L'Angolo Sarrista - Alla ricerca della sinfonia perduta: Zielu reinterpreta Insigne, è l'ora degli anarchici

Analisi tattica di Feyenoord-Napoli
07.12.2017 19:00 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Alla ricerca della sinfonia perduta: Zielu reinterpreta Insigne, è l'ora degli anarchici

Il Napoli sta vivendo il momento più difficile della sua stagione, forse il più complicato dell’intera era Sarri, perché questa squadra è appena andata a sbattere contro il muro, più alto di quanto si potesse ipotizzare, dei propri limiti. Limiti di organico, di fatturato, limiti tecnici, limiti forse anche gestionali. Da una parte la sfortuna che sorride maligna dopo aver fatto razzia della già ridotta rosa azzurra privandola di due pezzi da novanta come Milik e Ghoulam, dall’altra i ragazzini anarchici, ai nostri occhi ormai disciplinati e pronti per essere lanciati dall’inizio.

Dalla discutibile conferenza post gara di ieri è emerso inoltre che questo Napoli, oltre ad essere stanco e peccare di brillantezza, è più teso di una corda di violino. La sconfitta contro la Juve ha minato alcune certezze date ormai per acquisite e ora aleggia il timore di non riuscire a mantenere il passo delle prime. Il Napoli continua a suonare leggendo i consueti spartiti, seguendo incondizionatamente i movimenti del direttore d’orchestra, ma la sinfonia che ne viene fuori non è più quella di un tempo. C’è chi stona, chi non va a tempo, chi appare stanco per le troppe tournée, chi sfiduciato e chi rivendica un posto in prima fila.

Partiamo dagli aspetti tattici, quelli che più propriamente ci riguardano. Non è facile trovare qualcosa di interessante da analizzare all’interno della partita di ieri. Dobbiamo limitarci alla prima mezz’ora, a quei primi 32 minuti contrassegnati dalla voglia di vincere e dalla speranza che da Charchiv arrivassero notizie positive, illusioni spazzate via dalla clamorosa papera di Ederson che ha gettato gli azzurri nello sconforto condizionando inevitabilmente il resto della gara. L’unica prestazione degna di nota è stata quella di Zielinski, apparso piuttosto in palla. Andiamo a vedere il modo in cui ha reinterpretato il ruolo di Insigne.

Il polacco, per giocare in una posizione a lui più congeniale, si è spesso andato a posizionare nella zona centrale del campo a ridosso di Mertens, col quale ha chiuso diversi triangoli interessanti, finendo però per condizionare l’assetto dell’intero blocco mancino.

Questa foto è piuttosto esemplificativa. Zielinski, come abbiamo appena detto, accorcia verso Mertens, inducendo Koulibaly a spingersi oltre la sua zona di competenza e Hysaj ad alzarsi lungo l’out a costituire il vertice alto del triangolo. Il Feyenoord è ben schierato, Zielinski per cercare di creare superiorità numerica scappa ad Amrabat e scatta in profondità sfruttando l’ampio spazio tra centrale e terzino olandesi, ma il pallone non gli arriverà mai. La circolazione del Napoli infatti è troppo lenta, Hamsik riceve di spalle e la puntuale pressione dell’ottimo Berghuis lo costringe a rifugiarsi di prima da Hysaj, il quale invece, non avendo le doti tecniche di Ghoulam, prova con poca convinzione a servire il polacco e il suo passaggio a scavalcare viene facilmente intercettato da Nieuwkoop.

In sostanza la posizione più accentrata di Zielinski se da una parte ha permesso al Napoli di totalizzare il solito gran numero di passaggi, con buone punte di ritmo e triangolazioni che nei primi 20 minuti hanno permesso agli azzurri di arrivare in porta più di una volta, dall'altra lo ha privato di quell’ampiezza che avrebbe consentito magari a Callejon di tagliare con maggiore frequenza ed efficacia sul secondo palo sfruttando anche l’inesperienza di Malacia. Non a caso l’occasione forse più ghiotta è arrivata proprio da destra grazie ad un inserimento dello spagnolo, azione conclusasi poi con il salvataggio praticamente sulla linea di Tapia su Hamsik. E a conferma di come nelle intenzioni del Napoli ci fosse la volontà di colpire proprio su quel lato basta tornare alla foto precedente ed osservare la posizione di Allan. Il brasiliano, non inquadrato, resta basso proprio per non portare altri uomini su Callejon lasciandolo libero di attaccare alle spalle 1 vs 1 il ‘99 Malacia.

Come sottolineato dallo stesso Sarri, al Napoli in questo periodo mancano alcuni movimenti. La sua squadra non ha la capacità di giocare a ritmi elevati, né quella di attirare la pressione sul lato forte per poi ribaltare il gioco in modo repentino dalla parte opposta, né soprattutto l’abilità di uscire in spazi stretti a sinistra con quella triangolazioni da sogno svanite nel nulla per colpa di quel dannato infortunio occorso a Ghoulam. E il Napoli ha bisogno di ritrovare in fretta tutto questo altrimenti il tecnico avrà il dovere di ricorrere a strategie alternative.

La gara di ieri poi ha confermato il momento da dimenticare di Hamsik, quello piuttosto opaco di Albiol, l’appannamento di Mertens e Callejon. Sono arrivati invece segnali positivi dal solito Maggio, da Zielinski, da Rog e Ounas, gli unici in grado di dare vivacità ad un Napoli sprofondato nei suoi dubbi, nelle sue incertezze, nei suoi rimpianti.

Infine c’è la questione Europa League. Competizione ibrida, dispendiosa e ambiguamente stimolante. Per alcuni sei costretto a vincerla, per altri solo ad onorarla. Dietro l’angolo l’errore commesso due stagioni fa quando si decise di regalare il passaggio del turno al Villareal per puntare tutto sul campionato. In mezzo un mercato di gennaio fatto di scelte e valutazioni, in modo da cercare di capire davvero su chi puntare e su chi no. Obbligatorio nel frattempo rialzare il morale e ritrovare l’entusiasmo e la forza per affrontare il primo bivio stagionale. Domenica al San Paolo arriverà la Fiorentina e non fare risultato potrebbe rischiare di compromettere davvero questa prima parte di stagione. Unico obiettivo Vincere per risvegliarsi da un brutto sogno durato solo qualche giorno.