La vera lezione del San Paolo a Verdi, ma non quella che si aspetta…

24.01.2018 20:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
La vera lezione del San Paolo a Verdi, ma non quella che si aspetta…
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© foto di Federico Gaetano

(di Arturo Minervini) - Il fischio. Modo per esprimere disapprovazione che può diventare sublime arte come nell’indimenticabile ‘Pescatore’ di Fabrizio De Andrè. Il fischio rappresenta una scelta consapevole dello spettatore, un giudizio sul comportamento di una persona e nel nostro caso di uno sportivo. Domenica alle ore al San Paolo arriverà il Bologna di Simone Verdi, protagonista in negativo di questa sessione estiva del mercato azzurro. Più volte si è ribadito il comportamento non certo professionale dell’esterno, che con i suoi tentennamenti ha ritardato le mosse del Napoli e costretto la dirigenza azzurra a valutare opzioni last minute dopo aver fatto affidamento sul suo arrivo. In tanti si aspettano un trattamento particolare per Verdi, quando in realtà andrebbe quasi applaudito, consolato, perché si è perso una squadra meravigliosa e già entrata (a prescindere dai risultati) nella storia del nostro calcio. Farne parte significa prendersi un ritaglio di storia, entrare nei ricordi degli appassionati che tra vent’anni parleranno tenendo a stento le lacrime di quella squadra che aveva sfidato i fatturati milionario e si era messa in testa di riportare lo scudetto in città dopo oltre trent’anni.

“Verdi? Sentirà quello che il San Paolo avrà da dire”. Marek Hamsik si è espresso così nei giorni scorsi, prevedendo la naturale reazione del San Paolo. Eppure, resta da chiedersi: ma Verdi i fischi del San Paolo li merita? Gli ultimi destinatari erano gente come Gonzalo Higuain, miglior marcatore di sempre in una singola stagione in serie A e che mentre era al Napoli si è giocato pure una finale mondiale, facendola tra l’altro perdere all’Argentina. E poi Edinson Cavani, il cui addio aveva ferito così tanto i tifosi azzurri che poi l’avevano perdonato nel tempo. Parliamo di bomber di livello mondiale che hanno vestito la maglia azzurra. Verdi a 25 suonati ha segnato appena qualche gol nella provincia dell’Impero, per scuotere Napoli servirebbe onestamente altro. Il consiglio è proprio di stargli vicino, sostenerlo, quando il rimorso lo assalirà in piena notte.

La vera lezione da lasciare al timoroso Simone. Nelle ultime gare il San Paolo è stato il motore immobile, il traino. Con l’Hellas, quando la gara iniziava a prendere un brutto binario, le vibrazioni positive di Fuorigrotta avevano dato la giusta carica agli azzurri, quasi sollevando con la forza del pensiero Koulibaly in quello stacco imperioso che aveva sbloccato la gara. Il pubblico partenopeo faccia capire a Verdi cosa vuol dire indossare quella maglia, sudare per quella maglia, difendere quella maglia e ciò che rappresenta. Anche Verdi come un Pescatore, all’ombra dell’ultimo sole di domenica, si lascerà prendere da un lungo solco lungo il viso. Ma non sarà un sorriso, piuttosto una smorfia…