Energie fisiche e mentali consumate in Champions ed una carambola, scivolone sulla muraglia di Gasperini. Niente drammi, ma c'è una conferma ed una necessità

03.10.2016 18:13 di Silver Mele Twitter:    vedi letture
Energie fisiche e mentali consumate in Champions ed una carambola, scivolone sulla muraglia di Gasperini. Niente drammi, ma c'è una conferma ed una necessità

Sconfitta senza attenuanti in casa dell’Atalanta, laddove la storia ha insegnato che il Napoli può fare risultato soltanto se animato da motivazioni fortissime. All’Atleti Azzurri d’Italia c’è sempre da far battaglia, se poi conosci la maniera in cui Gasperini organizza le sue muraglie per limitare la superiore qualità dei dirimpettai non si fa fatica a raccontare lo scivolone che riporta tutti con i piedi sulla terra. La bellissima serata di Champions ha consumato tantissime energie fisiche e mentali. Impensabile concedere a chi lotta per la sopravvivenza un approccio così molle e la grottesca carambola che schiude a Petagna la via del terzo gol in campionato su altrettanti tiri scoccati.

Col senno di poi, quindi dopo aver visto il tenore delle prestazioni dei vari Hamsik, Jorginho e Callejon, ovvero coloro che solitamente indirizzano le partite verso l’azzurro, viene facile gridare all’errore d’impostazione dal momento che Sarri avrebbe potuto alternarli sin dall’inizio alle forze fresche della panchina. Eppure nel febbraio del 2014 il Napoli rivoltato come un calzino da Benitez di gol ne prese tre dalla Dea: altri tempi, altra squadra ma solito dilemma, evidentemente irrisolto. Poche idee, una marea di appoggi sbagliati e la frustrazione che deriva dal confronto con un avversario mai finora tanto impeccabile: la squadra di Sarri soffre la fisicità preminente dei dirimpettai, nell’intensità di gare in cui le marcature asfissianti finiscono per azzerare i valori. Specie se mente e gambe sono annebbiate dai faticosi fasti europei.

Nessun dramma ma anche la conferma che la Juventus ha altra sostanza: sarà così fin quando al Napoli non riuscirà l’ultimo step, ovvero vincere sporcandole quelle partite in cui si soffre più del solito. Prima di deflagrare in sette minuti ad Empoli a Higuain e soci era toccato al Barbera regolare di misura il Palermo, di certo senza brillare. Ad ogni modo la strada è ancora lunghissima ed è giusto che gli azzurri facciano la corsa su loro stessi, completandosi innanzitutto con l’inserimento graduale di tutti i ragazzi dell’organico. D’altronde di giornate così ne capiteranno tante altre, considerando il calendario fittissimo e lo stress fisiologico per chi ambisce ad un’annata importante.