Il lavoro oscuro di Giuntoli sul mercato

27.07.2017 18:50 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: di Arturo Minervini
Il lavoro oscuro di Giuntoli sul mercato
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© foto di Federico De Luca

Non solo comprare. Una società di calcio vive di equilibri, che siano finanziari o tecnici, hanno sempre la stessa importanza. In sede di mercato, almeno fino a questo punto, il Napoli ha scelto la strada della continuità, lavorando in maniera importante per trattenere i giocatori migliori e confermare praticamente in blocco una squadra che aveva strabiliato nella seconda parte della scorsa stagione. Il compito di Cristiano Giuntoli era quindi chiaro: rinnovare i contratti di Martens ed Insigne, cercare di trattenere Ghoulam, accontentare la voglia di partenza di Strinic rimpiazzandolo con un uomo già pronto all’uso (Mario Rui) e puntare su un talento che potrebbe esplodere (Ounas). Resta la casella portiere ancora da comporre, ma quello è capitolo noto.

Sfoltire. C’è però una parte oscura del lavoro del direttore sportivo partenopeo che salta magari poco all’occhio, ma che è sicuramente la più difficile: provare a sistemare quei calciatori in esubero che potrebbero turbare equilibri di spogliatoio e pesare, senza apportare nessun tributo alla causa, in maniera pesante sul bilancio. Lavoro che in questa settimana ha preso una grande accelerazione e che dovrebbe proseguire nei prossimi giorni con la partenza di Emanuele Giaccherini, in attesa di affrontare poi le situazioni di Zapata, Pavoletti e Sepe. 

Grassi l’ultimo in ordine di tempo. Di oggi la notizia del passaggio alla Spal di Alberto Grassi, centrocampista classe ’95, che non ha mai ingranato in maglia azzurra. Notizie che segue le partenze di Dezi e Roberto Insigne per il Parma, di Gnahorè al Palermo, di De Guzman all’Eintracht e di Maiello al Frosinone con varie formule di trasferimento. In ogni caso, ancora volta, Giuntoli ha dimostrato grande abilità in questo tipo di operazioni che permettono al Napoli di alleggerire la rosa e di creare intese con società minori che possono diventare in futuro importanti per lo sviluppo dei calciatori più giovani. Un lavoro che non ruba la scena ai grandi acquisti, ma che ha un peso specifico davvero notevole.