Da Zero a Dieci: lo sfogo di Benitez, i disastri di Albiol, la rabbia da digerire ed il clima autodistruttivo

14.09.2014 21:20 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: lo sfogo di Benitez, i disastri di Albiol, la rabbia da digerire ed il clima autodistruttivo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Zero all’aria pesante che anima il mondo azzurro. Troppi veleni, troppe insoddisfazioni e poca chiarezza. A prescindere da risultati e prestazioni, c’è una confusione che in questo momento rende impraticabile ogni tipo di valutazione oggettiva. I panni sporchi vanno lavati in famiglia. E pare davvero giunto il momento di fare il bucato.

Uno il gol segnato da Maxi Lopez. Non segnava dal 3 febbraio scorso. Esistono sempre più conferme: il San Paolo potrebbe a breve diventare tappa fissa di credenti in cerca di una grazia. L’arte di dare nuova linfa a bomber in via di estinzione.

Due gare di campionato ed appena quattro minuti per Michu. Dopo la comparsata di Marassi, solo  panchina contro il Chievo: al momento è Zapata la prima alternativa nel ruolo. Ma lo spagnolo non era la punta tanto agognata da Rafa? Evidentemente c’è qualcosa che non quadra. O che non sappiamo.

Tre punti in due gare. Una sola vittoria in quattro gare ufficiali. Parlare adesso di sfortuna – dimenticando la fortuna avuta a Genova in una gara risolta all’ultimo respiro – sarebbe fuorviante ai fini dell’analisi. Esistono problemi. Evidenti.

Quattro all’ennesimo strafalcione di Raul Albiol. Del giocatore ordinato e preciso della scorsa stagione resta un ricordo sbiadito. Come una foto in bianco e nero, impolverata e crepata dai segni del tempo. Involuzione allarmante.

Cinqu…anta presenze con il Napoli per Higuain. Un traguardo importante per Gonzalo, che regala un guizzo dei suoi in occasione del rigore procurato e poi sbagliato. L’errore lo manda fuori di testa e fuori dalla gara. Un leader dovrebbe reagire diversamente alle difficoltà. Desaparecidos.

Sei per alcuni flash-back del vecchio Zuniga. Da quel maledetto 1 ottobre del 2013, il vero Zuniga in maglia azzurra non si è più rivisto. Con il Chievo, per qualche scampolo, il buon Camilo fa un salto indietro nel tempo. Speriamo non sia soltanto un'illusione. Questo Napoli ha davvero bisogno di lui.

Sette giorni alla trasferta di Udine. In mezzo l’esordio in Europa League in una gara che avrà un sapore surreale. Niente musichetta Champions. Niente sfide cinque stelle extralusso. Solo tanta rabbia per quello che poteva essere e non è stato a causa di scelte che adesso continuano a fare danni.

Otto alla traversa che salva il Napoli nel primo tempo sul tiro a botta sicura di Maxi Lopez. Doveva essere un campanello di allarme importante, è stato invece il preludio della disfatta.

Nove all’assalto finale. A corto di fiato, e di idee, gli azzurri trovano nel sistema nervoso le risorse per gettarsi alla caccia del pari. I trentatre tiri scagliati verso la porta di Bardi, però, non bastano al Napoli ad evitare la sconfitta. Per ripartire serve quel tipo di carica.

Dieci allo sfogo di Rafa Benitez alla vigilia. Al di là dello schieramento a cui si vuole aderire, la presa di posizione del tecnico è quella di uno con attributi che fanno provincia ed intelligenza oltre la media. Serviva lanciare un segnale alla piazza ed alla squadra. In un mondo di omertosi, di uomini piccoli come coriandoli pronti a nascondersi dietro ad un dito, Benitez si dimostra di caratura superiore. Un fuoriclasse.