Temi roventi: il terrore di una Pechino bis, l’avvertimento di Simoni ed i bluff di Allegri

09.02.2016 18:30 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Temi roventi: il terrore di una Pechino bis, l’avvertimento di Simoni ed i bluff di Allegri
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Temperatura rovente, destinata a salire, come l’ansia con il passare dei secondi che portano alla super-sfida di sabato allo Juventus Stadium. Tante cose da dire, spunti, riflessioni, paure. Un mare mediatico che si riscalda, sotto le voci incontrollate dei vari opinionisti e la passione dei tifosi che scandiscono con il battito del cuore l’estenuante conto alla rovescia. Tutti parlano di tutto, con il prima istanza una preoccupazione che serpeggia tra i tifosi azzurri: a vincere dovrà essere la squadra che dimostrerà di essere la migliore sul campo. Niente interferenze esterne, nessun tipo di condizionamento da parte del direttore di gara che sta diventando il tema centrale di queste ore. 

Sempre facile, in questi casi, inciampare negli eccessi. “Pianti preventivi” accusano da casa Juve, “Timori fondati sulla storia recente” ribattono da Napoli. Situazione complessa, resa ancora più vibrante dalle ultime dichiarazioni del collega Paolo Liguori, capace di scatenare un vero e proprio putiferio sul web dopo le sue pesanti parole contro l’arbitro Rizzoli, che pare essere il prescelto per fischiare sabato sera. “E’ bravissimo, quando sbaglia lo fa soltanto in una direzione” ha tuonato Liguori, affermando che “E’ inutile fingere che il calcio sia pulito, perché non lo è. E’ molto più sporco di tante altre cose, certe cose bisogna dirle. Altrimenti arriva un altra calciopoli e la gente ci dice perché non abbiamo fatto nulla per fermarla”. Parole di fuoco, che rievocano vecchi fantasmi, ma che serviranno probabilmente a valutare in maniera ancora più maniacale la sestina designata per Juventus-Napoli. 

Chi contro la Juve, anche se in uno stadio diverso, ha giocato e perso una sfida scudetto è Gigi Simoni, ex azzurro. Era il 26 aprile del 1998, consacrato alla storia per il fallo da rigore non fischiato dall’arbitro Ceccarini dopo lo scontro frontale Ronaldo-Iuliano. “Con la Juve spero non finisca come nel 1998. Speriamo facciano una bella partita e non succeda niente per cui recriminare” ha sussurrato Simoni, affermando comunque la convinzione che non creda ciò possa ripetersi nuovamente. 

Tra chiacchiere, più o meno costruttive, e valutazioni legate al terreno di gioco. Paradossalmente in casa Napoli ci sono pochi dubbi su quello che sarà l’undici che scenderà in campo a Torino. A meno di clamorose sorprese Maurizio Sarri confermerà l’undici che ha trovato maggiore spazio, e dato più risultati, in campionato. Diverso il discorso in casa Juventus, con Massimiliano Allegri alle prese con diversi infortuni che complicano il percorso di avvicinamento al big-match. Anche senza Chiellini e Caceres, difficile pensare che il tecnico possa cambiare un modulo che ha lo portato ad infilare quattordici vittorie consecutive. Nelle dichiarazioni post-Frosinone il bianconero ha provato a bluffare per mischiare le carte, svelando di avere diverse soluzioni in mente per la sfida agli azzurri. A preoccupare Allegri è il reparto difensivo, che dovrà vedersela con gli scatenati Higuain-Insigne-Callejon. In più occasioni il mister juventino ha ribadito che Rugani debba ancora crescere e migliorare ed un suo impiego, contro l’attacco più forte del campionato, appare improbabile. Due appaiono le soluzioni: un passaggio alla difesa a quattro (ipotesi remota) o l’arretramento sulla linea dei tre centrali di Lichsteiner, con lo slittamento di Barzagli sul centro-sinistra al posto di Chiellini. Le carte nel mazzo sono ancora da mischiare. La voglia di giocare questa mano cresce a dismisura, tra polemiche e dubbi tattici. Resistere fino a sabato sarà l’impresa più ardua…