Da Zero a Dieci: ADL brucia tutti sul mercato, lo scoop su Meret, la denuncia penale per Ounas e le lacrime per il gesto di Marek

09.12.2018 11:17 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: ADL brucia tutti sul mercato, lo scoop su Meret, la denuncia penale per Ounas e le lacrime per il gesto di Marek
TuttoNapoli.net
© foto di www.imagephotoagency.it

(di Arturo Minervini) - Zero è un numero reale, come una realtà che a volte riesce a farti male per poi accarezzarti quando ormai non ci speri nemmeno più. Momenti che vanno oltre il calcio, esondano nelle questioni che involgono cuore, reminiscenze, valori che ricordano casa. Al minuto 80’ Hamsik lascia il terreno di gioco e passa la sua fascia di capitano a Ghoulam con un sorriso spalancato che ci racconta che uomo sia. Una striscia sottile di stoffa che abbraccia il braccio, una striscia sottile come un ponte tibetano come una camminata in equilibrio precario tra le lacrime e le risate di pancia. Commistione di sensazioni e sapori da andare fuori di testa, una ‘Migliore Offerta’ dalla quale rubare una sola frase: "Qualunque cosa ci accada, sappi che io ti amo!”.

Uno l’intervento di Meret nella sua prima in azzurra. È vero, non può parare come diceva qualcuno. Non può parare perché il Frosinone non tira mai, ma questa non è colpa sua. Negli occhi di ghiaccio, nel lato oscuro della luna, si può cogliere l’emozione di un ragazzo che ne ha dovute sentire troppe sul suo conto, senza mai alzare la voce o fare polemica. Ha lavorato, con un’abnegazione a tratti stupefacente per uno così giovane. Aspetta tutti al varco, dall’alto dei suoi 191 centimetri che a tratti rischiano di fare ombra alla porta che è pronto a difendere per i prossimi quindici anni. Buona la prima e come recitava l’immenso Boris Yellnikoff creato da Woody Allen: “Basta che funzioni"

Venti…Due, ventitrè e ventiquattro: Ghoulam, Meret e Younes. Ancelotti chiama a raccolta nuove forze come fosse Aragorn nel Signore degli Anelli, il Ritorno del Re. A due giorni dall’epica gara di Anfield, Re Carlo serra le fila e racconta di un Napoli che non vuole porsi limiti: né di obiettivi né nell’utilizzo dei calciatori in rosa. Ancelotti come la ricetta della nonna, che anche se le copi pedissequamente non viene mai uguale alla sua. La differenza la fa la cura, l’esperienza, lo studio capillare dei singoli che devono essere inseriti in un sistema. Il Pereira di Tabucchi ‘Sosteneva’ che “Per conoscere un luogo non è sempre necessario esserci stati”. Ancelotti e Napoli sono l’eccezione che confermano la regola. Carlo ha dovuto viverla Napoli per capirla, per amarla anche nei suoi lati più oscuri. Ha dovuto studiare una squadra per dargli la possibilità di sentirsi ancora più grande, ancor più fiera, ancor più orgoglioso di esportare l’azzurro nel mondo. Ora questa squadra a Liverpool ci andrà pronta a vincere. pronta anche a perdere. Certe gare devi giocartele col cuore preparato ad ogni risultato. Come quando provi a baciare al primo appuntamento. Quello che può fare la differenza è la fiducia che hai nei tuoi mezzi. Se ci credi, puoi.

Tre esordi, l’ultimo quello di Younes. L’uomo della fuga, del nonno malato come quando a scuola non avevi fatto i compiti, del tendine d’Achille che si rompe per la freccia scagliata da Paride. Non sempre certi racconti iniziano con il sereno, spesso però sono quelli che hanno il finale più entusiasmante. Amin ha provato cosa vuol dire vestire quella maglia, si è sentito addosso quel calore che è come una saldatura sul cuore a temperature bollenti. È entrato in campo ed ha sempre provato la giocata, mostrando una personalità tutta da investigare. Dopo aver subito la ‘Fitta sassaiola dell’ingiuria’ per il tedesco c’è una sola missione: “Il mio fine é di fare di ogni fine un buon inizio”. Un nuovo inizio.

Quattro reti subite dal Frosinone, dopo le nove subite nei due ultimi precedenti in A, per un totale di tredici. Spazzata via la squadra di Longo senza apparente fatica, come moscerino che in autostrada sceglie la direzione opposta rispetto ad un Tir. Un divario tecnico incolmabile, una spaccatura nella crosta terrestre che divide due squadre che onestamente non dovrebbero nemmeno giocare nello stesso campionato. 

Cinque volte titolare in campionato e mai troppo convincente. Diawara resta fuori dalla gara con il Frosinone, Rog gioca appena 15’ minuti quando le olive sono già nel Martini. Tra i tanti sorrisi di questo Napoli, bisogna valutare con attenzione la situazione di questi due ragazzi, la possibilità di inserirsi al meglio in questo progetto. Saggia la scelta di Ancelotti di tenerli fuori in un Napoli che aveva già troppi esperimenti in difesa, non una bocciatura ma una forma di tutela. Amadou e Marko vanno inseriti in una struttura già solida perché non hanno ancora la capacità di reggere da soli la mediana azzurra. Ad Ancelotti l’annoso compito di trovare un ruolo a questi due personaggi in cerca d’autore: “Ciascuno di noi si crede uno ma non è vero: è tanti, signore, tanti, secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi”. 

