La percentuale di Sarri, quella di Ancelotti ed una inutile caccia alle streghe

31.08.2018 20:02 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
La percentuale di Sarri, quella di Ancelotti ed una inutile caccia alle streghe
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Con la Lazio che Napoli ha vinto? E con il Milan? C’era Sarri ancora nella testa? La ricerca della bellezza o la caccia della praticità? Ancelotti aveva gli appunti di Maurizio in panchina o magari aveva un auricolare collegato con Londra come Ambra Angiolini ai tempi di ‘Non è la Rai’? Questi, in ordine sparso, gli interrogativi di dubbia utilità che hanno cosparso come cenere le prime due gare ufficiali degli azzurri. 

Il passato come bene da preservare, non come fantasma da esorcizzare. Pensare che il lavoro di Sarri potesse essere stravolto da un tecnico intelligente come Ancelotti era previsione destinata chiaramente a fallire, ma credere che Carlo si limiti a fare un copia ed incolla è scommessa altrettanto azzardata. La verità è che, come in ogni processo di cambiamento che avviene in natura, il Napoli sta provando ad adeguarsi alla nuova realtà, come una giraffa che nel corse delle generazioni allunga il collo per sopravvivere. In questo darwinismo calcistico, il calcio di Ancelotti rappresenta la novità a cui tendere, Sarri l’abitudine meravigliosa ad esprimere un calcio capace di ammaliare. La mossa vincente sarebbe fondere al meglio gli elementi, in un’osmosi tattica che non potrebbe che portare benefici alle sorti della squadra.

Il modulo come possibile evoluzione. Nel triennio di Sarri, escludendo la fase embrionale del progetto, c’è stata una certezza assoluta: il 4-3-3. Dogma intoccabile, magari in alcune occasioni quasi un limite per scardinare certe partite. Ancelotti sembra destinato a prendere una strada leggermente differente, con il 4-2-3-1 che pare essere nel futuro di un gruppo che ha un potenziale enorme in fase d’attacco e non può permettersi di lasciare fuori gente come Mertens, penalizzato dalla promozione a prima punta di Arek Milik. Il tutto rientra nella chiave di lettura che Ancelotti fa delle risorse a disposizione. Inutile, dunque, dare la caccia a percentuali o a tracce di un passato che inevitabilmente vive in questa squadra. Basta dare la caccia alle streghe, è il tempo di analizzare un ciclo per quello che potrà raggiungere con questa nuova guida.