Verdi, da colpo dimenticato a manifesto del nuovo Napoli: “Be water, my friend”

24.09.2018 17:31 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
Verdi, da colpo dimenticato a manifesto del nuovo Napoli: “Be water, my friend”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

(di Mirko Calemme) - Qualche mese fa disse ‘no’ al Napoli, Simone Verdi, per una promessa. Voleva concludere la stagione al Bologna, con i suoi amici e i suoi compagni di squadra, da protagonista. Lo aveva promesso a loro e a se stesso, ed ebbe il coraggio di metterci la faccia. Ringraziò pubblicamente il Napoli in tv e spiegò le ragioni del suo gran rifiuto.

Nessuno sa come sarebbe finito il campionato con lui in azzurro. Sarri, restio ad inserire nuovi innesti a stagione in corso, aveva fatto due nomi a Giuntoli: il suo e quello di Politano. Teneva tanto all’acquisto del rossoblù che lo chiamò personalmente, per comprendere se davvero avesse declinato la proposta per ‘colpa’ sua, per la paura di non avere spazio. Avere un ricambio del suo livello per le corsie esterne dell’attacco, forse, avrebbe fatto la differenza, soprattutto considerando in quali condizioni fisiche sono arrivati a maggio Callejon e Insigne.

Inutile ripensarci oggi. Perché il Napoli, con Simone Verdi, si è ritrovato subito: dal primo luglio è ufficialmente azzurro per circa 25 milioni. Un acquisto di straordinaria importanza passato quasi sotto silenzio, oscurato dai fuochi d’artificio, dalle fanfare per gli imminenti arrivi dei vari Benzema, Di Maria e Cavani.

La piazza si concentrò così tanto su quei nomi ‘galattici’ che dimenticò chi aveva già in casa e sgobbava sui campi di Dimaro e Castel Volturno. Simone Verdi è ciò che al Napoli mancava: un esterno di rara qualità tecnica, uno dei pochi interpreti nel calcio moderno a non fare alcuna differenza tra il piede destro e quello sinistro. Più di una grande alternativa: un altro straordinario titolare.

Il suo avvio non è stato semplicissimo. Lui lo sapeva bene: scalzare gente del calibro di Callejon, Insigne e Mertens è roba difficile per la stragrande maggioranza degli esterni. A Genova ebbe la sua prima occasione e steccò. Quarantacinque minuti da dimenticare e via, subito negli spogliatoi.

Bocciatura definitiva? Macchè. Ancelotti quando, sornione, sorride elogiando “la qualità della rosa” mica ci prende in giro. Ha atteso la gara giusta per sfruttare le sue qualità e ha sorpreso tutti, lanciando Verdi a Torino insieme a Callejon. Tanto, destra o sinistra per lui fa lo stesso.

I risultati li conosciamo: gara devastante e un gol splendido, cercato, voluto, al termine di una ragnatela di passaggi di sarrista memoria. Una prestazione da incorniciare e uno score già incoraggiante: 99 minuti giocati, una rete segnata. Niente male.

Verdi è il manifesto vivente del Napoli di Ancelotti. Una risorsa in grado di fare la differenza a prescindere dai numeri e dalle posizioni. Duttile come il gruppo che sta costruendo Carletto. Inutile cercare di ingabbiarla nei moduli: sta nascendo una squadra fluida come l’acqua. Ricordate Bruce Lee? “Sii senza limiti, senza forma: be water, my friend”.