L'Angolo Sarrista - Dagli scricchiolii al tracollo a centrocampo. 4-2-3-1 solo soluzione tampone

L'analisi tattica di Shakhtar-Napoli
14.09.2017 17:10 di Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Dagli scricchiolii al tracollo a centrocampo. 4-2-3-1 solo soluzione tampone

Le gare con Atalanta e Verona avevano già manifestato alcuni scricchiolii, Sarri se ne era accorto, sottolineandolo anche in conferenza stampa. Ieri invece è arrivato un vero e proprio tracollo, evidenziato dalla sconfitta finale e dal diverso valore dell’avversario.

Lo Shakhtar ha meritato ampiamente la vittoria, ha fatto la partita che tutti si sarebbero aspettati dal Napoli: pressing intenso e misurato, circolazione di palla veloce e ripartenze micidiali. Al contrario gli azzurri hanno confermato le difficoltà in fase di possesso delle ultime uscite, senza riuscire mai a dare ritmo ad una manovra lenta e macchinosa, e impensierendo gli avversari esclusivamente con giocate personali e i consueti tagli alle spalle dei difensori. Dando uno sguardo alla seconda foto alla fine dell’articolo possiamo constatare come gli uomini di Fonseca abbiano difeso in maniera molto simile al Bologna, trasformando il 4-2-3-1 iniziale in un 4-4-1-1, con l’obiettivo di braccare costantemente il playmaker azzurro Diawara per indurlo all’errore e cercare contemporaneamente l’anticipo sugli appoggi (recuperando ben 56 palloni).

Inutile rimarcare come Diawara sia un calciatore più fisico di Jorginho, con meno rapidità di pensiero e senza quell’intelligenza tattica che porta spesso l’italo brasiliano a spaziare per il campo attirando su di sé la pressione avversaria per creare spazi nel centro. Timoroso e poco preciso nelle giocate, ieri sera l’ex Bologna (non dimentichiamoci che stiamo parlando di un ’97) ha senza dubbio dimostrato scarsa personalità, ma i suoi compagni, specie quelli di reparto, non è che gli siano venuti in aiuto. La seconda foto è eloquente: Diawara ha alle calcagna Ferreyra e sta per essere raggiunto anche da Fred, eppure nessuno dei compagni decide di andargli incontro per offrirgli un appoggio facile. Zielinski resta fermo e non libera la linea di passaggio, Hamsik dall’altra parte è troppo distante, Diawara potrebbe provare a servire Callejon ma l’orientamento del suo corpo e la delicata porzione di campo lo costringono a non rischiare riniziando da Koulibaly.

Diamo uno sguardo alle statistiche dei centrocampisti nei primi 45 minuti, tra le più basse nell'era Sarri. Hamsik: 36 tocchi, 84% di passaggi riusciti; Diawara: 28 t, 78% pp; Zielinski: 17, 69%. Ancora una volta i giocatori più coinvolti e più precisi sono stati i due centrali di difesa, immediatamente seguiti da Ghoulam e dalla new entry Hysaj, a conferma di quante volte il Napoli sia stato costretto a riniziare da dietro, per colpa di un centrocampo statico e pigro, incapace di fare da collante tra i reparti.

Tutte valutazioni che possiamo tranquillamente estendere alla fase difensiva. I dettami di Sarri prevedono una squadra molto compatta anche in difesa, che salga in pressione in modo sincronico per non concedere spazi agli avversari e recuperare più palloni possibili nella metà campo avversaria. Ieri invece il Napoli è salito in modo confuso e sconclusionato, e la prima foto lo dimostra. Milik è a metà strada tra Ordets e Fred e finisce per non marcare nessuno, incerto quale uomo prendere anche in virtù di un centrocampo che non lo supporta. Diawara e Zielinski infatti sono bassissimi, troppo vicini alla linea difensiva che esce dal riquadro ma si attesta subito a ridosso della linea di centrocampo.

Oltre alla fase di pressing però il Napoli ha avuto diversi problemi anche nel posizionamento. Passiamo alla quarta foto, che ritrae una rapida azione di ripartenza dello Shakhtar che non dovrebbe in alcun modo impensierire un Napoli con ben 10 giocatori dietro la linea della palla. Invece Fred avanza indisturbato palla al piede senza che uno tra Diawara e Zielinski gli vada incontro, Hamsik se ne avvede e prova a rimediare ma è già tardi, alle sue spalle si è già creata la superiorità numerica per l’ennesima sovrapposizione di Srna. Anche in questo caso la presenza di Jorginho, con la sua capacità di leggere in anticipo le azioni avversarie e comandare il posizionamento dei propri compagni, avrebbe fatto comodo. Il centrocampo ha completamente perso le misure, lasciando la difesa in balìa di frequenti uno contro uno con i talentuosi trequartisti brasiliani dello Shakhtar. Così come avrebbe fatto comodo avere dal primo minuto Allan, senza dubbio l’azzurro in questo momento più in gamba.

Il vero uomo in più degli ucraini però è stato il capitano Dario Srna. Marlos si accentrava spesso proprio per favorire le scorribande del croato e allo stesso tempo avere più campo per dialogare con Taison e mettere in mostra le sue distinte doti balistiche.Nel terzo dettaglio in basso riprende di spalle proprio l’azione del primo gol: Marlos si propone sull’out di destra, Koulibaly è costretto ad uscire e a seguirlo perché Hamsik è in ritardo, Srna così può crossare e premiare l’inserimento centrale di Taison, che vince il rimpallo con un poco deciso Zielinski e trova il sinistro vincente, complice un Reina molto poco reattivo.

A metà ripresa sono entrati Mertens ed Allan ed è cambiata la partita. Il brasiliano ha garantito verve e dinamicità ad un centrocampo moribondo, mentre il belga ha dato finalmente a Milik la possibilità di dialogare con qualcuno. Non a caso il polacco prima dell’ingresso di Mertens aveva toccato solo 9 palloni, giocandone praticamente il doppio solo negli ultimi 20 minuti. Chissà che questa sorta di 4-2-3-1 (nulla a che vedere con la soluzione disperata con le due punte centrali adottata in passato in situazione di svantaggio con i vari Gabbiadini e Pavoletti) non possa essere riproposta anche in futuro, specie quando in campo c’è un giocatore più statico come Milik.

Mertens infatti tende maggiormente a venire incontro e giocare tra le linee, ma con Atalanta e Bologna anche il belga è apparso per larghi tratti troppo isolato, e contro squadre così chiuse e compatte non basta avere gli esterni più stretti per riuscire a penetrare in area e creare occasioni da rete. Ovviamente il Napoli non ha in rosa il numero di attaccanti sufficiente per poter sostenere quel modulo in tutte le partite, né soprattutto il bisogno di abbandonare alla prima difficoltà quel sistema di gioco che è stato l’artefice di tutti i risultati fin qui attenuti, ma un giocatore avanzato e più vicino alla porta che assicuri un ulteriore sbocco offensivo potrebbe essere una valida soluzione temporanea. Almeno fino a quando il centrocampo non tornerà a garantire il solito gioco spumeggiante, Diawara e Jorginho non ritroveranno lo smalto perduto, e Hamsik non entrerà in condizione.