L'Angolo Sarrista - Atalanta colpita al primo errore: l'importanza di Mertens contro chi difende a uomo

L'Analisi tattica di Atalanta-Napoli
22.01.2018 18:49 di Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Atalanta colpita al primo errore: l'importanza di Mertens contro chi difende a uomo

Il Napoli espugna il fortino bergamasco guadagnando 3 punti pesantissimi in ottica campionato e deludendo quanti si aspettavano l’immediato sorpasso bianconero al rientro dalla sosta. All’Atleti Azzurri d’Italia è andata di scena la solita battaglia tattica senza esclusione di colpi tra Gasperini e Sarri. Il match ha rispecchiato l’andamento generale dei precedenti incontri per numeri e statistiche (possesso palla, numero e precisione dei passaggi delle due squadre sono stati quasi equivalenti: 49%/51%; 521/542; 78%/81%), tuttavia gli azzurri hanno prodotto qualcosa in più, come sottolineato dalle maggiori occasioni da gol create (7 contro 3), vincendo con merito una gara d’astuzia e sacrificio, frutto soprattutto dell'ennesima sontuosa prova difensiva.

Gasperini ha schierato i suoi secondo il classico 5-3-2. Gomez e Cornelius erano incaricati di andare a prendere le primarie fonti di gioco partenopee Albiol e Koulibaly, Cristante e Freuler marcavano a uomo Zielinski e Allan mentre Ilicic francobollava a tutto campo Jorginho.

Il pressing molto alto e intenso degli orobici privava i due centrali del Napoli del tempo necessario per pensare ed imbastire azioni manovrate dal basso, così, non disponendo di appoggi sicuri a centrocampo (bravissimi i marcatori bergamaschi a posizionarsi quasi sempre davanti ai rispettivi uomini), né dell'alternativo passaggio in verticale per Mertens, Koulibaly ed Albiol si vedevano costretti ad andare sull'esterno servendo puntualmente i terzini, lasciati piuttosto liberi da Gasperini in virtù delle loro caratteristiche non propriamente offensive. Anche perchè, nelle occasioni in cui Hysaj e Mario Rui a turno provavano ad alzarsi sulle fasce per garantire profondità ed ampiezza al gioco partenopeo, Hateboer e Spinazzola potevano uscire comodamente in chiusura forti di una linea che riusciva sempre a preservare la superiorità numerica nei confronti del tridente azzurro.

Nell’immagine appena proposta va notata anche la posizione anomala di Insigne, il quale, in virtù dell’assenza di Hamsik e la presenza del più timido Zielinski, finiva spesso per accentrarsi e prendere il posto di Jorginho, sfruttando il movimento dell’italo brasiliano in profondità a portare via con sé Ilicic. Caldara però, il difensore orobico con il compito di uscire nell'eventualità sulla trequarti, non lo seguiva mai del tutto, restando comunque in prossimità dei suoi compagni di reparto. A quel punto Insigne, da una posizione piuttosto arretrata, al cospetto di una difesa inscalfibile e perfettamente schierata, difficilmente poteva riuscire ad accendere il giro palla azzurro.

In sostanza la manovra del Napoli era bloccata, ma Sarri lo aveva messo in preventivo. Il tecnico partenopeo sapeva inoltre che avrebbe potuto essere la partita di Mertens. Il belga infatti fin qui è stato l’arma che ha permesso agli azzurri di risolvere gare contro formazioni che difendono a uomo. A Marassi contro il Genoa di Juric ha realizzato una doppietta da urlo, e contro il Torino di Mihajlovic (che a dire il vero utilizzò in sistema di difesa misto, ma che per semplificare classificheremo come a uomo) con i suoi consueti movimenti a mezzaluna ha propiziato i gol di Hamsik e Zielinski.

Considerando il pressing alto fin su Koulibaly e Albiol, il centrocampo praticamente annullato e impossibilitato a gestire il possesso, e la folta linea difensiva bergamasca, l’unico modo per provare a colpire l’Atalanta era quella di servire Mertens tra le linee o con passaggi lunghi a scavalcare i centrali locali.

Nell’azione raffigurata Mario Rui si alza per attirare la pressione di Hateboer, Insigne si allarga trascinando con sé Toloi mentre Zielinski scatta in profondità per scoprire il passaggio tra le linee per Mertens. Molte volte anche Allan finiva per accompagnare il movimento di Mertens andando ad infilarsi tra il belga e Callejon, sempre molto largo invece per cercare di prendere alle spalle Spinazzola.

La difesa dell’Atalanta tuttavia anche in questo caso ha continuato a difendere con ordine e concentrazione. Quando Mertens infatti riusciva a ricevere il pallone spalle alla porta, Caldara finiva per tallonarlo subito aiutato da un compagno, e, ogni volta che tramite un contro-movimento il belga prendeva alle spalle Caldara, Masiello riusciva con interventi acrobatici ad intercettare insidiosissimi palloni in verticale.

Poi però sono bastati due errori a far sì che il Napoli sbloccasse una gara destinata al pareggio. Il primo, quello di Spinazzola, che ha permesso a Callejon di sfiorare il vantaggio col suo classico movimento a tagliare sul secondo palo. Il secondo, questa volta fatale, quando Masiello, dopo essersi alzato sulla linea di centrocampo per prendere Callejon, non lo ha braccato prontamente al momento della ricezione del pallone e così è stato poi costretto ad allargarsi su Allan a destra dove Gosens era in ritardo, permettendo allo spagnolo di avere il tempo per calibrare uno scavetto al bacio e cogliere sul filo del fuorigioco Mertens, abilissimo nel prendere in velocità Caldara proprio sul lato lasciato sguarnito dall’uscita di Masiello.