La maledizione del 3-3 e quel posto ancora vacante a Castelvolturno

24.11.2014 19:07 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
La maledizione del 3-3 e quel posto ancora vacante a Castelvolturno
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ancora una delusione, ancora un crollo quasi inspiegabile: il Napoli ha mostrato col Cagliari il suo peggior difetto gettando al vento due punti che erano praticamente conquistati. Un déjà-vu del quale i tifosi partenopei avrebbero fatto volentieri a meno. I problemi della fase difensiva sono noti a tutti, eppure nelle ultime sette giornate il Napoli sembrava aver trovato la quadratura del cerchio: 17 punti (più di Juve e Roma) e solo 6 reti subite (appena due in più delle prime della classe). Cosa è successo, dunque, contro i sardi?

2-0, 2-2, 3-2, 3-3: un canovaccio ormai consolidato, già vissuto a Fuorigrotta contro Udinese (nella scorsa stagione) e Palermo. Se è vero che tre indizi fanno una prova, bisogna cominciare ad interrogarsi sulle ragioni che causano tali clamorose rimonte. E’ evidente che il gruppo azzurro soffra, purtroppo, di importanti limiti mentali: dopo l’eliminazione ai preliminari di Champions, per esempio, subentrò un nervosisimo enorme palesatosi contro Chievo, Udinese e lo stesso Palermo. Tre match controllati dal club azzurro nei quali, incredibilmente, è arrivato solo un punto. Ieri, un nuovo capitolo della saga: un match iniziato benissimo, con due reti di vantaggio, si è trasformato in un incubo.

Il problema è chiaro: se l’ansia di vincere a tutti i costi limita il rendimento dell’attacco (come dimostrano i clamorosi gol falliti nel match d’andata con l’Athletic, con il Chievo ed anche con l’Atalanta) quando una gara sembra ormai conquistata subentra un rilassamento eccessivo che espone la squadra a figuracce come quella di ieri. Più che a nuove soluzioni tattiche, visto che le fattispecie sono così simili, in questi casi a mancare è un vero e proprio leader: una figura che a Castelvolturno latita ormai da tempo. Un uomo di carattere ed esperienza non sarebbe una panacea ma, probabilmente, rappresenterebbe un deterrente importante sia per gli eccessi di frenesia che per i cali di attenzione che affliggono questo club. La lista dei rimpianti, nel frattempo, si allunga.