassinato, Nixon si insediava nella Casa Bianca americana, in Italia iniziavano le contestazioni degli studenti universitari, Che Guevara passava a miglior vita e Jimi Hendrix e Janis Joplin entravano negli annali della storia della musica suonando al Festival di Woodstock. Nel calcio, in Italia, nel frattempo andava affermandosi la Fiorentina. Già campione d'Italia un decennio prima, arrivava al secondo titolo della sua storia nel '69 dopo aver stazionato stabilmente nelle prime posizione. Una grande d'Italia, una grandissima d'Italia, la dominatrice d'Italia.

Vent'anni dopo a brillare è l'azzurro. La Nintendo debutta in Europa, Madonna arriva al successo grazie a Like a Virgin, in Germania si prepara la caduta del Muro di Berlino. E, in Italia, c'è un ragazzino di circa 168 centimetri capace di far sognare un intero pubblico e cambiare per sempre il mondo del calcio e di Napoli. E' Maradona, mito sovrannaturale e sacro in città, che riesce a portare al Napoli due scudetti e una Coppa UEFA, elevando la formazione azzurra a nobile del calcio europeo.



Destini intrecciati quelli di Napoli e Fiorentina. Nobili del nostro calcio, tristemente decadute. Nel 2002 tocca ai gigliati: retrocessione, fallimento e ridenominazione. La Fiorentina divenne Florentia Viola, venne acquistata da Diego Della Valle e ripartì dalla Serie C2. Qualche anno vissuto sopra i polverosi terreni di gioco di periferia, poi il ritorno al grande calcio. Andamento simile quello vissuto dal Napoli, fallito nel 2004 e salvato da Aurelio De Laurentiis. C'era una volta il Napoli Soccer, che bazzicava tra Gela e Cittadella, tra Chieti e Fermo. E che adesso, ritornato al nominativo classico, è ritornato grande.


Nobili del nostro calcio, tristemente decadute e poi rinate. E manco a farlo a posta grazie a due amici, Aurelio e Diego. Due uomini che hanno saputo instaurare una proprietà solida, grazie a una grande lungimiranza e un'ottima oculatezza nella gestione delle rispettive società. Aurelio e Diego, amici e soci in affari addirittura, che adesso sognano in grande, grandissimo. Non può essere altrimenti per l'imprenditore marchigiano, guardando la sua squadra lassù in classifica. Sopra Juventus, Milan, Inter, Roma e tutte le solite grandissime del nostro calcio. E non può essere altrimenti anche per De Laurentiis, incantato dal bel gioco di Maurizio Sarri e fiducioso per il futuro prossimo del suo club.

E allora ecco che Napoli-Fiorentina diventa una sfida tra due sognatori, ma soprattutto un crocevia importante per la stagione di una e dell'altra squadra. Chi vince continuerà a pensare di poter toccare il cielo con un dito e contemporaneamente diverrà l'ammazzasogni dell'avversario. Chi perderà potrebbe essere in dovere di rivedere le sue ambizioni. Aurelio o Diego, Diego o Aurelio? Chi placherà le speranze dell'altro? Napoli e Firenze aspettano, sperano ma senza ansia: con una storia così, ormai ci sono abituate.