L'Angolo Sarrista - Al San Paolo torna il grande circo, Allan e Mertens trascinatori

L'analisi di Napoli-Benevento
18.09.2017 19:50 di Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Al San Paolo torna il grande circo, Allan e Mertens trascinatori

Dopo alcun spettacoli brevi, intensi e di alterna qualità, al San Paolo è tornato il circo Sarri con la compagnia al gran completo. Per intenderci, quel tipo di spettacolo che ci entusiasma e che non gradisce Massimiliano Allegri, maldigerito non per quel nauseante odore acre di segatura che caratterizza i carrozzoni circensi, e nemmeno per una spiccata sensibilità animalista. Ieri col Benevento c’è stato tutto quello che è mancato nelle precedenti uscite, un vero e proprio manifesto del Sarrismo. Tuttavia piuttosto che parlare di un Napoli tornato a toccare le percentuali che più gli si addicono (72% di possesso palla, 92% di passaggi riusciti su un totale di 910), sottolineare tatticismi e geometrie ritrovate, in attesa di test più probanti, quest’oggi abbiamo deciso di soffermarci sulle prestazioni di alcuni singoli.

Partiamo dall’esordio di Adam Ounas. 25 minuti in cui si è praticamente preso gioco di Di Chiara e Lazaar con lampi di gran classe che hanno infiammato il pubblico dello stadio di Fuorigrotta. Un Beep Beep che ha seminato il panico in contropiede rincorso inutilmente da tanti Willy Il Coyote spaesati. Il talentino franco-algerino ha qualità da vendere, basta osservare la morbidezza con cui accarezza la sfera, l’eleganza delle sue falcate, la rapidità con cui sterza e cambia direzione. Un gioiello tutto da coltivare, da far crescere fisicamente, tatticamente e mentalmente, come sottolineato dallo stesso tecnico partenopeo. A volte porta un po’ troppo la palla, in altre ritarda di un tempo il passaggio, in altre sembra non avere ancora una piena consapevolezza nei propri mezzi, ma dimostra personalità e gran voglia di fare, sicuro di poter rappresentare una preziosa arma a gara in corso, garantendo a destra le stesse ampiezza e qualità di gioco assicurate da Insigne sulla fascia opposta.

Obbligatorio proseguire con il giocoliere di punta Dries Mertens. Attacca la profondità, gioca tra le linee, tocca di sponda, propizia i gol dei compagni, punta l’uomo, finalizza, ormai sa fare tutto, sgombrando il campo da antiche diatribe tra falso nove e vero nove. Il belga si sente un attaccante di razza e lo si capisce dalla rabbia che esprime quando non viene servito, dal modo famelico in cui cerca la rete, da quel pizzico di egoismo con cui strappa un rigore al Capitano. La facilità con cui riesce a girarsi spalle alla porta in un fazzoletto di campo è semplicemente stupefacente, il difensore sembra averlo tra le mani ma un attimo dopo già non c’è più. E che dire della sicurezza con cui riesce ad incunearsi in spazi angusti? La stessa di un monociclista su filo teso concentrato a non perdere l’equilibrio ed arrivare al traguardo. Se c’è chi azzarda paragoni improbabili tra Messi e Dybala, a noi invece non pare ridicolo affermare che Mertens, proprio in compagnia de la Joya bianconera, è attualmente uno dei 10 giocatori più incisivi d’Europa.

Concludiamo con un altro acrobata straordinario: Allan, uomo a tutto campo che affronta gli avversari con la stessa furia travolgente di Taz il Diavolo della Tasmania. Il gol? Il giusto premio per un calciatore al momento semplicemente imprescindibile per forma fisica ed intensità di gioco. Dopo un’estate condita da qualche fastidioso ed ingiusto rumor di mercato il brasiliano sta sgombrando il campo da critiche e scetticismo. Siamo senza dubbio davanti al miglior Allan di sempre. Anche due anni fa fece un inizio di stagione esaltante, ma l’Allan di oggi è un giocatore maturo, cresciuto tatticamente e tecnicamente, come dimostrato dal 100% di precisione nei passaggi a fine primo tempo (ha chiuso poi con 63 palloni toccati ed il 95,5% di precisione, secondo solo a Koulibaly) e dai frequenti dialoghi nello stretto con i compagni. Sarri poi sembra avergli fornito maggiore libertà d’azione, svincolandolo da compiti totalmente difensivi e coinvolgendolo sempre più in una manovra che lo vede indossare contemporaneamente le vesti interditore dinamico, regista aggiunto, e mezzala dotata di superbi tempi di inserimento.

Buttiamo infine un occhio ai suoi compagni di reparto. Jorginho: 170 passaggi completati con una precisione del 93,5%; Hamsik: 136, pochi di meno, col 95.5% di precisione, e ben 12 km percorsi (a conferma di quanto il suo non fosse un problema fisico ma più di testa). Il centrocampo ha ritrovato insomma i suoi numeri, e quando il reparto gira a beneficiarne è tutta la squadra. La foto in basso è lampante. Allan, Jorginho ed Hamsik sono molto ravvicinati, formano una retta sfalsata e si scambiano rapidamente il pallone di prima per attirare il pressing dei centrocampisti ospiti. Il resto della squadra si posiziona di conseguenza: Hysaj si ferma alle spalle del centrocampista brasiliano per garantire un appoggio sicuro, Koulibaly, data la posizione centrale e a guardia della porta di Albiol, si allarga per creare superiorità numerica a sinistra, Ounas garantisce uno sbocco alto e largo a destra, formando una sorta di rombo plurimo che taglia le linee avversarie ed offre uno smisurato ventaglio di possibilità. Non a caso centralmente c’è anche il solito Mertens che viene incontro alla ricerca del pallone.

Il 6 a 0 al Benevento è servito a ritrovare lo smalto perduto, ora occorre confermarlo nelle prossime gare, a partire da quella di mercoledì con la Lazio di Simone Inzaghi.

Jacopo