San Paolo arma a doppio taglio: l’appello di Benitez è rimasto ancora inascoltato

20.08.2014 18:18 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
San Paolo arma a doppio taglio: l’appello di Benitez è rimasto ancora inascoltato

Emozioni e sensazioni contrastanti, ieri, al San Paolo. L’ingresso in campo delle squadre, la coreografia per Ciro, l’urlo “the Champions”, avevano creato le premesse per una nuova notte magica, con un clima commovente (pensare che c’era Antonella Leardi in Curva B era una notizia da brividi costanti) ed infuocato al tempo stesso.

I colleghi spagnoli in tribuna stampa erano rimasti sbalorditi nonostante conoscessero già benissimo la fama dell’impianto di Fuorigrotta. La spinta iniziale aveva dato i suoi frutti: Napoli devastante nei primi minuti ed Athletic alle corde, gambe tremanti ed amnesie difensive a iosa. Poi, la svolta.

Gli azzurri, purtroppo, non sono riusciti a concretizzare le occasioni macroscopiche dei primi 10 minuti e si sono ascoltati i primi mugugni. L’Athletic ha preso fiducia, crescendo col passare del tempo ed approfittando dei limiti sia fisici che tecnici di un Napoli troppo sperimentale e provvisorio per un’occasione così importante. Ma questo è un altro discorso.

Ciò che preme sottolineare è l’atteggiamento di gran parte del pubblico di Fuorigrotta. La sensazione era chiara: doveva essere il Napoli a trascinare i suoi tifosi e non viceversa. L’atmosfera da festosa era diventata tesa, gli azzurri temevano l’errore ed anche l’appoggio più semplice era diventato una montagna da scalare. I baschi, puntuali, ne hanno approfittato trovando il vantaggio.

Per carità, sarebbe assurdo addossare al pubblico le colpe del risultato negativo di ieri. Ma, di fatto, non sostenere la squadra nei suoi momenti bui di certo non è un aiuto, ed assume i contorni di un'arma letale lasciata in panchina, inutilizzata. Benitez lo ha fatto capire, con eleganza, almeno una decina di volte nell’ultimo anno. I calciatori vanno sostenuti nei loro momenti di difficoltà, è facile farlo dopo un gol.

Perché, questo va sottolineato, quando il pubblico di Fuorigrotta decide di trascinare la squadra, non ce n’è per nessuno: i tifosi partenopei sono tra i migliori al mondo in quei momenti. Eppure, anche ieri è servito il gol di Higuain per svegliare San Paolo e squadra. Prima solo mugugni, tensione e gli incomprensibili fischi al 45esimo.

Un atteggiamento del genere, purtroppo, è solo controproducente: i calciatori hanno paura di sbagliare, di essere bersagliati, di non sentirsi all’altezza degli applausi di Fuorigrotta. Questa pressione si traduce in mancanza di lucidità, concausa alla moltitudine di errori davanti ad un Iraizoz che ha ringraziato e portato a casa un pari prezioso da eroe.

Gli appelli di Benitez andrebbero ascoltati, una volta per tutte: è un peccato immaginare le potenzialità di quello stadio pieno ritorcersi contro una squadra che ne ha estremo bisogno. Le critiche sono sacrosante, ma sarebbe meglio pensarci a bocce ferme. Durante i 90 minuti bisogna essere corpo unico. Ieri, ancora una volta, non è stato così.