Da Zero a Dieci: l’hashtag che impazza su Reina, il gesto estremo di Sarri, l’esplosione del caso Hamsik ed il grande tradimento

14.09.2017 10:26 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
 Da Zero a Dieci: l’hashtag che impazza su Reina, il gesto estremo di Sarri, l’esplosione del caso Hamsik ed il grande tradimento
© foto di Insidefoto/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Zero alle scelte di Maurizio Sarri. Sì, questa volta il tecnico è in prima linea tra i ‘colpevoli’ di una sconfitta che in ogni caso influenzerà il cammino europeo, rendendolo più complicato. Insensato rinunciare a Dries Mertens, violare il suo stato di grazia. Inconcepibile rinunciare ad un Allan che è l’uomo più in forma della squadra nel primo match europeo, probabilmente il più importante. La stanchezza, le rotazioni, le fasi lunari sono sono alibi da post gara, perché quelli stanchi sembravano gli altri e non certo i due esclusi. La superbia è un pianeta che affascina, calpestarlo è un rischio concreto per chi viene esaltato da mesi. Ad un primo appuntamento ci si presenta al meglio, altrimenti arriva il due di picche. 

Uno al lancio di Albiol nel recupero del primo tempo. Lo specchio di una prima frazione che il Napoli non ha giocato da Napoli, sconfessando i suoi principi e finendo per vagare nel vortice dell’incompiuto. Un passo indietro sul piano dell’applicazione e dell’abnegazione, ma soprattutto un passo indietro sul piano del carattere. Nelle difficoltà serviva un trascinatore, ma solo Ciruzzo subentrante è riuscito a dare una scarica emotiva ad un Napoli piatto e lobotomizzato come Alex in ‘Arancia Meccanica’. 

Due reti incassate da Reina Sulla prima si pianta e non ha la forza di respingere il tiro debole di Taison, sulla seconda si fa vincere dalla tentazione di aggiungere una nuova farfalla alla collezione privata. “Vorrei ma non posso, però posto, allora per alcuni è tutto a posto”. Una rivisitazione moderna del tormentone estivo della scorsa estate, un problema che il Napoli si trascinerà per tutta la stagione. Serviva una valida alternativa, era logico averla, considerando le 35 candeline di Pepe. E sui social impazza l’hashtag #PapeReina.

Tre flop, nel cuore pulsante della squadra. A tradire il Napoli in terra ucraina è la zona mediana, mai in gara, sempre fuori posizione. Diawara è spaesato come Leopardi ad un raduno di ottimisti, Zielinski è impaurito come un avaro ad un convegno di rappresentanti. Si aprono falle continue nel sistema, un tubo che perde acqua da ogni parte e finisce per allagare il tuo soggiorno. Quant’è bella giovinezza, ma il rischio è che in certe gare le gambe ti tremino. E quando sei nelle sabbie mobili è l’ultima cosa da fare.

Quattro-due-tre-uno. Senza più niente da perdere, Sarri cambia modulo ed i risultati sono più che buoni. Milik fa la boa per Mertens, poi attacca la profondità e viceversa. Interessanti segnali di convivenza, arma da sviluppare specialmente a gara in corso. Crescere significa anche cambiare, cambiare significa anche riuscire ad assumere un nuovo volto quando quello solito è impresentabile. 

Cinque gare da giocare, quindi niente drammi. Le grandi avventure partono da un piccolo passo, quella del Napoli parte da una frenata brusca, inattesa, dolorosa. Come sbattere il muso sul parabrezza, quando avevi il piede che affondava sull’acceleratore e l’animo leggero di chi da tempo non doveva confrontarsi con il sapore della sconfitta. Perdere non è un male se dalla sconfitta si traggono le giuste conclusioni: “Puoi imparare una riga dalla vittoria e un libro dalla sconfitta”.

Sei sostituzioni, un evidenziatore su un problema di questa prima parte di stagione. Con la cresta giallo fluo c’è Marek Hamsik, studente in evidente ritardo di preparazione che arranca, non trovando argomento, manco fosse Luca Giurato che espone il saggio breve davanti alla commissione d’esame. Una grande società è quella che riesce a gestire al meglio queste situazioni, senza farle diventare caso mediatico. Esporre Marek a questa gogna funge da cassa da risonanza alla questione, dando voce a chi non vede l’ora di buttare la croce addosso al capitano. Se davvero qualcuno pensa che le ambizioni del Napoli possano prescindere da Hamsik, siamo messi veramente male. Ma male male…

Sette alla reazione dopo il secondo gol incassato. Mezz’ora di furia Napoli, capace di mettere alle corde l’avversario come Mayweather nel match con McGregor. La rete di Milik, nell’ottica dello scontro diretto, potrebbe essere più utile di quanto si possa pensare. Non mollare mai, anche nelle notti peggiori, è il segnale tangibile di una mentalità che sta lentamente diventando quella giusta. “La mente è tutto. Ciò che tu pensi, tu diventi”.

Otto minuti dalla fine. Lancio lungo meraviglioso di Insigne, stop perfetto con il petto di Milik. Basterebbe un tocco morbido a beffare il portiere in uscita, Arek sceglie la potenza e manda alle stelle. In una notte sbagliata, il Napoli aveva avuto la palla buona per portare a casa il pari. Provando ad estrarre del buono dalla notte ucraina, non si può non tener conto di questo episodio. La vita è fatta di scelte e di occasioni che vanno sfruttate Arek, i tempi sono maturi per iniziare a fare davvero la differenza .

Nove alla fame di Dries. Come Galeazzi in una steak house dopo un mese di insalata, inizia a mordere la gara azzannando tutto quello che gravita nella sua zona. Lotta, dribbla, recupera, scarica, tira, cade, si rialza: una meravigliosa sequenza di determinazione, quella mancata ad una squadra intera prima del suo ingresso. Anche con una gamba sola avrebbe dovuto giocare, semplicemente perché in questo momento è più forte di tutti gli altri. La grazia del gol non può essere violata dagli umani, è qualcosa che trascende le volontà anche di un allenatore eccezionale come Sarri. Mai più senza nelle gare più importanti. Mai più. 

Dieci a chi saprà metabolizzare in fretta i postumi di questa sconfitta. C’è il Benevento alle porte, un punteggio pieno da difendere e delle convinzioni da recuperare in fretta. Dopo cinque vittorie su cinque, inciampare fa male ma i segni sulle ginocchia non sono così profondi.  "Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: perdere la voglia di sognare ancora.” Un errore che il Napoli non può permettersi di compiere. È tempo di guardare in avanti, alle spalle c’è già il nulla.