“Il suo gioco era scritto sul mio corpo”: ci pensa Dries a chiudere lo stupido dualismo Sarri-Ancelotti

15.10.2018 20:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
“Il suo gioco era scritto sul mio corpo”: ci pensa Dries a chiudere lo stupido dualismo Sarri-Ancelotti

(di Arturo Minervini) - “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”. Timbrato e firmato Goethe e dargli torto è davvero impossibile. Uno che non ha mai avuto questi problemi è Dries Mertens, sempre pronto ad esprimere il suo pensiero in assoluta libertà. Agile, pratico, intuitivo. In campo così come davanti ad un microfono il belga, che in poche righe ha finalmente chiarito un punto che è stato usato da molti come un motivo di attrito tra il vecchio Napoli ed il nuovo.

“Che problema c’è se dico che mi sono trovato bene con lui? Mi divertivo e il suo gioco era scritto sul mio corpo. E questo discorso non c’entra assolutamente nulla con Carlo col quale ho un ottimo rapporto”. Così semplice, così chiaro. Eppure in troppi hanno provato a creare questo inutile dualismo, a costruire una contrapposizione che non aveva, e non ha, ragione d’esistere. Demolire o demonizzare Sarri sarebbe operazione insensata ed irrispettosa verso i magnifici ricordi legati al suo triennio, al tocco di eterno che il suo calcio ha regalato al cuore di ognuno di noi. Allo stesso tempo, trasformarlo in un fantasma scomodo, che riecheggia alla prima partita giocata male in questo nuovo corso sarebbe disonesto ed ingiusto nei confronti di un totem assoluto come Ancelotti.

Senza soluzione di continuità. Perché quello che resta è il progetto, il parco giocatori, la voglia di crescere di questo club. Sarri ha seminato su un terreno fertile ed ha raccolto grandi frutti, Ancelotti con grande lucidità ha più volte evidenziato che sarebbe assurdo non ‘prendere il meglio del lavoro fatto da chi lo ha preceduto’. Un patrimonio di tutti, un punto di partenza e mai di arrivo per questo Napoli che può fregiarsi di avere alla guida due eccellenze, seppur così diverse, ma accomunate dal sottile filo azzurro che li lega in questo processo ereditario sulla panchina partenopea.

Le parole di Mertens da ricordare. Parlare bene di Sarri non è un’offesa ad Ancelotti, il punto va chiarito una volta per tutte. Sarrismo contro Ancelottismo è discorso anche interessante sul piano tattico, ma non necessariamente aderire ad uno schieramento o all’altro significa disprezzare la corrente filosofica che meno si avvicina alle proprie idee. Lo ha ribadito Dries. Ficchiamocelo in testa tutti quanti.