Petino: "Conte ha ceduto da un lato, dall'altro voleva una cosa da sempre..."
Il giornalista Pierpaolo Petino è intervenuto nel corso di 'Cronache Azzurre' sulla nostra Radio Tutto Napoli, prima radio tematica sul Napoli, in onda tutto il giorno, che puoi ascoltare/vedere qui sul sito o sulle app (qui per Iphone/Ipad o qui per Android): "Per sintetizzare Napoli-Juve, non è che me ne abbia impressionato questa Juventus, anzi credo sia una squadra che in questo momento abbia difficoltà anche a trovare una propria identità. E’ venuta a Napoli anche con delle assenze importanti, ha sicuramente in panchina un tecnico capace, ma farà fatica a uscire fuori da una situazione che naturalmente rispetto all'abitudine che si ha da quelle parti a stare nei vertici della classifica sarà veramente complicato, secondo me. Poi credo che ci siano degli equivoci societari che non aiutano e quindi staremo a vedere, diciamo che è una questione che fa piacere che sia lontano da Napoli. Viceversa mi sembra che questa squadra abbia acquisito nel proprio DNA un'attitudine alla vittoria, negli ultimi 3 anni, anche 4, ma devo dire il decennio che precede l'anno in cui siamo ha evidenziato come questa squadra e questa società abbiano assunto una dimensione sia nazionale che internazionale completamente diversa. Oggi Napoli è una straordinaria realtà, è il campionato italiano e oltre a essere orgogliosamente campione d'Italia è la squadra che ha la quadratura migliore nonostante gli enormi problemi e le straordinarie difficoltà originate dagli infortuni. Perché poi se è vero che in tutte le squadre ci sono gli infortuni, devo dire che da queste parti ce ne sono stati troppi. E un giorno forse qualcuno assumerà qualche responsabilità, vorrà spiegare senza qualunquismo quello che è accaduto. Nel frattempo naturalmente bisogna concentrarsi sulle partite, sul campionato, su quello che manda il convento e quindi si va avanti. Di buono c'è, l’aver rivisto Lukaku. Naturalmente rivisto, significa che bisogna aspettarlo ancora un pochino, ma volge un po' il sereno rispetto a una infermeria che era esplosa a un certo punto. Dovrebbe ritornare abile e arruolabile anche Lobotka che a breve si ipotizza una sua convocazione già per la semifinale di Supercoppa Italiana contro il Milan”.
Su Benfica-Napoli: “Questa, come con la Juventus era la sfida tra Conte e Spalletti, è la sfida tra Conte e Mourinho, tra due mondi del calcio. Una sfida che in passato è stata caratterizzata anche da asprezze non di poco conto, accuse importanti. Diciamo che non si ama è un neofenismo. Questo carica l'ambiente, carica le squadre e dobbiamo vedere su quale delle due avrà l'impatto principale la voglia dell’allenatore e di prevalere sull'altro. Di sicuro il Napoli, da diverso tempo, è una squadra che non ha uno straordinario leader in campo, ma ce l'ha in panchina. E anche quest'anno con Antonio Conte che è rimasto a Napoli, nonostante quest'estate abbiamo andato in fibrillazione l'intero ambiente è ancora così. Stessa cosa naturalmente sulla panchina di Mourinho, che ha come al solito fa di lui creato un clima di grande attesa intorno a questa partita. Ha chiesto di anticipare il derby, ha caricato l'ambiente a pallettoni. Quindi Napoli si dovrà di fronte un avversario sicuramente di qualità, anche se il Benfica non è una squadra che può essere paragonata a quella dello straordinario Benfica di qualche anno fa. Ma è un ambiente molto ostile, è un ambiente complicato da gestire. Io ho molta fiducia sulla tempra e sul carattere, sulla personalità del Napoli. Questo credo sia l'elemento che ha consentito a questa squadra in un momento così complicato di venirne fuori, perché con applicazione, personalità, determinazione e impegno il Napoli ha superato un momento drammatico e l'ha superato vincendo tutte le gare, quindi attestandosi ancora al primo posto. Immaginate questa squadra senza i problemi. Poi voglio dire una cosa su Lobotka-Gilmour che credo sia l'accoppio di infortuni più delicati di tutti, perché come sai il centrocampo è il cuore della squadra, avere i due centrali in difficoltà. Quindi nella gara contro la Juventus vorrei evidenziare la prova di Elmas che, anche se con qualche sbavatura normale, complessivamente secondo me ha fatto una partita straordinaria. E’ riuscito in una zona di campo dove normalmente non viene utilizzato a girare con i giri giusti, a muoversi con le giuste traiettorie e poi a essere capace di smistare i palloni con grande lucidità. Devo dire che una delle chiavi secondo me della vittoria con la Juventus, ma non tanto della vittoria in sé, ma del gioco promosso dal Napoli quella sera si deve all'applicazione di questo incredibile Jolly che oramai ruota intorno al Napoli da anni. Di cui prima la duttilità sembrava essere un limite e invece poi è diventato un valore aggiunto”.
Non è un po' un rimpianto aver inserito Neres così in forma dopo tre mesi di campionato? “Credo che senza tutti questi infortuni la coppia Neres-Lang insieme in campo non ce l'avremmo mai vista. Invece vedi come è importante, perché gli allenatori annusano l'aria. Io sono convinto che Conte è riuscito a fare di necessità via studio e quindi questa è una dimostrazione di qualità e intelligenza, ma non si possono mettere in discussione né qualità né intelligenza di Antonio Conte. Devo dire che nella mia esperienza non ho mai trovato un allenatore disponibile a correggere e rivedere le sue posizioni, nessuno, perfino i Mutti per dirne uno, Guerini. Invece Conte a un certo punto, perché è uno che alla fine ha un solo obiettivo, quello di vincere, ha preso tutto il patrimonio che aveva in quel momento e ha dovuto fare una valutazione su come valorizzarlo, ha capito anche che in quel momento doveva mollare su qualcosa perché uno delle zavorre che aveva in quel momento era lo spogliatoio che non era sereno. Però lui ha ceduto da un lato, mettendo Lang e Neres insieme, ma dall'altro ha fatto una cosa che voleva fare da sempre, stabilire i tre centrali nella difesa e inchiodarli lì con Rrahmani al centro e naturalmente avendo questo tipo di copertura potente a servizio per mettergli il lusso di giocare con il centrocampo a due. Poi si è giocato le due ali, i due giocatori sono stati bravi a giocarsi bene le carte e a mettere in campo qualcosa in più. Perché sia Lang che Neres dobbiamo dire si capisce che vengono fuori un po' dalla cura Conte, che è una cura fatta di applicazione, intensità, capacità di leggere anche ciò che avviene alle proprie spalle. Oltre che alla consapevolezza di avere la possibilità di fare qualcosa di migliore e diverso. Neres sta dimostrando le qualità che aveva, non dimenticate quando è andato via da Benfica la gente è scesa in strada per protestare, perché nessuno voleva la cessione di questo giocatore, a tratti opaco, a tratti meraviglioso. Mentre Lang sarebbe rimasto una meteora incomprensibile e invece stiamo vedendo che è un giocatore vero. Primo anno in un luogo particolare, con Conte che non è proprio uno che ti costruisce le squadre per fare il calcio spettacolo, va diciamo così. Poi sembra che abbia voglia di starci e di fare quello che deve fare, questo è importante. Era una delle mine vaganti dello spogliatoio”.
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