Un Angelo nero che cambia la storia. Una vittoria orgasmica. Ora vogliamo lo scudetto. Dominato in lungo e in largo

22.04.2018 23:03 di  Francesco Molaro  Twitter:    vedi letture
Un Angelo nero che cambia la storia. Una vittoria orgasmica. Ora vogliamo lo scudetto. Dominato in lungo e in largo
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È vero abbiamo vinto allo Stadium, è proprio vero, il Napoli espugna quello stadio li nell’anno più importante. Ma riviviamo il match. 
Proprio un bel Napoli quello che domina il primo tempo allo Stadium, domina in termini di giocate, in termini di possesso palla. Un Napoli sfrontato, con un Insigne che gioca una gara importante, che contiene Douglas Costa e che rischia anche di metterla dentro, fuorigioco che c’è ma la giocata era quella giusta. La Juve contiene, stringe i denti, difende ma non offende. Il Napoli sa che deve vincere e spinge, la Juve gioca duro, falli e fallacci per minare la tranquillità degli azzurri. Rocchi arbitra bene, ammonisce chi deve ammonire, forse troppo morbido quando si accende una mezza rissa per un pallone restituito “male” dalla Juve. La partita è tesa, la Juve trova il palo con Pjanic, il Napoli sfiora il diagonale vincente con Hamsik. La gara è viva, veloce, tiratissima e può succedere qualsiasi cosa e le due squadre lo sanno. Nella ripresa il canovaccio non cambia. Il Napoli domina, la Juve tiene. Gli azzurri giocano e anche bene ma non finalizzano.

I minuti passano e Sarri sceglie Milik per un Mertens, non male il belga, ma la stanchezza si sente e si vede. Il Napoli però la vuole vincere, il tempo passa, tutti sembrano stanchi ma la gara la continua a fare il Napoli. La Juve non vede palla, non riesce a mai ad essere pericolosa. Entra anche Zielinski e poi Rog. Poi un corner. Un volo, un angelo nero che trafigge i potenti, un Koulibaly che vola con tutta la sua forza e batte Buffon. Gol e tutti a casa. Il Napoli vince allo Stadium, il Napoli fa il miracolo, il Napoli batte la Juve e fa esplodere un popolo. Non è finita, non abbiamo ancora vinto nulla, ma la goduria è orgasmica. Dobbiamo fare un plauso a Rocchi che nel finale ha saputo anche fischiare quando nessuno lo avrebbe fatto. Ora proviamoci...