Sei…quattrotre del codice penale, l’articolo che punisce la circonvenzione di chiunque abusi dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona. Fattispecie che rientra perfettamente nella giocata in mediana di Adam Ounas, che mentre gioca con il pallone usando Punta e Tacco manco fosse Don Lurio, induce i difensori del Frosinone ad aderire al partito dei Terrapiattisti tanta è la confusione generata nelle loro teste. Effetto Pac-Man per Adam, nel senso che li divora come fossero caramelle. Effetto montagne russe per un ragazzo che deve trovare solo continuità, un equilibrio interiore che gli permetta di vincere il dissidio tra Guerra e Pace che in alcune gara lo attanaglia. Quel mancino all’incrocio, con la deviazione che è solo spolverata di zucchero a velo sul pandoro, resta una delle cose più dolci del pomeriggio.

Sette minuti ed è subito Piotr. Anzi, finalmente Piotr dopo un gol che mancava dalla doppietta al Milan del 25 agosto. Siringa indolore che sembra lo spot della Pic, che spazza via i dubbi post-Chievo e rimette a lustro un talento che deve sempre combattere con la nostalgia che ha negli occhi. “Ci vorrebbe il mare dove non c'è amore, il mare in questo mondo da rifare” ed il mare di Napoli sembra essere la soluzione per Zielinski, che in casa riesce a dare il meglio di sè. Una Napoli che deve essere garantita da un contratto che deve blindare e dare serenità ad uno che deve solo capire quanto possa essere forte, combattere quell’indolenza che spesso ne limita la genialità ribelle. Piotr, non è colpa tua se sei così forte. Accettalo e mostralo al mondo. 

Otto dicembre, giorno di apparizioni, di ritorni, di celebrazioni antiche. Le tradizioni sono una cosa seria, ancore che ti permettono di lottare contro la deriva dei tempi moderni. Ghoulam torna come una stella cometa e lo fa a modo suo, con due assist, due tuffi nel passato, urlando in faccia alla paura ed ad un destino infame come sabbie mobili. Faouzi si riprende il suo Napoli in un lampo, come se nulla fosse mai successo. Con la naturalezza di un amore che ritrova la sua metà perfettamente combaciante, con la qualità di chi con quel mancino sa disegnare all’orizzonte colori che hanno effetto accecante per bellezza e suggestione. La fascia mancina ha ritrovato il suo padrone e solo Dio sa quanto gli era mancato. Allarga la falcata che ricorda Jonathan Edwards, indimenticabile primatista mondiale del salto triplo, mangia il campo anche se sembra passeggiare coprendo spazi senza nemmeno spingere il piede sull’acceleratore. Nella testa suona “Love Me Two Times” dei Doors: "Amami due volte, piccola. Amami due volte oggi". Subito amore.

Nove al bomber che non c’era. A quello che per alcuni non era capace di segnare nemmeno una rossa doppio malto al bar dal barista di fiducia. Poi guardi i numeri di Milik e scopri che in campionato ha segnato 7 reti giocando 728’, una ogni 104. Scopri che ha segnato come Insigne e Mertens che hanno giocato rispettivamente 1105 e 835 minuti. Allora ti rendi conto che il mondo non è solo come lo possiamo immaginare noi, che esiste anche una verità differente da quella che possiamo concepire. Che Arek potrà non essere bello come qualcuno lo desidera, ma che resta funzionale allo scopo che ha in natura: fare gol. Come può, in ogni situazione, col destro, col sinistro e di testa. Una variante eccezionale che non deve e non può essere calpestata. Ancelotti si gode questo ‘Settebello al cubo’, queste 21 reti perfettamente suddivise tra i tre attaccanti titolari di una squadra che ha bisogno di tutti per tenere fede alle proprie aspettative ed ambizioni. Il polacco non si scompone e guarda statuario la sua gente che lo applaude. L'opera si intola: "Ho segnato sette gol in campionato, come Mertens ed Insigne, ma per qualcuno sono una pippa. Misteri di Napoli". Vai Arek!

Dieci ad una foto che batte ogni statistica. Agli azzurri schierati sotto ad una curva in festa, ci sono quelli che hanno giocato dal primo minuto e poi c’è Dries. C'è un sorriso che è più bello degli altri in quella foto. Mertens non è nemmeno entrato, avrebbe potuto aumentare il suo bottino di reti, il suo 'rivale' segna una doppietta. Ma Ciro sorride. Con gli altri. Più degli altri. Questo io chiamo Famiglia. Una Famiglia allargata, che racconta di un calcio fatto di semplicità e complessità che si guardano allo specchio, si confrontano, trovano ragione l’una nell’altra. Una famiglia che ha già fatto i suoi acquisti di gennaio, ha chiuso anticipatamente il mercato (come già annunciato da De Laurentiis) ed ora deve concentrarsi per inserire al meglio i recuperati ed i recuperanti (Verdi e Chiriches). Al crepuscolo di una giornata di festa, resta il miele nel cuore per chi può identificarsi in certi valori, in certi sorrisi, in certi abbracci caldi da tenere l’inverno così lontano. Casa Napoli non è solo un modo di dire, ma una sensazione da vivere. Grazie ragazzi. Grazie davvero. Ed ora andiamo a spettinare i Beatles.