Pres. Fiorentina stanco della politica: "Non farò neanche il centro sportivo se mi creano altri problemi"

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha parlato a Radio Bruno dei problemi legati alle strutture.
08.08.2020 14:15 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: firenzeviola.it
Pres. Fiorentina stanco della politica: "Non farò neanche il centro sportivo se mi creano altri problemi"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha parlato a Radio Bruno dei problemi legati alle strutture. Di seguito alcuni stralci tratti da Firenzeviola.it, sito di rifeirmento dei tifosi viola.

Il suo obiettivo è arrivare tra le prime dieci in classifica?
"Intanto nessuno ha fatto bene come me al suo primo anno".

A Firenze c'è voglia di Europa, però. Servono ambizioni...
"Io capisco tutto questo, ma non faccio promesse che non posso mantenere. Meno male che c'è Mediacom, che è andata bene nonostante il caos del Covid. Quanto alla Fiorentina, le perdite sono molte di più di quelle che noi un anno fa pensavamo. Nei parametri delle nostre possibilità finanziarie voglio fare il meglio possibile, ma non posso fare come la Juventus o l'Inter. Il fair play finanziario non lo permette".

Perché avere uno stadio di proprietà è così importante?
"Perché, fuori dai risultati sul campo, è ciò che aiuta ad aumentare i ricavi. Basti pensare alla Juventus. Ci sono da considerare il commerciale, il match-day e la televisione. Certe squadre fanno 75 milioni dalle tv, noi 6. Nel caso del commerciale, ossia lo stadio, la media è 184 milioni che si ottengono mettendo ad esempio sulla maglia il suo nome".

Cosa pensa delle parole di Pessina?
"Mi dispiace molto, non ci volevano. Lui ha una competenza e un'esperienza nel suo campo, ma come si permette di parlare dei miei ricavi? Voglio dire una cosa sul centro sportivo, prima del quale avevamo parlato dello stadio e su cui ci era stato messo il veto. Prima di comprare i terreni per il centro sportivo siamo andati da Pessina e ci ha detto di andare avanti così. Abbiamo accontentato la Soprintendenza con tutti i lavori del caso, poi però hanno voluto che facessimo di più... In sostanza i tempi si sono allungati per il Covid, poi a luglio mi hanno detto che avremmo posticipato ancora l'incontro. Infine mi hanno riferito che i lavori possono iniziare a settembre, ma se Pessina non sarà di parola non farò il centro sportivo".

Quindi è pronto a rinunciare?
"Io non accetterò più che qualcuno mi dica che dobbiamo cambiare altre cose, perché abbiamo speso molti più soldi del previsto. Tengo molto a questo progetto, il primo che unirà donne e uomini. Voglio mantenere questa promessa".

Se il centro sportivo non parte, lei non fa neanche lo stadio?
"Esatto, spero che i tifosi lo capiscano perché questa è una cosa seria. In Italia c'è una specie di dittatura di poteri, non è possibile. I funzionari come Pessina devono rispettare pure la politica: mi chiedo perché abbia fatto certe dichiarazioni sull'emendamento".

E i soldi persi?
"Non possiamo fare altrimenti. Pessina e gli altri saranno contenti, magari ci torneranno gli squatter in quei terreni. Ma qui chi decide se si può investire o meno?".

Come le è parsa la politica finora?
"Non c'è credibilità nel fare le cose. Penso che tutta la politica italiana si debba mettere a modo, come sta facendo. Il concetto deve essere quello di far diventare il calcio italiano più competitivo. Io sono venuto a Firenze perché è bella e gli investimenti lo devono essere altrettanto".

Perché l'idea di Campi Bisenzio è considerata di serie B?
"Noi abbiamo questa alternativa. Oppure portare la squadra fuori Firenze, stile America, ma questo non lo faccio. Però si può portare lo stadio da Campo di Marte a Campi Bisenzio. Sono deluso, ma spero che il paese lasci lavorare gli investitori: non capisco perché una Soprintendenza si deve mettere in mezzo a questioni che riguardano uno stadio. Capisco Palazzo Vecchio o Palazzo Pitti, ma allo stadio si va per vedere una partita di calcio".