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Forgione: "Napoli consapevole dei propri mezzi, Conte li ha responsabilizzati"

Forgione: "Napoli consapevole dei propri mezzi, Conte li ha responsabilizzati"
Oggi alle 21:20Radio Tutto Napoli
di Davide Baratto

Angelo Forgione, scrittore e giornalista, è intervenuto nel corso di "Napoli Talk" sulla nostra Radio Tutto Napoli, prima radio tematica sul Napoli, in onda tutto il giorno, che puoi ascoltare/vedere qui sul sito o sulle app (qui per Iphone/Ipad o qui per Android).

Che cosa ti ha lasciato questa vittoria contro la Juventus? "Mi ha lasciato la consapevolezza. Perché la consapevolezza, in primo luogo, è quella del Napoli. Poi è venuta quella nostra, di addetta lavori, gente, ma anche tifosi, che abbiamo visto la partita. Siamo tutti ormai più consapevoli del fatto che questa squadra ha ripreso vigore, ha ripreso vita, animo e consapevolezza dei propri mezzi. E quindi, come dice Conte, questa squadra adesso sa quello che deve fare e non ha paura più di niente. Il che significa che anche di fronte agli infortuni, nonostante l'emergenza e seppur dovesse avvenire qualche altro sinistro in allenamento come è successo con Lobotka... Insomma, questa serie interminabile di infortuni che avrebbe ammazzato un toro, ma non il Napoli, sono parole di Conte. E quindi ci ha fatto capire che i ragazzi hanno capito che bisogna andare oltre le difficoltà e sopperire con lo spirito di squadra, la volontà di vincere, a prescindere da chi sono i giocatori che vanno in campo. Quindi questo è il sunto di tutta la situazione che parte da lontano, da quella nefasta partita di Bologna, quella conferenza stampa in cui Conte bacchettò i suoi in maniera violenta, ma per dare questo elettroshock era evidente che non ci fosse nessuna staccatura tra lui e i calciatori. Non poteva essere, perché lui parlava comunque di rapporti umani, ma di una scossa che non era riuscito a dare per questa stagione rispetto alla scossa stagione. Una scossa che è arrivata".

Anche il cambio modulo sta dando i suoi frutti: "Certo, è chiaro che il percorso che ha stato indirizzato verso questo modulo ma c'è anche la capacità di capire qual è la maniera per interpretarlo e soprattutto anche i fatti di dover e voler responsabilizzare alcuni calciatori, non solo quelli che già in qualche modo sentivano questa responsabilità. Però poi dopo ha messo in campo Neres e Lang, soprattutto Lang che sembrava un oggetto misterioso, completamente avulso. Neres considerato un po' un dissidente, ma insieme a Lang considerati entrambi dei dissidenti magari fuori dal gruppo, invece poi ti accorgi che questi due sono il paradigma di questa responsabilizzazione. Vanno in campo, diventano titolari nell'emergenza, ma diventano titolari e producono comunque un ottimo rendimento, soprattutto Neres che sembra veramente tornato ai livelli di un anno fa, perché questo è il riferimento: un anno fa è stato veramente decisivo per rilanciare in Napoli quando è andato via a Kvaratskhelia. Poi si è fatto male, ha perso un po' di smalto, ma adesso sta ritrovando quello smalto che ha fatto vedere con Napoli quel mese lì, ma anche con l'Ajax, con il Benfica". 

Luciano Spalletti in conferenza stampa si è soffermato anche su quello che è stato il suo trascorso al Napoli lanciando anche qualche frecciatina al presidente sul valore di alcuni calciatori: "Se ti riferisci a questo sassolone che si è levato dalla scarpa, è totalmente fuori luogo, per me è totalmente fuori luogo, non ha proprio nessun senso fare un discorso di bilanciamento, di soldi, di danari che sono ritornati nelle tasche del Napoli. Io credo che un discorso più obiettivo ed equilibrato dovrebbe comprendere assolutamente anche la crescita di considerazione che Spalletti ha beneficiato venendo a Napoli e vincendo soprattutto. Certo, lo ha fatto attraverso anche le sue capacità, perché ci ha messo molto del suo, però quella squadra aveva dei valori importanti che sono venuti fuori anche in maniera sorprendente e inaspettata. Nessuno poteva immaginare che Kvaratskhelia e Kim facessero così tanto la differenza. Lui ci ha messo del suo chiaramente migliorando l'attitudine all'offensività e al tipo di gioco che ha Osimhen, perché Osimhen effettivamente è cambiato da quando è stato sotto la cura di Spalletti. Oggi è un attaccante sicuramente diverso da quello che abbiamo visto nei primi anni di Napoli. Però, ribadisco, quel discorso è fuori luogo perché è vero che il Napoli in un discorso imprenditoriale fa una scelta, prende un allenatore e l'allenatore ti porta a determinati successi se te li garantisce e poi tutto rientra. Perché rientra il valore dei calciatori, rientrano i danari della Champions League, questo mi sembra abbastanza regolare e lapalissiano. Spalletti dimentica che evidentemente da quell'avventura ne ha beneficiato anche lui, perché prima non era considerato l'allenatore importante a questo livello come lo è oggi, anche se in realtà sta ritornando ai livelli precedenti".