FOCUS - Tutto sull'inedito Hamsik lanciato da Sarri: vice-regista, maratoneta e trasformatore tattico

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18.12.2017 08:21 di  Pierpaolo Matrone  Twitter:    vedi letture
FOCUS - Tutto sull'inedito Hamsik lanciato da Sarri: vice-regista, maratoneta e trasformatore tattico
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Quando i numeri sono questi, così eloquenti, non si scappa. E quando un traguardo è tanto desiderato, sfiorato più volte, ma sfuggito via per tanto tempo, è chiaro che attiri a sé tutte le luci della ribalta. Torino-Napoli del 16 dicembre 2017 resterà per sempre la partita in cui Marek Hamsik ha raggiunto Diego Armando Maradona nell'Olimpo degli Dei, nel posto più alto, quello riservato ai grandi campioni azzurri. 115 gol, più di tutti gli altri, proprio come il Pibe de Oro che è destinato a sorpassare a breve. Ma Torino-Napoli è anche la prima gara in cui si vede un Marek Hamsik inedito, diverso dal solito. Non nell'atteggiamento, quello sempre esemplare, ma soprattutto dal punto di vista tattico.

CAMBIO INDIVIDUALE... Nell'ultimo periodo Maurizio Sarri era stato additato di scarsa creatività tattica. Un allenatore, ormai ad alti livelli da tre anni, nei momenti bui deve inventarsi qualcosa. Ed in parte è vero, perché tante delle trame azzurre venivano stoppate sul nascere mettendo un uomo addosso a Jorginho, mente principale della squadra, non permettendogli di ragionare. E allora il primo accorgimento tattico per sopperire a questo problema ha proprio Hamsik come protagonista. Sarri ha spostato il capitano in una posizione centrale, facendolo diventare praticamente un vice-regista. Come si nota dalla seguente 'Heatmap' (in rosso le zolle in cui ha stazionato maggiormente) spesso Marek è andato quasi a sovrapporsi al compagno di squadra, pronto a ricevere dai difensori, girarsi e smistare il pallone.


...E CAMBIO DI SQUADRA. Spostandosi più centralmente, Hamsik ha 'costretto' anche tanti compagni a cambiare leggermente la propria posizione. Il modulo predominante del Napoli, di fatto, è stato un 4-4-2 leggermente squilibrato verso destra. Fondamentale, questo senso, l'abbassamento di Zielinski, andato a rivestire i panni di un misto tra un esterno sinistro di centrocampo e - anche per caratteristiche personali - una mezzala sinistra. In fase di non possesso è diventato ormai sistematico, ma a Torino anche quando sono stati gli azzurri ad attaccare lo schieramento di base è stato il suddetto. Tutto nasce dall'accentramento di Hamsik, uomo chiave, che nonostante ciò quando ha potuto s'è staccato e si è inserito. Ma la rete è arrivata quando il capitano è arrivato a rimorchio, proprio come spesso ha fatto Jorginho con una mira però pessima.


MARATONETA. L'inedita posizione di Marek ha comportato anche un maggior dispendio di energie. Statistiche alla mano, è stato il secondo azzurro a correre più di tutti, dietro soltanto al solito Callejon (ma con differenza di minuti). Sono 11.347 i chilometri percorsi in 83 primi in campo (lo spagnolo invece non è stato sostituito), un dato nettamente sopra la media stagionale. Questo perché ha dovuto spostarsi molto di più in maniera orizzontale, dando probabilmente meno profondità ma gestendo molto di più il pallone. Il Torino si è trovato spiazzato, con questo nuovo regista quasi sempre senza l'uomo addosso. E' stato un Hamsik sicuramente più difensivo, ma sicuramente più utile alla causa. Che il gol del record di Maradona sia arrivato proprio una serata del genere potrebbe anche essere un caso, ma fatto sta che, svanita quella che sembrava una maledizione, il capitano si può ritrovare di fronte ad una nuova vita. Quella da migliore azzurro di sempre.