"Amo Sarri-Odio Ancelotti": l’equazione che può distruggere dall’interno il nuovo progetto è una follia

27.05.2018 22:07 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
"Amo Sarri-Odio Ancelotti": l’equazione che può distruggere dall’interno il nuovo progetto è una follia

(di Arturo Minervini) - Ogni storia che finisce porta con se una valanga di sentimenti contrastanti. I ricordi che vuoi conservare, i sentimenti che fluttuano all’impazzata  dentro al cuore, la testardaggine che ti dice ‘Non amerò mai nessuno come ho amato te’. Succede spesso nella vita di dover fronteggiare il cambiamento e la storia ci insegna che adattarsi alle novità è uno dei grandi punti di forza dell’umanità. Il calcio non fa eccezione, quello moderno ha addirittura esasperato il concetto, diventando frenetico e facendo ammainare al vento le ultime bandiere. Bisogna dunque avere la capacità e la forza di prendere anche le pagine più belle e voltarle, per dare inizio ad un nuovo ciclo, senza che questo comporti un’offesa con quello che si appena chiuso.

Accade, invece, che in questi giorni di grande rivoluzione in casa Napoli si creino i soliti schieramenti che spesso possono creare pericolose fratture. C’è, in particolare, un’equazione che va combattuta e smentita. Amare Sarri è stato quasi inevitabile per molti, con le sue mille sfaccettature e la sua capacità di raccontare, applicandola al pallone, la voglia di Napoli di divertire divertendosi, di ammaliare perdendosi dentro una bellezza dall’effetto esplosivo. Amare Sarri è amarlo ancora, ora che tutto è finito e che le strade di sono divise. Amare Sarri, però, non può necessariamente generare un sentimento opposto verso Carlo Ancelotti, nuovo tecnico azzurro che merita inevitabilmente di essere accolto e celebrato per curriculum e perché, con le tante porte che si sarebbero potute aprire per lui, alla fine ha scelto Napoli.

Essere soddisfatti, diciamo anche eccitati dall’avvento di Carlo, non è una deminutio del sentimento che prova per il suo predecessore, tutt’altro. Perché il riferimento dovrebbe restare sempre il Napoli, scindendo quello che è la squadra da quelli che sono gli uomini. In questo momento il senso di appartenenza dovrebbe in qualche modo prevalere con l’affetto verso gli uomini, che sono passati e che passeranno nel club. Ogni storia d’amore degna di essere veramente raccontata è una storia d’amore che finisce. Insomma, una storia può finire, non l’amore. Questo è accaduto ed accadrà con Sarri. Ma questo fortissimo legame non può generare pregiudizi nei confronti di un vincente mondiale come Ancelotti. Non sarebbe giusto, per il Napoli e nemmeno per Carletto. Anzi, ne siamo sicuri in quanto primo tifoso azzurro, anche Maurizio se potesse inviterebbe tutti a sostenere il lavoro del suo successore su quella panchina che sarà in eterno anche un pochino sua…